Il ritornello che da mesi viene proposto ai tifosi del Milan è che per fare una grande Società di Calcio non serve affidarsi obbligatoriamente a grandi Campioni che ne abbiano indossato la maglia. Un'affermazione condivisibile, più che logica, ma che non specifica un passaggio fondamentale, chi sia stato a volere e portare le "bandiere" in Società, perchè cercare di attribuire la responsabilità ai tifosi è la più grossolana delle "bufale".

Facciamo un passo indietro. Vengono definiti "bandiere", quei calciatori che hanno giocato, molti anni, o ancora meglio se tutta la carriera, con una squadra, esprimendosi a livelli sportivi sopra la media. Per fare degli esempi, Riva per il Cagliari, Totti per la Roma, Chinaglia per la Lazio, Mazzola, Facchetti o Zanetti per l'Inter, Antognoni o Batistuta per la Fiorentina, Graziani o Pulici per il Toro, Del Piero, Scirea, Platini e moltissimi altri per la Juve. Questi sono solo alcuni nomi, ma la lista è lunghissima. Sono calciatori talmente tanto amati dai tifosi che il loro ricordo sarà immortale, sventolando nel proprio cuore, proprio come un vessillo.
Se pochi, o pochissimi, riescono a realizzare il desiderio di continuare la propria carriera potendo influire attivamente sulle scelte Societarie, il motivo è racchiuso in due punti:
1 - I Presidenti che attraverso il calcio cercano visibilità non vogliono certamente essere oscurati da grandi Campioni.
2 - Spesso chiedono ruoli superiori alle loro capacità e sono troppo coinvolti emotivamente.

Ora guardando al Milan, quando Silvio Berlusconi acquistò dal Presidente Giussy Farina, una Società che stava fallendo, con i libri contabili portati in tribunale, una delle Bandiere più importanti, fra le moltissime del Mondo Rossonero, Gianni Rivera, sperava di poter avere un incarico, ma il "Presidentissimo", non ebbe alcun dubbio ed anche se lo aveva ammirato e applaudito da calciatore, il suo progetto non comprendeva, e aggiungo non servivano, bandiere, consapevole che attraverso le vittorie e i trofei i tifosi avrebbero osannato lui.
Silvio Berlusconi non ha solo costruito una squadra vincente, cosa già difficile, ma ha voluto entusiasmare, affascinare, portando i Campioni più famosi, anche se spesso a fine carriera, ad indossare la gloriosa maglia Rossonera.
Rivaldo, Ronaldo, Ronaldinho, Vieri, Baggio. Redondo, Paolo Rossi,Papin, Beckam e moltissimi altri, che hanno garantito visibilità, sponsor e milioni di tifosi in tutto il mondo. Maldini e Boban giocavano in quelle formazioni e per tornare a vincere, volevano ripercorrere le stesse orme.
Quando molti anni dopo, dopo tante vittorie e una carriera in politica fra alti e bassi, Berlusconi incominciò ad intuire che il vento stava cambiando, con spese sempre più alte e difficoltà ad ottenere vittorie, riuscì, mentre cercava acquirenti, a distrarre i tifosi con i suoi slogan: Un Milan giovane. Un Milan Italiano. Il Milan ai Milanisti. 
Il debito di riconoscenza era talmente grande, che i tifosi hanno chiuso, come le famose tre scimmiette sagge,  gli occhi le orecchie e la bocca, perdonando sia a Silvio che a Galliani, una serie di sbagli che portavano questa gloriosa Società ai margini di ogni competizione.

Il Milan ai Milanisti serviva per giustificare le scelte di affidare la panchina ad ex giocatori senza alcuna esperienza. Seedorff, Inzaghi e Brocchi, bandiere usate come "parafulmini", confidando sulla passione di molti tifosi, come realmente è successo. Quando Berlusconi ha venduto ai Cinesi e questi hanno scelto Fassone e Mirabelli, che non erano certamente Milanisti, la tifoseria, organizzata e non, non ha protestato o fatto richieste. San Siro era pieno e si sognavano grandi vittorie. Dopo una sola stagione la dura e cruda realtà ha "smascherato il bluff cinese" e con un'azione di "alta finanza" il Fondo Elliot è diventato il proprietario del Milan.
E' stato il Fondo Americano che nel tentativo di assicurarsi il consenso dei tifosi ha affiancato a Gazidis, Leonardo, oltretutto facendolo passare per una bandiera, quando nella realtà gli attriti con la tifoseria organizzata, oltre che con Gattuso, non erano stati dimenticati. L'ulteriore arrivo di Paolo Maldini è servito a "garanzia" di un progetto, mai esposto, ed accettato con fiducia dalla tifoseria, che certamente vedeva nei tre ex calciatori, Gattuso in panchina, Leonardo e Maldini per le scelte tecniche, la garanzia di scelte fatte per costruire un Milan vincente.

Quando lo scorso anno è stato allontanato Leonardo, perché non si è dato inizio ad un progetto senza milanisti? Perchè consapevoli di essere sanzionati in Europa, con una campagna acquisti rivolta ai giovani, servivano i "parafulmini", Maldini e Boban.
Probabilmente Elliot e Gazidis, che sono stranieri ed hanno difficoltà a comprendere alcune "alchimie calcistiche italiane"non avevano calcolato che questi due Campioni, sono realmente bandiere, amati da moltissimi tifosi e stimati in tutto il Mondo, calcistico e non. Paolo e la sua famiglia, incarnano la storia del Milan, quello più bello, delle vittorie e dei trionfi, mentre Boban si è affermato anche fuori dal campo, ricoprendo incarichi di prestigio. Non sono certo "figurine" da mettere dietro una scrivania e il loro "peso" è ancora più evidente adesso che le cose vanno male e non vogliono, giustamente, accollarsi responsabilità che, per loro, spettano a Ivan Gazidis.
Berlusconi uno sbaglio così grossolano, non lo avrebbe mai fatto, era affezionato ad entrambi, ma ha sempre scelto di non coinvolgerli, poichè per fare un esempio chiaro : quando il sole vuole splendere, anche una nuvola all'orizzonte è di disturbo.
Se dopo il licenziamento di Boban, farà seguito quello di Maldini, chi verrà a sostituirli non si troverà certamente un ambiente accondiscendente e va evidenziato che l'immagine del Milan sarà ugualmente danneggiata da queste scelte societarie cui i tifosi hanno assistito da semplici spettatori.

Quindi è superfluo cercare di dare colpe a chi non ne ha. La Proprietà faccia le sue scelte, proponga le sue strategie, mettendoci la faccia senza cercare chi possa, ben pagato, accollarsi le colpe, senza bisogno di affidarsi alle bandiere.
Da parte nostra Noi faremo i Tifosi, come sempre, gioendo per le vittorie e soffrendo per le sconfitte e nel nostro cuore, i nostri Campioni, avranno sempre un posto.