Meno due alla fine del campionato e, visto il buon pareggio contro l'Atalanta, ora per il Milan rimane solo la trasferta di Genova contro la Sampdoria e la partita in casa contro il Cagliari. Così finalmente sapremo se saranno preliminari o meno. Ma la vittoria della Roma (con annesse polemiche) sulla Fiorentina ha complicato i piani dei rossoneri che si ritrovano staccati di quattro punti. Difficilissimo, ma ancora possibile un ribaltone se il Milan continuerà nel trend mostrato, ovvero quello di una squadra in forma, compatta e desiderosa di fare bene.

Meno due alla fine del campionato e non sarà solo tempo di verdetti, anche se ne mancano solo due. Accennato del posto in Europa League senza preliminari, resta da decidere chi farà compagni a Spal e Brescia in Serie B. Visto che le posizioni Champions sono congelate, casomai si gioca per decidere chi sarà la vice Juve.

Meno due alla fine del campionato e si parlerà solo di coppe Europee, con le Italiane alla ricerca di un trionfo che manca da moltissimo tempo. Anche qui è difficilissimo, è da tempo che vedo il Bayern Monaco favorito, anche se spero nell'Atalanta affinché possa regalare una vittoria che resterebbe nella storia e diventerebbe favola da raccontare ai posteri.

Meno due alla fine del campionato e si parlerà di calciomercato, quello vero, quello originale. Quello che da giovane mi faceva impazzire perchè era momento di sogni e speranze. Di sogni che a volte si trasformavano in realtà, grazie ad un Presidente che esaudiva, come Aladino, i desideri di noi tifosi rossoneri. Ricordo ancora l'arrivo di Nesta, sembrava una telenovela che non finiva più, fino a quando Milan Channel non mise in sovraimpressione la notizia e Alessandro Magno venne a Milano. Ma tanti sono stati i colpi messi a segno da Galliani, Braida o chi per loro, che hanno fatto la storia, anche se non sono mancate le stonature (Ricardo Oliveira), o colpi saltati per scelte errate (chissà cosa sarebbe accaduto se Tevez avesse indossato la maglia rossonera, al posto di Pato).

Meno due alla fine del campionato e sarà il momento di Raiola.
Nel corso degli anni il procuratore ha fatto il bello ed il cattivo tempo in quel di Milano. Amico di Galliani, con il passaggio di proprietà del Milan sono stati tanti i momenti di scontro e di critica. Come non ricordare la patata bollente per Fassone e Mirabelli. La voglia di portare via il portiere dal Milan a parametro zero e piazzarlo dove le commissioni sarebbero state la giusta ricompensa per il "dono" offerto, era tanta. Poi un’inaspettata marcia indietro, che ha portato sei milioni netti di stipendio per il portierone rossonero, ed il ritorno del fratello nel ruolo di terzo portiere. Per non parlare delle critiche sia per la gestione cinese che per quella americana dove Mino non vedeva progetti all'altezza dei suoi assistiti, i quali nel corso del tempo sono aumentati sempre di più. Oltre a Gigio, Raiola gestisce le procure di Bonaventura e Romagnoli, senza dimenticare Sua Maestà Ibra anche se negli ultimi anni decide soprattutto di testa sua.

Tralascio coloro che sono transitati e sostati in quel di Milanello, il nome più eccellente è stato quello di Mario Balotelli, ma anche Ignazio Abate faceva parte della scuderia Raiola.
Negli anni si è anche provato ad avere in società meno assistiti legati al suo nome, una sorta di "deraiolizzazione", che comunque non è attuabile, perchè i giocatori si rivolgono a lui, concedendo la loro procura, mentre altri sono giovani che vengono scoperti e necessitano di essere valorizzati.
Fanno parte del primo caso giocatori come Romagnoli che in maglia rossonera aveva come procuratore Berti, o Bonaventura che era seguito da Martorelli, divenuti in seguito anche loro dei Raiola boys. Mentre i prospetti interessanti (vedi Pogba, De Light, Haaland) non rientrano nell'orbita Milan, Mino sa dove è meglio parcheggiarli per valorizzarli al meglio. Perchè Raiola non ama le soste prolungate, il suo punto di forza è sempre stato quello di muovere le sue carte per creare le condizioni migliori sia per lui che per i suoi assistiti. Nessuno può mettere in dubbio le sue capacità che lo hanno portato negli anni a far parte di quell'élite di procuratori che sono il top del calcio mondiale.

Negli anni però si è anche ritrovato a dover rivedere le sue scelte e a dover assecondare maggiormente le intenzioni dei suoi assistiti. Prendiamo Donnaruma. Dopo aver ricordato il quasi traumatico addio a parametro zero (venne coniato il famoso Dollarumma dai tifosi delusi dal suo comportamento), la volontà di Gigio ha sempre superato le difficoltà e le divisioni tra il suo procuratore e la società rossonera. E anche stavolta, alla vigilia di un contratto da rinnovare, per non ritrovarsi di nuovo a vivere un'estate calda, anzi bollente, la volontà di Gigio, legata anche ad un clima distensivo tra le parti, porterà ad un rinnovo che viene dato per sicuro dagli addetti ai lavori. Sono da decidere tempi e modi per mettere nero su bianco, ma la storia tra il portiere che ha già superato le duecento partite con il Milan e la squadra di cui è tifoso andrà avanti. Non si sa ancora per quanto, dipenderà dagli obiettivi che la società riuscirà a raggiungere o comunque da quello che riuscirà a costruire. Perchè tu puoi essere innamorato quanto vuoi, ma da solo non basta. Gigio sa che anche il Milan deve fare uno sforzo sia per dargli il giusto stipendio da top player, sia per tornare a recitare un ruolo da protagonista in Italia e in Europa, perchè non è bello essere spettatori delle vittorie altrui.
Ecco perchè si parla di una clausola che Raiola vorrebbe tanto mettere, il Milan un po' meno, o di bonus che potrebbero far abbassare la parte fissa percepita da Gigio. Manca poco e sapremo come andranno le cose, anche per via della durata da sottoscrivere. Raiola vorrebbe che il contratto venisse allungato di due anni, mentre il Milan, sulla carta, vede nel portiere non solo un campione ma anche una bandiera e non disdegna una durata più lunga (4 anni).

Ma Donnarumma è solo uno dei petali della margherita che devono essere ancora sfogliati. Anche Romagnoli deve rinnovare, pur non essendoci fretta, le richieste saranno votate ad un aumento di stipendio, a cui il Milan non potrà certamente sottrarsi. Ma questa è un'altra storia (Federico Buffa dixit). Perchè stavolta la margherita è composta anche da petali che si pensava fossero stati già strappati. Il primo riguarda Ibrahimovic. Fino a qualche tempo fa si parlava di addio definitivo tra il Milan e la stella di Malmö, soprattutto alla luce dell'arrivo di Rangnick. Ma la conferma di Pioli e i ripensamenti di Gazidis sullo svedese stanno riavvicinando le parti e occorrerà discutere su come andare avanti. Nel fine settimana sia Gigio che Ibra sono saliti su un elicottero, destinazione Monaco, per raggiungere Raiola e gettare le basi su come muoversi in fase di rinnovo. E' emersa la voglia di Ibrahimovic di continuare ad indossare la maglia rossonera, c'è da trovare solo la quadra per quanto riguarda l'ingaggio. Si partiva da sei milioni richiesti, era questa l'opzione per il prolungamento del contratto. A quella cifra il Milan non credo possa sedersi al tavolo perchè farebbe saltare il tappo messo per arginare richieste future da altri giocatori della sua scuderia (vedi Romagnoli) o da chi dovrà rinnovare in seguito. Ma è così tanta la voglia di Milan dello svedese che sembrerebbe pronto a ridursi l’ingaggio pur di rimanere a Milanello. Si parlava di un milione in meno per un anno o di una spalmatura dei sei milioni in due anni, continuando a giocare così fino a 41 anni.

Pioli attende con ansia le scelte del suo giocatore più carismatico perchè sa il contributo che la squadra ha avuto e che potrebbe avere anche in futuro con lui in campo e negli allenamenti.

Ma la seconda sorpresa della giornata non è data solo dal quasi rinnovo di Ibra ma anche della possibilità che anche Bonaventura possa continuare a giocare nel Milan. Una scelta su Jack era stata già fatta, ma un ripensamento, o comunque una sua permanenza non è frutto di fantasia. Anche su questo sono in atto valutazioni che Maldini, Massara e Pioli stanno facendo in virtù del contributo del giocatore alla causa rossonera. Pioli sa bene che se Bonaventura è in forma e gli infortuni gli danno tregua è un giocatore su cui puoi sempre contare. Separarsi ora parrebbe brutto ed ecco perché si discuterà anche di questa opzione.
Raiola sa benissimo che nell'incontro con la società per parlare di Gigio, potrebbe fare un pacchetto unico (Gigio, Ibra e Bonaventura e mettere le basi sull'accordo futuro di Romagnoli) per continuare ad avere voce in capitolo all'interno della società. Senza dimenticare alcuni nomi accostati da diverso tempo ai rossoneri (vedi Boadu).

Perchè tutti i giocatori citati continueranno a fare le fortune del Milan e giocare in maglia rossonera solo e finché Raiola non ci separi. E’ la legge di mercato, pardon di calciomercato.