Forse è ingiusto aggiungere sale alle ferite milaniste, ma la verità esige il suo spazio, sempre e comunque; dunque dobbiamo dire che il 5 a zero con cui La DEA ha surclassato i rossoneri rappresenta l'esatta dimensione della differenza attuale delle due squadre.

Troppo facile oggi per la dirigenza milanista scomodare scuse e parole vacue come "dignità, giornata storta, prestazione imbarazzante, inadeguatezza, umiliazione e via discorrendo", perché è inaccettabile e scorretto voler scientemente scambiare l'incapacità con l'occasionalità.

Sgombriamo subito il campo da questi equivoci: il livello di questa squadra è estremamente basso, perchè assolutamente mediocre sul piano tecnico, non pervenuto sul piano agonistico, insufficiente sul piano fisico e caotico sul piano collettivo.
E' una squadra mal concepita sia dal punto di vista della costruzione, che da quello dell'assemblamento; inoltre è completamente priva di carattere, di personalità, di spirito di sacrificio e di reattività.
Difficile sbagliare così tanto, praticamente tutto: ma a Bergamo è stato proclamato il definitivo fallimento del "Progetto Elliot" perchè così come voluto dal Fondo proprietario del club, non ha alcun senso, se non quello di aver costruito un "Frankstein" che è la negazione del gioco del calcio.

Se il fine delle partite è quello di vincerle e quindi segnare gol, il Milan riesce a proporre una filosofia di gioco opposta, dove le trame sono finalizzate alla penalizzazione del gioco d'attacco, tant'è che -al di là di chi venga proposto nel ruolo- la vena realizzativa degli attaccanti viene sterilizzata.

Nessuno degli interpreti mostra spirito di sacrificio, senso di appartenenza, mentalità vincente; al contrario "questi giovani" scelti per spaccare il mondo, sembrano tutti degli impiegati appagati di aver trovato il posto fisso e disposti solo a sbarcare il lunario, nell'attesa del giorno di San Paganino...

Procedere così, buttare letteralmente centinaia di milioni per comporre questa rosa, umiliare la tifoseria più fedele e appassionata che si possa sperare è di un autolesionismo che rasenta la follia; il prezzo da pagare sarà devastante, ma mentre chi ne fa una questione strettamente economica alla fine può disinvestire anche consolidando le perdite, chi ci mette cuore e passione fatalmente ne esce con le ossa rotta.

Uscire dal labirinto in cui il club si è cacciato è di non facile soluzione: perché non c'è oggi nessuna parte del club che andrebbe salvata.

Elliot è una proprietà fantasma, peraltro temporanea e di passaggio; le sue logiche di investimento non funzionano (risultati sportivi) o non si possono realizzare (stadio): se veramente esiste qualcuno che ancora vuole il club, LO VENDANO SUBITO.

Gazidis, Boban e Maldini hanno fallito al di là di ogni ragionevole concessione di tempi e mezzi loro concessi: ci aspettiamo CHE IL LORO MANDATO VENGA RIMESSO.

Pioli non ha colpe, MA NON PUO' ESSERE LUI L'UOMO DELLA RICOSTRUZIONE! GRAZIE E ADDIO.

OGGI IL POPOLO MILANISTA VEDE SOLO MACERIE DAVANTI AI PROPRI OCCHI

Ha da passà a nuttata...