Le recenti vicende che si sono susseguite ad Andria, la città in cui non sono nato ma sono cresciuto, hanno travolto come un fulmine a ciel sereno tutta la comunità di tifosi della Fidelis Andria, me compreso. Tutto questo mi ha fatto riflettere e, in qualità di cittadino di Andria, mi sono sentito in dovere di raccontare ciò che sta accadendo attorno alla società federiciana, per far trasparire tutto il mio disappunto nei confronti del Comune, della società e delle loro scelte. Il problema della Fidelis Andria è che di problemi ce ne sono tanti, fin troppi. Ma partiamo dal principio.

La questione stadio

La Fidelis gioca allo Stadio degli Ulivi, un impianto sportivo con 15.000 posti, di cui solo 9.140 sono disponibili data l'inagibilità del settore distinti
. Questo è il primo grande problema. A confermare quanto detto, basti pensare che l'ultimo restyling al degli Ulivi risale al lontano 2011. Ma non è finita qui. Oltre al settore distinti indisponibile, gran parte delle sedie sono rotte o danneggiate e il manto erboso è a dir poco vergognoso. Preferirei non dire ciò che penso del prato, perché verrei censurato. A tre settimane dall'inizio del campionato di Serie D, il campo non è stato ancora curato ed è pieno di pezzi di terra, escrescenze d'erba eccessive e problemi vari. C'è un'alta probabilità che la Fidelis inizi il campionato giocando in un campo neutro e questa notizia, non può che scatenare l'ira dei tifosi già indignati con la società. Qualche giorno fa, la Curva Nord ha esposto uno striscione vicino allo stadio che recitava: "Un anno di gestione commissariale, due volte il manto erboso da rifare... Tufariello rispetto per Andria e la sua gente!". Un messaggio chiaro ad una città senza sindaco che, in ambito sportivo, sovrabbonda di problemi e incomprensioni.

La questione mercato

Non solo lo stadio tra i problemi del club biancoazzurro. Infatti, il calciomercato estivo lascia sempre a desiderare. Acquisti poco determinanti e cessioni di giocatori importanti. La stagione 2019-20 ne è la provaLoris Palazzo, miglior marcatore e assoluto trascinatore è stato ceduto dopo un solo anno sotto il segno del Leone. Anche il giovane Nannola, classe 2001, centrocampista quasi sempre titolare, è stato ceduto a titolo gratuito al Grosseto. E a sostituirli sono arrivati giocatori discreti che, almeno sulla carta, non saranno in grado di compensare le prestazioni di Palazzo e Nannola. Magari poi, loro mi smentiranno, ma, ad oggi, sono state fatte cessioni importanti e difficilmente sostituibili.

La questione allenatore

Trovare un buon allenatore sembra un'impresa ardua per la dirigenza andriese. Un tabù che ormai va avanti da tre anni. I vari Loseto, Papagni e gli odiatissimi Favarin e Potenza che si sono cimentati sulla panchina della Fidelis hanno, chi per un motivo chi per un altro, deluso dirigenza e tifoseria
. Non a caso nessuno dei quattro sopracitati è rimasto sulla panchina biancoazzurra per più di una stagione. Una lunga serie di colpi bassi per il popolo andriese che non riceve conferme dal club da tanto tempo. Ormai la storica promozione in Serie B è un lontanissimo ricordo. Il presente si chiama Serie D e, vista la situazione, può darsi che anche il futuro ci riservi la Serie D. In attesa della rinascita, i tifosi continuano a sostenere la squadra anche se in numero molto inferiore, però il dubbio persiste: quand'è che la Fidelis supererà questo periodo buio?