È quasi tempo di calciomercato. Il tamtam mediatico è già partito e tra non molto si entrerà in un tourbillon di notizie che alimenteranno sogni e fantasie di tifosi e lettori che, ahimè, completamente ignari della realtà che li circonda, continueranno a vivere il loro tifo perennemente immersi in una fase Rem. «Sogna perché nel sonno puoi trovare quello che il giorno non ti può dare» [Jim Morrison]. Questa celebre citazione rende bene l’idea di quello che è il mio pensiero sui tanti “sognatori di fenomeni” che si nutrono di giornali e siti sportivi per sfamare la loro realizzazione allucinatoria che al contrario rimarrebbe inappagata durante i rari momenti di visione della realtà, quando quei fenomeni si trasformano in giocatori “normali”. Il tempo dei mecenati è finito e nella loro ritirata hanno portato via anni di successi, campioni, gloria e spavalderia lasciando campo libero a improvvisazione, mancanza di idee e totale inadeguatezza di dirigenze e dirigenti, capaci di pensare esclusivamente al presente guardando al passato. Questo è l’errore che non dobbiamo perseguire; è si bello ricordare i fasti del (ormai lontano)2010 ma non si può vivere nei ricordi, anche quando la realtà affonda in un mare di mediocrità e rossi in bilancio. Distintamente a quanto fatto finora dalle varie governance, lasciamo il passato tra i ricordi e concentriamoci esclusivamente sul futuro con un occhio al presente. Le prime tre della classe Juve, Roma e Napoli sono le più forti e difficilmente le cose cambieranno il prossimo anno. Ogni luglio si parla di progetti e piani biennali, triennali, quinquennali ma poi, tirando le somme a fine stagione, si nota facilmente che le parole rimangono tali e i (pochi) soldi rimasti volati via con i vari Eder e Felipe Melo. I conti in rosso non permettono di acquistare giocatori per fare quel salto di qualità e competere ad armi pari per un piazzamento sul podio quindi anche se a malincuore, potremmo/dovremmo accontentarci di non vendere i migliori (Handanovic, Medel possibili eccezioni) e completare la rosa per non dover sacrificare più Brozovic sull’esterno e affidare a Melo/Medel le chiavi della regia; onestamente meglio uno Giaccherini e un Viviani nei loro ruoli naturali. Premesso che una buona dirigenza dovrebbe aiutare il tifoso a non perdere l’orientamento, con onestà dovrebbe spiegare quelle che sono le reali situazioni invece di nascondersi dietro una serie di belle intenzioni, che poi diventano scuse seguite poi da spiegazioni che iniziano e finiscono sempre per FINANCIAL FAIR PLAY. Con o senza FFP la situazione sarebbe identica poiché prima di fare i conti con l’UEFA bisogna farli con il bilancio che da anni è uno spietato nemico. Ma se la società continua a non essere chiara con i tifosi la colpa della presa in giro è anche di molti di loro. È arrivato il momento di evolversi e imparare a camminare da soli nell’era post Moratti e smetterla di pretendere dalla proprietà ingenti prelievi dai patrimoni personali o cercando di rincorrere chi ci è davanti a suon di nomi che il meglio lo hanno dato quando anche noi eravamo all’apice, ormai più di un lustro fa. Le imperdibili “occasioni” Vidic, Tourè, Erkin e svariati altri fenomeni ultra trentenni o quasi, che con i loro ingaggi e premi di “ben venuto” pesano sui bilanci più di un discreto under 25, alla fine dei giochi, troppo spesso, non lasciano che un chiodo con degli scarpini che in campo non hanno lasciato segno alcuno. Metabolizzato l’addio dei vecchi patron è tempo perso aspettarne di nuovi in stile sceicchi ed è ancora più malsano pretendere che altri facciano ciò che le vecchie proprietà non erano più in grado di fare. È inutile pretendere dall’imprenditore Thohir ciò che non può o vuole fare(o dare), urlare allo scandalo e chiedere di vendere a quel fantomatico Mister X che ovviamente oltre a non esistere sarebbe disposto a buttare centinaia di milioni al grido di “Milano è grande”! Per quanto riguarda i giocatori in scadenza, possono si essere buone opportunità ma, vanno valutate molto attentamente e senza farsi attrarre troppo da quello zero stampato sul cartellino poiché i costi maggiori appartengono più alla gestione che all’acquisto dei calciatori. Siamo sicuri che il Tourè di turno dia ancora di più di un Cataldi? E a che prezzo? Meglio un Erkin a più di 10M lordi in tre anni o un Masina? In ogni caso senza ingenti investimenti, al momento impossibili, il gap dalle prime non verrà assorbito quindi meglio programmare un futuro più luminoso piuttosto che inseguire invano un passato glorioso. Questione di scelte, giuste o come spesso accade ultimamente sbagliate. Lorenzo