Il 2021 è l'anno della ripartenza. Molte competizioni sportive come le Olimpiadi e gli Europei di calcio sono state posticipate causa Covid. Tuttavia la preoccupazione per una pandemia impongono una riflessione importante per gli organizzatori di grandi competizioni sportive: è il caso di prendere in considerazione l'opportunità di aprire le porte degli stadi ai tifosi? 
Virologi ed Organizzazione Mondiale della Sanità impongono all'unanimità una cauta riapertura. Lo stesso Presidente UEFA che in prima battuta aveva preso in considerazione l'opportunità di adoperare una formula itinerante con 12 differenti città ospritanti, adesso, come confermato agli spagnoli di "Movistar", si trova nella difficile situazione di dover escludere gran parte di essere (vedi Azerbaijan a causa del conflitto scoppiato con l'Armenia e St. Pietroburgo).
Le contendenti secondo gli ultimi rumors trapelati sulle pagine del "Daily Mail" sarebbe, oltre l'Italia, proprio l'Inghilterra che riabbraccerebbe la competizione dopo ben 24 anni dall'ultima volta (Euro '96). Wembley in questo senso semprerebbe la prescelta per ospitare le fasi finali della competizione. 

Tuttavia la scelta della sede comporta non solo un cospicuo introito economico, ma soprattutto un dispendio di energie enorme per fonteggiare e limitare al massimo la diffusione del virus. Il Segretario allo Sport britannico Oliver Dowden, in un'intervista rilasciata al "Sun" di Londra, ha già confermato la sua volontà di volersi impegnare attivamente per la buona riuscita di un possibile Europeo in terra inglese, purchè sia sempre messa al primo posto la salute dei cittadini. Si tratta pur sempre di europei da disputare in un periodo delicato dell'anno (11 giugno- 11 luglio), e certamente neanche i più ottimisti riuscirebbe a fare delle previsioni sull'andamento della curva epidemiologica in quel periodo. 

Certamente ciò che la UEFA ed il Predidente Ceferin auspicano è la creazione di un evento in primis sicuro, che riesca a coinvolgere attivamente i milioni di telespettatori sparsi per tutta l'Europa. Non dimentichiamo infatti che dalla vendita dei soli diritti televisivi la Uefa ricava gran parte delle cifre spese per l'organizzazione, la gestione, e la messa in sicurezza dell'intero evento sportivo. Tuttavia, se da una parte ci si auspica un maggiore coinvolgimento di tutte le tifoserie (la proposta di Ceferin comprendeva persino dei mini viaggi per gruppi prescelti di tifosi), adesso l'intero comitato organizzatore sta virando verso una soluzione più drastica: porte chiuse per tutte le gare. Una soluzione che sicuramente non accontenta nessuno, ma pur sempre necessaria per evitare il diffondersi dell'epidemia in tutto il vecchio continente. 

E allora come faranno i tifosi a far sentire il loro calore e supporto ai propri beniamini?
Indubbiamente viviamo in un periodo storico in cui i social network diventano linfa vitale per continuare a restare connessi con il mondo. Sarebbe quindi auspicabile un maggiore utilizzo di più piattaforme social da parte della FIGC, se non addirittura la creazione di un'app degli Azzurri, attraverso la quale seguire più da vicino la fase preparatoria al torneo o le giornate intense di lavoro che dovranno affrontare gli azzurri durante questo importante avvenimento sportivo.
Sul piano dello spettacolo poi, l'NBA ha dimostrato come sia possibile interagire attivamente con i giocatori seppur dietro un computer: ne è un esempio l'ormai famoso "muro" della bolla di Orlando, composto in collaborazione con una nota piattaforma di comunicazioni via web, che ha garantito indubbiamente una partecipazione più attiva dei tifosi. 

Insomma, gli esempi certamente non mancano. Ciò che sicuramente ci si auspica maggiormente è di ritornare presto alla normalità, cantando e sostenendo insieme i nostri Azzurri!