Si conclude un 2022 che, almeno in ambito calcistico, ha fatto gioire tutto il popolo rossonero, costretto per troppi anni a guardare vincere le altre formazioni.
Un anno che, in concomitanza con la sosta del campionato, per un Mondiale di Calcio con la Nazionale Italiana nuovamente non qualificata, ci ha proposto solo pessime notizie e lutti dolorosi.
Un calcio, è bene ricordarlo, fallimentare in troppi aspetti e se quello economico può essere importante, ma ricade sempre su gruppi finanziari o presidenti, in grado di supportarne le perdite, è viceversa insopportabile la facilità con cui sono stati oltrepassati tutti i concetti più elementari di "sportività e rispetto delle regole". Lo scudetto del Milan è principalmente, per questo motivo, che ha avuto una valenza infinitamente superiore a tutte le altre vittorie. Perchè mentre le dirette rivali si rafforzavano, grazie a stratagemmi finanziari, al ritardo nel pagamento degli stipendi ed ad ogni cavillo, legale o non, per raggirare un regolamento già di suo inefficace, il Milan puntava a ridurre le perdite, a tagliare gli stipendi e cercare quel pareggio di bilancio che, senza consistenti aumenti delle entrate, quindi sponsorizzazioni, biglietti, tv, o la vendita dei giocatori più forti, non consentono di poter competere con chi ha risorse, reali o fittizie, ben superiori.

Bisogna essere franchi e realisti. Lo scudetto del Milan è paragonabile alla vittoria di Davide contro Golia e per chi avesse dubbi, la pura realtà ora è fin troppo evidente e sotto i nostri occhi. Da Campione d'Italia, chiudendo il bilancio in perdita di una sessantina di milioni, il Milan non solo non ha potuto agire sul mercato estivo, con gli investimenti necessari per poter affrontare nel modo migliore, una nuova stagione arricchita da due obbiettivi fin troppo importanti, Supercoppa Italiana e passaggio del girone Champions, ma non ha neppure potuto trattenere Kessie, perdendolo a zero e senza poterlo sostituire con un giocatore altrettanto utile e funzionale, logicamente troppo costoso per le casse di un Club costantemente in perdita economica. Se a ciò aggiungiamo il fatto che la "sfortuna", nella forma degli infortuni, non solo non vuole abbandonare i colori rossoneri, ma si accanisce colpendo regolarmente i reparti più importanti, portiere e attacco, ecco che tutta la gioia che ci ha accompagnato in un indimenticabile 2022, rischia di dover essere accantonata, magari momentaneamente, almeno fino a quando quelle risorse, che vengono segnalate in costante incremento, possano essere indirizzate a quelle spese di rafforzamento della squadra, che sono note a tutti.
In Veneto si usa questa frase: "peso il tacon, del buso" per evidenziare quanto spesso sia facile, nel tentativo di risolvere un problema, fare peggio. Purtroppo questo è accaduto al Milan, nel mercato estivo. In assenza di risorse sufficienti e con vincoli fin troppo limitativi, in ambito stipendi, Maldini e Massara sono stati costretti a fare delle scelte, consapevoli di incorrere in rischi. Origi, a zero, senza cioè spendere per il cartellino, sembrava un vero affare anche se nella consapevolezza che era reduce da molteplici infortuni, ma poi abbiamo visto quale è stato il suo rendimento. Zyech inavvicinabile, come Dybala o altri. Giocatori in prestito, per non aggravare un bilancio ancora distante dal pareggio, ma che poi non solo non vengono utilizzati, vedi Bakayoko, ma "avvelenano" l'ambiente. Infine, potenzialità che hanno bisogno solo di tempo, ma le squadre che ambiscono alle Vittorie, ne hanno sempre meno. Lo splendido Milan guidato da Mister Pioli alla vittoria dello scudetto poggia su alcuni giocatori di cui non si può assolutamente rinunciare per poter vincere le partite. Mi riferisco a Maignan, Theo, Tonali, Bennacer, Giroud e Leao. In assenza di questi, ogni avversario diventa difficile da battere, a cominciare dalla Salernitana.

Sappiamo tutti che le soluzioni non arriveranno dal mercato invernale, sarebbe illogico, se non sfoltendo una rosa che è composta da 31 giocatori e contro a tutte le strategie societarie che, da tifosi, abbiamo sostenuto e accettato, compresi gli addii senza monetizzare di Gigio, il Turco e Kessie.
Ingoiamo l'ennesimo boccone amaro, ripagati appunto dallo scudetto in bella mostra sulle maglie, a proposito, inguardabile quella verde indossata in Olanda. La speranza è che ci sia una fine a questa rincorsa al bilancio di pareggio e si possa tornare ad investire, nel giusto, senza eccessi, ma neppure senza l'eterno bisogno di fare tentativi, come Pellegri, Messias, Mirante, Ballò e molti altri. Perchè nel calcio della "finanza" può avere una logica, regalare 20 M a Gazidis quale premio per la vendita di Elliott a Red Bird e 400 Milioni di utili, ma nel calcio degli sportivi, dei tifosi e dei risultati, era più opportuno indirizzarli nel rafforzamento della squadra. Senza poi addentrarsi nell'argomento stadio, poichè ci auguriamo che questa "telenovela" fatta di chiacchiere e non di fatti, sia finalmente giunta alla conclusione, con San Siro salvato dai "barbari moderni" che pronti ad abbatterlo e ridurne la capienza, sarebbero disposti a tutti pur di trarne guadagni e badate bene, PERSONALI, non a favore del Club che tanto amiamo. 

Buon Anno a tutti, alla redazione e a chi ama il calcio, quello vero, quello fatto ancora di passione e non sottomesso al denaro.