Finale di Champions League 2011/12: a Monaco di Baviera arrivano il Bayern Monaco e il Chelsea, rispettivamente allenati da Jupp Heynckes e Roberto Di Matteo. I tedeschi sono tra le favorite da inizio stagione, soprattutto dopo aver battuto il Real Madrid. I londinesi, dati per spacciati, vivono un'annata particolare. In campionato il percorso è negativo, infatti non si va oltre il sesto posto. Il cammino in Europa è l'unica nota positiva, almeno lo è da quando è arrivato Di Matteo in panchina, che va a sostituire Villas Boas nel mese di marzo.
Non può che esserci un cambio più azzeccato: dopo 10 giorni da allenatore dei Blues, l'italiano porta la squadra a una rimonta contro il Napoli negli ottavi di finale vincendo per 4 a 1. Da lì la stagione europea è tutta in salita.
Ai quarti di finale, gli inglesi battono tra andata e ritorno 3-1 i l Benfica, e da lì gli inglesi non possono che sognare: non puoi non farlo se arrivi tra le migliori quattro.
Il sorteggio riserva a Drogba e compagni la squadra marziana allenata da Pep Guardiola: il Barcellona.
Tutto sembra già scritto, la finale si dà per scontato che sarà il classico di Spagna: ma non è così, perché quell'anno la Coppa dei campioni ha voluto riservare sorprese. Il Chelsea batte 1-0 i blaugrana all'andata, risultato che va molto stretto perché basterà pareggiare per 2 a 2 al Camp Nou per approdare alla finalissima. Dall'altra parte, come anticipato, sarà il Bayern a passare: certo il Real è il Real, ma i tedeschi dopo la finale persa nel 2010 contro l'Inter, è migliorata a livello di rosa e si sta rivelando appunto una delle squadre migliori al mondo.

I bavaresi hanno il pronostico tutto dalla loro parte. Un vantaggio enorme che hanno a disposizione è quello di giocare il match in casa loro. Tutto sembra collegato, la trama già scritta va solo attuata, ma nessuno ha ancora capito che il Chelsea di Lampard, Drogba e David Luiz è lì per salvare una stagione e per portare gli inglesi sul tetto d'Europa; obiettivo sfumato 4 anni prima in finale contro i connazionali del Manchester United.
Il Chelsea, come ci ha abituato durante il cammino per la finale, gioca sulla difensiva sperando in delle ripartenze che portino alla rete, mentre il Bayern surclassa gli avversari all'interno della loro area, dominando il primo e il secondo tempo.
Il risultato si sblocca all'83esimo, un colpo di testa di Muller manda la palla nella porta di Cech, dove può fare sicuramente meglio per tenere la porta inviolata. Tutto è come gli appassionati immaginano, il Bayern è vicino alla sua quinta coppa, ma proprio quando tutto sembra finito, Drogba sale in cattedra e risponde con un gol di testa grazie a un corner impeccabile corner di Mata. Gol indimenticabile, soprattutto per noi italiani, grazie alla leggendaria telecronaca di Massimo Marianella. "Battuto il corner verso Drogbaaa, Drogbaaa. Ancora una volta, sempre Drogba. Meravigliosamente, incredibilmente Drogba. Anche nella finale di Coppa dei Campioni."

Si va ai tempi supplementari: il Bayern ha un occasione dal dischetto ma Cech salva miracolosamente. Passa la mezz'ora in più di gioco e il risultato resta l'1 pari. Si va ai calci di rigore. Il primo rigore spetta a Lham, uno dei migliori se non il migliore del match e di conseguenza non può sbagliare dagli 11 metri. Il primo per i Blues spetta a Mata. I bavaresi però, troppo sicuri di se stessi, si fanno rimontare a causa degli errori di Olic e Schweinsteiger. Il destino perciò, riserva il rigore decisivo a colui che trascinato fin lì il Chelsea: Didier Drogba. Tiro dell'avoriano e il portiere tedesco spiazzato, il Chelsea è campione d'Europa per la prima volta.

I bavaresi sono increduli, Robben non manda giù l'aver perso la seconda finale in 3 anni.
La sconfitta è più amara del dovuto non solo perché hai perso a casa tua, ma perché quando batti il Real Madrid in un'edizione della Champions League, non puoi che essere certo che metterai tu le mani sulla coppa.
Eppure i Blues si sono fatti valere, ricordare i gol decisivi di Drogba in quell'edizione della Champions ha un non so che di affascinante. Se la finale è giocata dalle due sulla carta lo spettacolo è assicurato, ma se sul tabellone accanto la favorita c'è il nome del club che non ti aspetti e quest'ultimo è lì per vincere, non per fare solo comparsa, l'evento può regalare emozioni e sorprese proprio come è successo nel 2012.