Dall'Italia campione del mondo in poi, il nostro caro mercato di gennaio ha riservato a tutti gli appassionati, e a molti addetti ai lavori, anni e anni di pura e vera noia.
Troppe sessioni di mercato invernale sono scivolate nell'anonimato, portandosi dietro solo ricordi di bidoni clamorosi e di affari fatti solo "pour parler".

Quello che attraversiamo in questi giorni ha tutta l'aria invece di essere un qualcosa di diverso, un qualcosa di quasi anomalo e terribilmente vintage. Già! Anni di anonimato abbiamo detto! E questo sicuramente é andato di pari passo al livello del nostro calcio e del nostro sistema. Eravamo diventati troppo brutti per non reagire. Ma chi pensava che lo avremmo fatto così rapidamente? Non più tardi dell'anno scorso, il mercato di riparazione aveva consegnato alle squadre top di serie A solo chiacchiere e tanto stress. Nessun soldo girava, e tutto quello che si poteva fare era solo la mera ricerca di un prestito all'ultimo minuto, o di qualcuno che non aveva digerito il panettone nei propri clubs. 

Questo 2020 invece è partito proprio in quinta! E tutto si può forse ridurre ad un solo minimo comune denominatore. Voi forse ora penserete che quello che sto per scrivere sia folle o senza senso. E invece se vi fermate a pensare, noterete che qualcosa negli ultimi 2-3 anni nel calcio in Italia è cambiato. C'e qualcosa o qualcuno che non è mai stato in grado di competere ad alti livelli, dando fastidio alle squadre candidate a piazzamenti importanti, e soprattutto non ha mai sfornato così tanti talenti in così poco tempo, da dare cosi uno scossone economico al sistema, finendo così per migliorare e livellare un qualcosa che negli ultimi tempi era diventato troppo monotema.
Stiamo ovviamente parlando dell'Atalanta. Ogni parola ormai è superflua perché tutto quello che c'è da dire sui nerazzurri in questi anni é stato abbondantemente detto e spiegato. Quello che c'è dietro a quello che vediamo noi in tv, rimane e rimarrà per sempre un modello da studiare e da esportare. 

Dicevamo di quello che ha prodotto il fenomeno Atalanta nel calcio italiano, e subito ci viene in mente di parlare di giovani, di programmazione e di pazienza. La pazienza!! Una parola così semplice ma allo stesso tempo così complicata. Quest'anno, ovviamente, il nostro campionato ha collezionato l'ennesima medaglia d'oro per il numero di esoneri degli allenatori. Non esiste più ormai nessuna forma di aspettativa nei riguardi di chi pilota le squadre di calcio. Finendo così per mettere confusione in ambienti dove già ce n'è parecchia (vedi Milan, Fiorentina, Napoli ma anche Genoa o Brescia).

Si cambia allenatore e si commettono quindi errori sul mercato appena fatto, che sia estivo o di riparazione. Grazie quindi a quello che ha trasmesso l'Atalanta al calcio italiano possiamo oggi beneficiare di un campionato migliore e di un calciomercato appassionante e veritiero. Perché se non ci fosse stata la Dea ad infondere la "moda" (speriamo non lo sia) di fare esordire i giovani e di crederci, non avremmo oggi nemmeno un minimo di speranza di rivedere quel calcio stellare di fine anni '90.