Nel calcio, si sa, vengono ricordarti sempre i vincitori. Diversi calciatori hanno creato delle vere e proprie dinastie nelle squadre di appartenenza, vincendo decine di titoli indossando sempre la stessa maglia. La storia che vi racconto però è quella di un giocatore che non si è limitato a vincere tutto quello che poteva vincere (ad eccezione della Champions League sfiorata in due occasioni), ma che ha letteralmente trasformato in oro, o meglio in trofei, ogni esperienza della sua carriera. Ecco a voi Filipe Luís, il re Mida brasiliano.

Filipe Luís Kasmirski (Jaraguá do Sul, 9/08/1985) ha vinto nella sua lunga carriera 18 trofei, di cui due con la nazionale brasiliana (Fifa Confederation Cup 2013 e Copa América 2019). Ciò che rende la sua carriera incredibile è che i restanti trofei li ha conquistati con ben cinque squadre diverse. Ma andiamo con calma e partiamo da dove tutto è iniziato.

Gli inizi di carriera

Filipe Luís dà i primi calci al pallone con la maglia delle giovanili della Figueirense, club di Florianópolis, città nello stato di Santa Catarina. L’esordio tra i professionisti avviene nel 2003 ad appena 18 anni nel campionato statale. Nel primo anno da professionista mette insieme 24 presenze, un gol e il primo titolo in carriera, il Campeonato Catarinense. Filipe Luís dimostra già in quell’esperienza una grande propensione al gioco europeo mostrando rapidità e forza fisica fuori dal comune.

L’arrivo in Europa

Per questo motivo l’anno successivo viene acquistato in prestito dall’Ajax. Il salto di categoria si fa sentire e il terzino brasiliano non accumula un singolo minuto in Eredivisie, motivo per cui i lancieri decidono di non riscattarlo. Nuovo anno, nuova avventura. Nel 2005 firma con gli uruguaiani del Rentistas (dove non farà mai l’esordio) che lo spediscono in prestito a Madrid, ma non ancora sponda Atletico. A sorpresa Florentino Pérez decide di puntare sul giovanissimo brasiliano per il suo Real Madrid galactico. La stagione 2005-2006 segna l’esordio in un campionato europeo di Filipe Luís, ma non con il Real Madrid. Gioca 37 partite con il Castilla, la squadra B dei blancos, nella Liga Adelante, dove viene riconosciuto come uno dei migliori terzini sinistri. Tenete a mente questa esperienza perché quella del Castilla sarà l’ultima maglia indossata senza alzare al cielo un trofeo.

Il Deportivo, la squadra giusta al momento giusto

L’anno seguente il Deportivo La Coruña, una delle migliori squadre spagnole di inizio anni duemila, decide di puntare su di lui come erede di Joan Capdevila, l’allora terzino sinistro della nazionale spagnola. Il primo anno lo trascorre come riserva del forte spagnolo, collezionando poche presenze in Liga. Nell’estate del 2007, con la cessione di Capdevila al Villareal, Filipe Luís conquista il tanto atteso ruolo di titolare e il primo trofeo europeo, la Coppa Intertoto. Sarà l’unico trofeo con la maglia del Depor, con cui disputa, fino al 2010, 114 partite tra campionato e coppe, guadagnandosi le prime convocazioni con la nazionale verdeoro.

Gli anni all’Atletico e il salto di qualità

Servono 12 milioni di euro per metterlo di nuovo su un aereo direzione Madrid. Questa volta però non è il Real Madrid ad essersi mosso, ma l’Atletico, fresco vincitore dell’Europa League con Quique Sánchez Flores in panchina. Meno di un mese e vince subito il primo trofeo con i colchoneros, la Supercoppa Europea contro l’Inter. La svolta nella storia del club e della carriera di Filipe Luís avviene nella stagione 2011-2012. Simeone prende il comando dell’Atletico Madrid alla fine del girone d’andata. Trova nel brasiliano un giocatore perfetto per il suo gioco rapido ed aggressivo, incentrato su pressing e gioco verticale. Il Cholo fa di lui una colonna della squadra che nei successivi tre anni vincerà un’Europa League, una Copa del Rey, una Liga, una Supercoppa Europea e si arrenderà solo ai supplementari nella finale di Champions con i cugini del Real Madrid.

L’anno di transizione al Chelsea

Nel 2014-2015 la ricostruzione del Chelsea passa per Madrid e il terzino viene acquistato per 20 milioni. In un solo anno conquista una Premier League ed una Football League Cup.

Il ritorno all’Atletico

Quella inglese è solo una parentesi perché il richiamo dell’Atletico è troppo forte. Nelle successive tre stagioni altra scorpacciata di trofei con la vittoria di Europa League e Supercoppa Europea. Nel 2019 torna in patria per giocare (e vincere) la Copa América con la sua nazionale, con la quale già nel 2013 aveva ottenuto la Confederation Cup. Il contratto con l’Atletico è scaduto nei giorni della Copa e Filipe Luís deve scegliere la sua destinazione.

Finalmente Fla

Ha richieste praticamente da tutto il mondo, ma decide di tornare in patria, al Flamengo, la sua squadra del cuore da quando da menino guardava i gol di Athirson e Petkovic che portavano il Mengão alla conquista del titolo carioca. La sua è una scelta di cuore, ma non solo. Il Flamengo è una squadra incredibile costruita per vincere tutto con lui, Rafinha, Gabigol, Gerson, Diego, Bruno Henrique e molti altri. La storia dopo il suo acquisto sembra già scritta. In appena quattro mesi conquista i primi titoli sudamericani della sua incredibile carriera: la Copa Libertadores e il Brasileirão.

Il contratto al Flamengo scadrà nel 2021 e chissà se Filipe Luís, il re Mida del futebol brasiliano, riuscirà a portare di nuovo in trionfo la sua squadra come ha sempre fatto in tutta la sua lunga carriera.