Eccoci qua, come al solito, da circa 6 mesi a questa parte, in ogni argomento trattato c'entra il COVID, che sia il protagonista assoluto o una comparsa sbiadita, il nostro convitato di pietra non ne vuole sapere di salutare ed andarsene per sempre.
Purtroppo però, la triste verità è che ha stravolto ogni aspetto della nostra vita al suo passaggio, come un ciclone silenzioso che ha fatto cadere tutti i castelli di carte costruiti in anni; per quanto riguarda il mondo del pallone, l'impatto certamente più devastante è stato a livello economico.
Insomma, ne abbiamo sentiti di tutti i colori: squadre che tagliano gli stipendi, giocatori che faticano a trovare l'intesa per giocare due mesi in più del previsto, stadi da riaprire almeno a capienza ridotta per tamponare le perdite di liquidi nelle, già provate, casse societarie, per non parlare poi della guerra sui diritti TV.
L'ultima in ordine cronologico è la teoria secondo cui quest'anno la sessione di calcio mercato estiva (che poi tanto estiva non sarà) diventerà il festival dello scambio di cartellini, ad eccezione di qualche squadra (tipo il Chelsea) che potrà permettersi spese folli in un momento di recessione economica mondiale; bene, in questa situazione ci sono sempre i furbetti che provano ad approfittarsene, magari per sistemare i conti, o magari per provare a piazzare qualche colpo a prezzo di saldo: sto parlando di quelle squadre che iper-valutano i propri tesserati per inserirli in scambi con altri club, di modo che per magia non esca un soldo da nessuna delle due casse, ma entrambi i bilanci sorridano di nuova linfa.
Ma come? Non serve una laurea in economia e finanza per capire che se arrivano dei soldi in cassa, devono per forza essere usciti da qualche altra parte, ma qui arriviamo al trucco: chi ha parlato di soldi veri?

Facciamo un passo alla volta: la squadra X compra il giocatore Rossi a 10 milioni di euro, Rossi è un buon terzino, tanta gamba, tanta grinta, ma nulla di più; il nostro campioncino guadagna 1.5 milioni di euro all'anno per 4 anni, il che significa che a bilancio pesa 13 milioni il primo anno (soldi spesi per l'acquisto del cartellino + stipendio al lordo) e 3 milioni per i successivi 3, in totale l'investimento ammonta a 22 milioni di euro.
Rossi gioca la prima stagione, ma non convince mai fino in fondo, è troppo giovane, non si adatta al gioco proposto dal mister, che nel frattempo mette gli occhi su Bianchi, roccioso centrocampista di un'altra squadra; basta fare uno più uno: vendo Rossi, con quei soldi compro Bianchi... E invece no, sarebbe troppo facile così, per evitare una pericolosa minusvalenza in ottica bilancio (ovvero non perdere soldi dal mio investimento) devo vendere il mio giocatore ad almeno 19 milioni, ma quale club me lo comprerebbe a cifre così elevate rispetto al suo valore reale? Probabilmente nessuno.
Ecco che al presidente viene un colpo di genio, non serve venderlo a quelle cifre, ma solo valutarlo; subito il boss alza il telefono e chiama la squadra per cui gioca Bianchi, proponendogli un'idea molto interessante: uno scambio alla pari, valutando entrambi i giocatori 25 milioni di euro, in questo modo nessun club sborserà un centesimo per i cartellini, ma entrambi avranno venduto i propri tesserati a cifre molto più alte rispetto al loro prezzo di acquisto, realizzando così una golosa plusvalenza.
La stagione successiva va molto meglio, anche grazie all'apporto di Bianchi il nostro club si qualifica in Europa League, ma prima di potersi presentare tirato a lucido ai blocchi di partenza del torneo, deve presentare all'UEFA il bilancio delle 3 stagioni passate, per dimostrare di avere i conti in regola, non avere commesso illeciti finanziari eccetera eccetera...
Nel bilancio spiccano anche quei famosi 6 milioni di euro di plusvalenza (25 - 19) della stagione precedente, l'UEFA fa le sue indagini e una volta terminate ammette la squadra al torneo; qui però si solleva un problema non di poco conto, di quei 6 milioni, non c'è un solo centesimo in cassa, quindi di fatto i conti sono truccati.  
Ovviamente questo è un esempio estremamente semplificato, ma rende bene l'idea del concetto che voglio trasmettere: in un momento in cui mancano soldi, a causa della scellerata gestione precedente che ne è stata fatta, è come se le squadre volessero pagare i propri conti con i soldi del monopoly!
Certamente nessuno ha scoperto l'acqua calda, questa pratica era già estremamente diffusa pre-COVID, basti vedere ad esempio lo scambio Spinazzola - Pellegrini di un anno fa, oppure il possibile scambio Pjanic - Arthur (se mai andrà in porto) ma il problema molto attuale è che questi tipi di magheggi non possono più essere concessi o tollerati dalla UEFA, altrimenti prima o poi il sistema calcio collasserà.
Ripeto, non sono un genio o un luminare finanziario, ma credo non ci voglia molto sforzo per capire che a furia di pagare con soldi immaginari, prima o poi si va a gambe per aria, con possibili effetti per altro devastanti.
In quest'ottica sarebbe necessario rivedere il sistema il sistema del Financial Fair Play, per impedire ai club di auto distruggersi; è già stata ampiamente affrontata la questione relativa alle auto sponsorizzazioni, ma forse sarebbe ora di affrontare anche quella relativa al gonfiore dei cartellini in sede di scambio con altri club, per smascherare le plusvalenze fittizie.
Come? A mio modesto parere, istituendo un osservatorio UEFA (sul modello del noto sito transfermarkt) che stabilisca il reale valore dei cartellini dei giocatori sulla base di parametri quali età, anni di contratto, potenzialità, di modo che i club possano iscrivere a bilancio solo il reale valore del giocatore in caso di scambio e non valutazioni astronomiche, che poi in concreto nemmeno esistono.
Insomma, il fatto è presto noto, il giro di soldi intorno al calcio mercato si è gonfiato a dismisura negli ultimi 10 anni, passando dai faraonici 94 milioni spesi nel 2009 dal buon Florentino Perez per CR7 all'apice della carriera, ai 94 milioni spesi da Agnelli per Higuain dopo una sola eccellente stagione nel 2016 (con tutto il rispetto per il Pipita, sia chiaro); la bolla che si è creata sta raggiungendo dimensioni astronomiche, la prova lampante è il fatto che le stesse società che per anni hanno spillato milioni come fossero birre all'Oktoberfest, dopo appena 3 mesi di fermo, cercano di risparmiare perfino i bronzini (ovviamente tutto in senso relativo).

Le bolle prima o poi esplodono sempre, e nonostante qualche squadra stia cercando di gonfiare ancora la mega bolla speculativa che si è venuta a creare in anni, se l'UEFA non interverrà seriamente, allora saranno guai per tutti.