Sono solo sei punti. È la facile obiezione che basterebbe per smorzare gli entusiasmi dei tifosi della Spal. Gli stessi che, in questi giorni, si stanno lustrando gli occhi guardando e riguardando la classifica di Serie A.
Ascoltando e leggendo le parole di due protagonisti, però, non certo secondari di questa Spal che sogna, vale a dire mister Semplici e il patron Simone Colombarini, si può cogliere qualcosa di più di che cosa significhino quei sei punti.
Da un lato, c’è un tecnico che sta continuando a tradurre sul campo, attraverso il lavoro quotidiano, le consapevolezze che hanno permesso alla squadra di Ferrara di salvarsi al termine della scorsa stagione e ribadite in questi giorni dallo stesso Semplici: organizzazione tattica, crescita tecnica e fisica.
Dall’altra c’è Simone Colambarini, che si definisce un patron guidato dalla passione e dall’amore per la sua città, tanto da non riuscire ad immaginarsi lontano da essa.
Non solo, lo stesso Colombarini ha  precisato che ogni scelta della società ha un senso e un significato preciso, non lasciando spazio a sogni smisurati o facili entusiasmi. Il tutto coltivato in un ambiente familiare.
Dalle parole dello stesso Colombarini, inoltre, si delineano gli altri segreti di questa Spal. Un presidente competente e appassionato come Walter Mattioli, al cui fianco lavora un direttore sportivo, Vagnati, a dir poco illuminato: nel saper sfruttare al meglio le risorse messe a sua disposizione dalla proprietà per fornire all tecnico le pedine giuste.

A questo proposito: il fedelissimo Lazzari e il capitano Antenucci sono i simboli di un progetto tecnico che ha saputo costruirsi nel tempo, facendo leva sulle motivazioni e le qualità umane dei singoli. Tutte queste cose, che sintetizzano il progetto Spal targato famiglia Colombarini e partito nel 2013, fanno capire che quei sei punti non sono solo sei punti.