Forza ragazzi. Un grido solo da milioni di italiani. Stasera comincia la sedicesima edizione del Campionato europeo di calcio, la cui prima edizione risale nel 1960 che avrebbe dovuto festeggiare nel 2020 i sessanta anni di storia, anno che invece ha trovato il mondo intero a fronteggiare una inaspettata incredibile guerra con un virus omicida.

Oggi l'umanità fa un passo avanti dopo due anni di morti, tanti tanti morti e ancor di più feriti nel fisico certo, ma anche nel cuore, nella mente, nei rapporti sociali. Questa incredibile guerra non ha risparmiato nessuno: pensiamo ai nostri anziani costretti ad affrontare la malattia e per molti la fine della propria vita, nella solitudine e nello sconforto; pensiamo ai nostri eroi sanitari, alcuni di loro hanno salvato vite finanche a prezzo della propria; pensiamo ai nostri ragazzi, persino crudelmente additati come gli untori dei contagi dei nonni, poi privati dei loro diritti delle loro abitudini dei loro svaghi persino alla scuola.

Ognuno di noi, ogni singolo cittadino, ogni singola persona ha pagato un tributo salato, ingiusto e sicuramente inaspettato; le ferite non sono chiuse perchè non siamo ancora fuori dall'incubo; ma per molti di noi queste cicatrici sanguineranno a tempo indeterminato, perchè ci ricorderanno ogni santo giorno quanto è banale il nostro quotidiano, mellifluo, superficiale inconsistente e quanto basti poco, uno schiocco di dita, a privarci di ciò che si riteneva irrinunciabile.

Ognuno di noi ha una immagine scolpita nella mente e nel cuore: piazza Navona deserta avvolta nelle note struggevoli della musica del maestro Ennio Morricone, teatri cinema impianti sportivi desolatamente vuoti, infermieri divorati dalla stanchezza e crollati sulla scrivania, il pianto disperato di chi ha perduto le persone amate; i cittadini che dalle finestre e dai balconi cantavano ed esponevano messaggi di sostegno. "Andrà tutto bene" allora non era vero e lo sapevamo, ma era un dovere crederci o fingere di crederci perchè combattevamo tutti uniti, tutti insieme e per una volta abbiamo messo da parte discriminazioni, divisioni, antipatie e odio. Nel momento topico e più critico l'umanità ha risposto compatta, unita, forte della propria incrollabile fede.
Senza voler essere superficiali nè retorici nè cinici, sono sostanzialmente i valori che lo sport propone in ogni gara; andare oltre i limiti nello sport individuale o lottare con la forza moltiplicata dalla coesione e dallo spirito di Gruppo negli sport collettivi.

Sappiamo che la Nazionale di calcio che oggi comincia l'avventura europea ha "dentro" tutti questi valori più uno: la consapevolezza della sofferenza da cui sta lentamente uscendo il nostro Paese.
Giocheranno per NOI: lo ha scritto in una lettera indirizzata a ognuno di noi il CT Mancini. Una lettera che è una dichiarazione d'amore verso un Paese, una Nazione, un popolo...
Non era mai successo nella storia della Nazionale di Calcio.
Mancini uno di noi. Lui, vada come vada, ha già vinto.

Forza Azzurri.