E' di poco fa la notizia dell'ultima idea proposta da Marcello Nicchi, un' idea che nella sua semplicità si mostra come geniale, non tanto per la Serie A, ma soprattutto per noi tifosi, in quanto dopo tanti anni di discussioni, richieste di presidenti, tifosi e dirigenti di società sta iniziando a materializzarsi la possibilità di poter chiedere spiegazioni per le decisioni arbitrali proprio agli stessi direttori di gara, che con le loro scelte, nonostante il Var, continuano a fare discutere ed infuriare i tifosi.

Che ci si dovesse muovere in questa direzione, e che questo fosse un passo inevitabile da fare era chiaro da moltissimo tempo, ma non per gli organi decisionali. Da sempre i tifosi si dibattono e si interrogano sul perchè, a fine partita, non si possa trovare il tempo di intervistare i direttori di gara, dandogli la possibilità di spiegare il perchè delle loro scelte e il metro arbitrale deciso per condurre la gara. Tuttavia il processo di avvicinamento a questa tappa è stato lungo, e per molte squadre doloroso, poichè gravate in alcuni casi da gravi errori. 

Partendo dagli assistenti di linee, il Var diviene un passo obbligato soprattuto grazie al grande successo dell'occhio di falco, largamente utilizzato in altri sporti, pallavvolo e tennis, confermando l'affidabilità della tecnologia e la sua capacità di azzerare le discussioni, lasciando solamente l'amaro in bocca quando il gol non viene dato per questione di millimetri, ma quello, in realtà, rappresenta un punto a favore della teconologia con buona pace dei tifosi. Il Var, supportato da una valida tecnologia, diviene una realtà soprattuto grazie alla spinta di alcuni personaggi del mondo del calcio che non hanno mai fatto un mistero di ritenere alcune squadre favorite dagli arbitri, o comunque, che ci siano squadre a cui gli errori vadano sempre a favore ed altre a cui vadano sempre contro. Spinto da questa esasperazione il Var fa il suo ingresso sulla scena, anzi, per meglio dire, fa il suo ingresso in campo. Nonostante un avvio promettente, ciò che fa seguito alla sua introduzion non sarà una diminuzione delle liti e delle ipotesi di favoreggiamento, anzi, queste voci e queste liti si moltiplicano soprattuto a causa di errori palesi, alcuni dei quali non avevano nemmeno bisogno dell'ausilio del Var. Ad esempio:

  1. Il gol di Di Marco contro l' Inter in fuori gioco
  2. Il fallo fischiato a favore dell'Inter contro la Roma, che ha registato anche un pesante attacco da parte di Totti
  3. Il gol di mano di Cutrone in Milan - Lazio, inspiegabilemnte non annullato
  4. L'espulsione di Immobile in Lazio - Torino, assurda poichè il fallo di mano di Iago Falque avvenne sotto gli occhi del direttore di gara

Qundi si capisce come il Var invece di dissipare definitivamente l'idea di favoritismi non ha fatto altro che rinforzarla. La proposta di Nicchi si presenta giusta anche alla luce della malcelata reticenza con cui i fischietti italiani si sono rapportati alla tecnologia, passando l'idea che gli arbitri vedano lesa la prorpria autorità dal Var, e portandoli, molto spesso, a fare affidamento solo sul proprio parere invece di confrontarsi anche con le imamgini, cosa che in molte occasioni li ha portati a sbagliare. Per questo verso la decisione di Nicchi può essere vincente, fino ad oggi gli arbitri anche se sbagliavano non hanno mai dovuto rispondere dei loro errori o comunque giustificare le loro scelte davanti alla stampa, se questa ipotesi dovesse passare divenendo realtà sicuramente i direttori di gara si appoggerebbero di più alla tecnologia, sapendo che in caso di errore, sta volta, ne dovrebbero rispondere in prima persona. 

Infine, l'idea di Nicchi prevede anche la visione condivisa, nelle partite più importanti, della partita in sala var da parte dei presidenti delle due squadre che si fronteggiano, idea che sicuramente stuzzica gli appasionati di calcio dal pensiero di cosa potrebbe accadere durante le partite tra Napoli e Juventus. Idea pure questa ottima, poichè renderebbe i presidenti delle squadre primi garanti della regolarità delle decisioni arbitrali.