Provate ad immaginare il livello di stimoli, dopo tre mesi di lockdown e nove di campionato orripilante da centro classifica che può avere una squadra mediocre, privata per giunta dell'unico guerriero per infortunio.

Immaginate a che punto è la consapevolezza della propria mediocrità, dei traguardi inesistenti o irraggiungibili come la Coppa Italia, la percezione della guida societaria in mano ad un figurante sudafricano a totale digiuno di calcio il quale, con stizzito aziendalismo, ha appena fatto fuori Boban, Leonardo e Gattuso oltre a snervare definitivamente Maldini.

Immedesimatevi nel tifoso che sente il presidente, altro cartonato piazzato ad hoc, parlare esclusivamente di uno stadio che non esiste, di bilancio in rosso che non può e non deve essere pronunciato, con conseguente, puntuale, annosa precisazione che il prossimo mercato sarà il solito incubo che, non solo non alzerà di un millimetro il livello tecnico imbarazzante di questa squadra, ma rischierà di trascinarla definitivamente laddove in questi anni si è solo pericolosamente affacciata: parte destra della classifica, zona bassa.

Infine pensate ai nomi da sogno che circolano, alle istantanee degli allenamenti che immortalano le rovesciate da centrocampo di Leao, Calabria che crossa alla perfezione dal Mc Donald di Solbiate Arno per la zucca di Rebic a centro area a Milanello, la tensione che si taglia col coltello per le sfide che segneranno la storia per la durissima, ma non impossibile, conquista del settimo posto e fatevi due domande.
Che sono le seguenti: spiegatemi per quale motivo una squadra del genere che si accinge ad essere gestita da un tedesco che del calcio italiano non sa nulla dovrebbe imparare a correre, passarla di prima, provare magari a fornire una prestazione su due che non stimoli il lancio di ortaggi di ogni tipo e pensare ad un prossimo campionato con un minimo di idea chiara su dove vuole arrivare o, almeno, a che gioco vuole giocare.

Certo il mainstream non aiuta visto che si sprecano fiumi d'inchiostro a discettare su Re Scarpone senza la mascherina che fa fatica a rientrare dalla Costa d'Avorio (ma perché non ci è rimasto?), o sui soliti giovani sconosciuti che verranno miracolati dall'ennesimo prestigiatore della panchina il quale li trasformerà in oggetto dei desideri di Real e Barça. Se viene ancora oggi impunemente scritto tutto questo è perché la richiesta non manca: la gente disposta a bersi tre mesi di trepidante campagna acquisti che comincia con lo scambio Romagnoli-Mbappe', con conguaglio a Milano ovviamente e finisce con l'agognato rientro nei ranghi di Ignazio Abate, esiste ancora ed è la maggioranza.
Ma soprattutto spiegatemi quali sono gli stimoli e le motivazioni che dovrebbero animare oggi il popolo rossonero (quello dotato di un minimo di fosforo), a seguire con trepidante passione tutto questo a partire da domani.