"La fonte di un genio è la sola immaginazione, la raffinatezza dei sensi che vede quello che gli altri non vedono, o lo vede in modo diverso." La classica citazione di Eugène Delacroix ronza frequentemente nelle nostre orecchie quando assistiamo alle gesta miracolose di un genio. Noi, comuni mortali che seguiamo spassionatamente il calcio italiano ci siamo ormai disabituati a veder giocare un genio che illumina lo stadio con le sue giocate da circa 5/10 anni, quando leggende come Maldini, Zanetti, Totti, Del Piero o Gattuso hanno appeso gli scarpini al chiodo. Da allora, la Serie A è stata la casa di buoni giocatori o talenti grezzi mai esplosi definitivamente. L'Inter, nel passato recente, è stata una vera e propria fabbrica di talenti incompiuti e giocatori discreti come testimoniano i vari Kondogbia, Puscas, João Mario, Gabigol e Romanò.  

Soffermandosi sulla questione Inter, sono tanti i casi di giocatori veramente promettenti o destinati alla gloria, ma che hanno portato più dolori che gioie e non c'è bisogno di andare a pescare in un lontano passato, basta spostarsi a 4 anni fa. Il giocatore in questione è Éver Banega, per alcuni El Tanguito, per altri l'artista intemperante. Arrivato all'Inter nel 2016 a parametro zero, il classe '88 ha fin da subito dimostrato di possedere tanto potenziale, ma tra un assist e un cartellino rosso dovuto ai suoi scatti d'ira in campo, non ha mai fatto innamorare il popolo nerazzurro. Ha messo a segno anche 6 gol, però le sue prestazioni sono sempre state altalenanti così come l'Inter quell'anno.
Eppure il talento c'era. Così, ad un anno dal suo arrivo a Milano, decide di trasferirsi e di tornare al Siviglia, squadra in cui ha già giocato tra il 2014 e il 2016. Con la maglia biancorossa, si è ripreso dopo l'esperienza negativa all'Inter. Ha trascinato gli spagnoli a suon di gol, assist e tecnica assurda, ma la discontinuità non l'ha mai persa e sembra che mai la perderà, visti i suoi 32 anni. Domani, Banega giocherà la sua ultima partita con il Siviglia in finale di Europa League proprio contro l'Inter, con l'intenzione di aggiungere la terza Coppa UEFA al suo palmarès. Infatti, la finale contro l'Inter sancirà la fine della sua esperienza al Siviglia, perché dalla prossima stagione si trasferirà in Arabia Saudita all'Al-Shabab. Spetterà a lui il compito di chiudere come si deve il suo capitolo al Siviglia, magari coronando l'addio vincendo l'Europa League.

La storia di Banega è la storia di un genio incompreso, di un artista che ha incantato e poi deluso, fatto gioire e poi piangere. La storia di Banega può essere riassunta con la frase di routine "se il talento non è accompagnato da perseveranza e dedizione non farà raccogliere tanto quanto è stato seminato.", perché El Tanguito, nella sua carriera, poteva ambire a qualcosa di più prestigioso. 
La storia di Banega è la storia di un artista intemperante.