Caro fair play, ci hai stufato.

Quella regola non scritta secondo la quale una squadra dovrebbe interrompere l’azione nel caso un avversario sia a terra, nata per nobilitare il gioco del calcio, per evitare che una squadra tragga un ingiusto vantaggio da una sfortunata situazione del rivale, si sta rivoltando contro.

Troppo spesso vediamo i visi dei calciatori contrarsi in smorfie di profondo dolore, mano alla caviglia, alla faccia, gemiti. Poi l’azione si interrompe, magari l’avversario era già entrato in area, ma si sa, fare gol sarebbe da zoticoni.

Bene, quante volte però vediamo il malcapitato Lazzaro resuscitare nel giro di pochi secondi? Un po’ di spray, la gamba che calca la terra a saggiare la tenuta della stessa, la mano al naso per appurare che non sia stata versata nemmeno una goccia di sangue e poi l’inesorabile corsettina, i primi quattro, cinque passi zoppicanti, poi lo scatto, Lazzaro è risorto.

Credo che il calcio, per il bene dello spettacolo dovrebbe porre rimedio a questa farsa, trovare il modo di rendere meno appetibile questa serie di simulazioni che interrompono il flusso del gioco e irritano spettatori e avversari. Il calcio è infatti l’unico sport che premia questo tipo di situazione. Nel ciclismo se cadi, perdi, per cui i ciclisti continuano a correre, nonostante fratture e quelle fastidiose abrasioni che lascia l’asfalto quando ci si scivola sopra a certe velocità. Nel rugby non si vedono certe sceneggiate “neymariane”, se non ti piace prenderle cambi sport. Nemmeno nel basket sono ammessi certi comportamenti, eppure di botte se ne danno. Solo nel calcio i giocatori sembrano essere così fragili, solo nel calcio si premiano certi atteggiamenti.

La VAR ha posto freno ad alcuni comportamenti, infatti ora prima di simulare in area di rigore ci si pensa due volte, certo il sistema è migliorabile, però il calcio per porre freno alle critiche di chi non ama questo sport deve fare di più.

Pene più severe per i falli tattici! Scusa, interrompi un’azione da gol in inferiorità numerica a centrocampo e ti becchi solo un giallo, troppo poco. Rotoli per terra e poi magicamente rientri in campo, non va bene. Ci metti più di un minuto per rimettere in gioco la palla e se sei il portiere la passi ad un compagno dentro l’area in modo da far ripetere tutto, non ci sto.

Questo calcio spezzettato stanca, annoia, alcune partite sono di una noia assurda, non decollano mai.

L’anno scorso una partita è durata in media 57 minuti, ma in una partita, nello specifico Sampdoria – Cagliari, sono stati giocati solo 47 minuti effettivi. Cioè, io spettatore pago per vedere uno spettacolo, televisivo o dal vivo di 90’ e voi ne giocate solo la metà? Scusate, ma io voglio mi restituiate quello che ho pagato. È come se uno andasse ad un concerto e la metà del tempo fosse spesa per accordare gli strumenti o bere bottigliette d’acqua per rifarsi la gola, non ci sto.

La Var è stata già un grande passo avanti, migliorabile, ora il mondo calcio deve rischiare qualcosa in più. Propongo 60’ di gioco effettivo, cosí chi vuol perdere tempo lo può fare, ma non va a casa finché non ha giocato davvero sessanta minuti. Propongo espulsioni a tempo per i simulatori e per i falli tattici, aggiungo che pure chi fa fermare un azione affinché gli vengano fornite le debite cure mediche debba restare fuori dal campo per un tempo minimo stabilito, se ti sei fatto male hai bisogno di tempo prima di rientrare in campo, altrimenti….

“Alzati e cammina!!”

Ne va dello spettacolo del calcio, è una forma di rispetto per i tifosi, per gli avversari e anche per gli altri sport!