Bene o male ogni appassionato di calcio ha sentito nominare almeno una volta nella propria vita il nome “Ferenc Puskas":attaccante ungherese in attività tra gli anni ‘40 e ‘60, considerato uno dei giocatori più forti della storia. Puskas è un’icona del calcio europeo e mondiale: finalista nel campionato del mondo del 1954 con la nazionale ungherese e tre volte vincitore della Coppa dei Campioni con il Real Madrid, a lui sono intitolati lo stadio che ospita attualmente le partite casalinghe dell’Ungheria (la Puskas Arena), una squadra di calcio (la Puskas Academy, attualmente terza nel campionato ungherese) ed il premio per il miglior gol dell’anno (il Puskas Award, istituito dalla FIFA e vinto nell'ultima edizione da Heung-Min Son).
Puskas nella sua carriera da calciatore ha vestito le maglie di soli due club: quella dell’Honvéd (che fino al 1949, si chiamava “Kispest”) e quella del Real Madrid, con le quali ha realizzato la straordinaria cifra di 620 gol in 631 presenze.Se però la carriera da calciatore di Ferenc Puskas è molto conosciuta, è meno conosciuta la, anch’essa straordinaria, ma più curiosa carriera da allenatore. Puskas ha infatti allenato, nell’arco di 26 anni, ben 12 squadre di  club e 2 nazionali, in diverse parti del mondo, vincendo 2 campionati greci con il Panathinaikos (stagioni 1969-1970 e 1971-1972), un campionato paraguaiano con il Sol de America (nel 1986, uno degli unici due campionati vinti nella storia del club) ed infine 3 coppe ed un campionato (1990-1991) con il South Melbourne in Australia.
Straordinaria fu però la sua prima esperienza in Grecia, col Panathinaikos (allenerà poi anche l’Aek Atene), dove non fanno tanto clamore i due campionati vinti quanto la finale di Coppa dei Campioni raggiunta nel 1971, impresa mai più ripetuta da squadre elleniche. Il Panathinaikos ebbe l’occasione di partecipare nell'edizione 1970-1971 proprio grazie alla vittoria del campionato ottenuta da Puskas nel suo primo anno ad Atene. Ai sedicesimi di finale il Panathinaikos sconfisse agevolmente con un complessivo 7-1 i lussemburghesi della Jeunesse Esch. Agli ottavi di finale incontrarono lo Slovan Bratislava, vincitore due anni prima della Coppa delle Coppe e vinsero 4-2. Il turno successivo vide il Panathinaikos affrontare l'Everton campione d'Inghilterra ,la squadra di Puskas pareggiò 1-1 a Goodison Park nella gara di andata e passò il turno grazie al pareggio a reti a bianche ottenuto nella partita di ritorno giocata ad Atene, in virtù della regola dei gol fuori casa.
La vera impresa fu però la semifinale disputata contro la Stella Rossa di Belgrado: il Panathinaikos sembrava infatti già destinato all’uscita dopo il pesante 4-1 subito al Marakàna, ma al ritorno vincendo sorprendentemente 3-0 lo svantaggio venne recuperato e gli Ateniesi passarono il turno ancora una volta grazie alla regola dei gol fuori casa. Purtroppo per Ferenc Puskas e per  suoi ragazzi, trascinati in finale anche grazie ai gol di Antoniadis (capocannoniere del torneo con 10 marcature) non ci fu nulla da fare contro l’Ajax di Rinus Michels, che già impattava prepotentemente sul mondo del calcio con l’applicazione dell’idea del Calcio totale (totaalvoetbal).
La gara giocata a Wembley fu a senso unico, ed il 2-0 finale (con la partita decisa dall’olandese Haan solo all’84’,dopo l’1-0 firmato da Van Dijk al 5’) è assolutamente un risultato bugiardo, dato che l’Ajax avrebbe potuto fare almeno 3 gol in più, non realizzati anche per colpa della leziosità dei fenomenali Lancieri.
Terminò qui quindi la cavalcata del Panathinaikos di Puskas, che due anni dopo sprecherà la possibilità di riscattarsi uscendo subito al primo turno contro il CSKA Sofia. Nel 1974 Puskas lascerà Atene e inizierà a girare il mondo, ritirandosi nel 1993, dopo un’ultima breve esperienza da CT con la sua amata Ungheria.Il Panathinaikos ebbe altre due occasioni per arrivare in finale di Coppa dei Campioni: nella stagione 1984-1985, dove si dovette arrendere al Liverpool e nella stagione 1995-1996, dove ancora una volta, il sogno greco fu interrotto dall’Ajax di Van Gaal campione in carica, che verrà sconfitto in finale dalla Juventus di Lippi, regalando probabilmente un sorriso alla parte biancoverde di Atene.