Data di inizio: 11 giugno 2021.
Epilogo: 11 luglio 2021, giorno della finalissima.
E’ quasi tutto pronto per una delle manifestazioni più prestigiose dell’intera Europa, Champions League a parte ovviamente.
Ma qui il discorso è differente…
Disinteressiamoci per un attimo delle canoniche squadre di club. No a campionati, coppe, lotte scudetto o piazzamenti prestigiosi. Apriamo la mente, diamo spazio ai sogni. Essì, perchè il sogno di qualsiasi bambino, che si appresta a dare due calci ad un pallone, è quello di far parte della nazionale, della nazionale del proprio Paese, rappresentandola in tutto e per tutto.
Questione di attaccamento alla maglia? Sì, senza ombra di dubbio.

Scendere in campo per la propria nazione, per il proprio Paese, diciamola tutta, non ha prezzo. E’ un mix di emozioni, sensazioni, stati d’animo. E’ una scarica di adrenalina, adrenalina purissima aggiungerei. Questione di amor di patria e di radici, questione di gettare il cuore oltre l’ostacolo, in molte occasioni e circostanze.
Belgio, Francia, Germania, Inghilterra, la nostra Italia, Olanda, Portogallo, Spagna. Citarle tutte, sarebbe compito gravoso. Tanti, tantissimi i campioni che calpesteranno quel “maledetto” quanto dannatamente spettacolare, rettangolo verde. Campioni del mondo, palloni d’oro, calciatori pluripremiati. Giovani talenti sulla cresta dell’onda, dall’avvenire lucente, luminoso, radioso e colonne dei rispettivi club.
Roba da strabuzzare gli occhi insomma.
Sei i gironi, venti le compagini qualificate e pronte a darsi battaglia, e siamo pronti a scommetterci sarà una guerra, sportivamente parlando si intende.

GIRONE A: GALLES, ITALIA, SVIZZERA, TURCHIA.
GIRONE B: BELGIO, DANIMARCA, FINLANDIA, RUSSIA
GIRONE C: AUSTRIA, MACEDONIA, OLANDA, UCRAINA
GIRONE D: CROAZIA, INGHILTERRA, REPUBBLICA CECA, SCOZIA
GIRONE E: POLONIA, SLOVACCHIA, SPAGNA, SVEZIA
GIRONE F: FRANCIA, GERMANIA, PORTOGALLO, UNGHERIA

Molteplici gli spunti tecnico-tattici che emergeranno da sfide sensazionali, dal grande peso specifico. Pensiamo alla stimolante sfida tra Croazia ed Inghilterra, vere e proprie fucine di talenti. Occhio alla Polonia di sua maestà Robert Lewandowski, che se la vedrà con la temibile Spagna di Luis Enrique. Senza ombra di dubbio il girone più equlibrato quanto più affascinante sarà quello che vedrà contrapposte la Francia di Mbappè, la Germania e il Portogallo del cannibale Cristiano Ronaldo, non ce ne voglia chiaramente la malcapitata Ungheria di Gera.
Francia-Germania, Germania-Portogallo, Francia-Portogallo. Match che non hanno bisogno di presentazioni, dei veri e propri classici. Solo a nominarli, vengono i brividi.
Sarebbe paradossale ed assurdo fornire un quadro delle papabili trionfatrici: mancano ancora tre mesi al grande appuntamento, tre mesi che, dipende dai punti di vista, potrebbero voler dire tanto tempo o viceversa, poco tempo. Giunti a questo punto della stagione, la partita si gioca su un filo labile, sottile, quello dell’ imminenza e non.
Tanti, troppi ma leciti sono i quesiti che gli addetti ai lavori stanno già iniziando a porsi:
-Ma in fondo tre mesi, sono tanti o pochi?
-Come arriveranno le squadre all’appuntamento?
-Qualche big sarà costretto a dare forfait per eventuali infortuni?
-Quale sarà la condizione generale, lo stato psico-fisico dei calciatori in gara?

In tutto ciò, attenzione massimale alla variabile impazzita Covid-19, pronta a sparigliare le carte, anche se a dirla tutta, la speranza è che tra tre mesi, la campagna vaccinale sia alle battute conclusive, in quasi tutta Europa.
Covid-19, dicevamo. Essì, perchè se gli Europei verranno disputati nel 2021 ( per la prima volta in un anno dispari), il motivo è riconducibile solo ed esclusivamente alla prima epidemia tramutatasi in pandemia che ha colpito il globo, senza sconti a nessuno.

Paesi in ginocchio, sul lastrico.
Crisi economiche, aziendali.
Surrealismo, atipicità, senso di vuoto, smarrimento, tristezza.
Sgomento, desolazione, istantanee volte a fotografare al meglio un pezzo di storia, destinato probabilmente a riempire pagine e pagine di libri e di giornali.
Una quotidianità completamente stravolta. Una routine spezzata, ma questo forse non è stato un male. L’essere umano completamente privato e spogliato dei piaceri, dei valori della vita.
Rigoroso rispetto delle regole.
No ad una banale stretta di mano, no ad un abbraccio, no ad un bacio, no agli affetti, no agli amici di sempre. Si a mascherine, disinfettanti, pulizie perenni. Sì a psicosi, ansie, paure, angosce. Si alla concitazione.
Sì alla paura.
Restare a casa il MUST.
Questi i punti salienti che riecheggiano e riecheggeranno nelle nostre menti ancora per svariate ore, giorni, settimane, mesi e forse anni. Frustrazione la nostra, ma in fondo fittizia ed insignificante, se la paragonassimo a chi davvero è impegnato in una soffocante lotta per fronteggiare un nemico impercettibile, invisibile, ma dannatamente bastardo.
Ricorderemo questi momenti, come i giorni degli appelli, del coprifuoco e delle strazianti storie narrate da medici, infermieri, che rischiano perennemente la propria vita per salvarne delle altre. Un grazie sarebbe riduttivo, superfluo.
Inevitabilmente tutti i settori lavorativi e non sono stati colpiti da un qualcosa che due, tre anni fa, sarebbe stato assurdo solo ipotizzare.
E anche l’industria calcio ne ha risentito, eccome se ne ha risentito.
La conseguenza? Match rinviati, partite vinte/perse a tavolino, partite “sub iudice”.
Europei di calcio che, come i più sanno, erano in programma per lo scorso anno, il 2020 per l’appunto. La grave situazione, precedentemente descritta, ha fatto slittare lo svolgimento della competizione, a quest’anno.

Salvo clamorosi colpi di coda, con un ritardo di 365 giorni sulla tabella di marcia, 11 giugno e 11 luglio saranno le due date da cerchiare in rosso sul calendario. Un mese di calore, tifo, attaccamento alla maglia azzurra, quella della nazionale di calcio, alla quale ha restituito lustro e dignità il commissario tecnico Roberto Mancini.
Tutti in piedi sul divano… urlerebbe Guido Meda.
In quali condizioni arriverà l’Italia, non è dato saperlo.
Tra gli innumerevoli quesiti, v’è n’è uno che rimbalza in modo preponderante.
Ad oggi 8 marzo 2021, chi sono i papabili 23 facenti parte della lista di mister Roberto Mancini? Chi avrà il privilegio di entrare nella storia? Sì, perchè noi nell’Italia ci crediamo eccome. Straordinario il lavoro del tecnico jesino, in grado di creare e cementare un gruppo solido con fondamenta durevoli negli anni, indipendentemente dal risultato che ne conseguirà.
Tuffiamoci in quest’esperienza, andiamo a spulciare, ruolo per ruolo, le certezze, i dubbi e gli eventuali ballottaggi che occupano i pensieri del nostro CT. La corsa alle convocazioni è ufficialmente partita.
Modulo di riferimento? Ovviamente il 4-3-3.
Tra i pali la gerarchia appare ben delineata: porta azzurra affidata al talento di Gigio Donnarumma, autentico trascinatore del Milan di Stefano Pioli e numero uno indiscusso. In qualità di suo vice, spazio a Salvatore Sirigu. Mancini si fida di lui, lui si fida del mister marchigiano. Esperienza accumulata nel Paris Sain Germain all’ombra di campioni del calibro di Zlatan Ibrahimovic, Marco Verratti, Edinson Cavani. Nonostante la stagione negativa del suo Torino, il nome di Sirigu, tra i 23, ci sarà, ne siamo certi. Situazione più ingarbugliata nel ruolo di terzo: tre in lizza per una maglia: Pierluigi Gollini (Atalanta), Alessio Cragno (Cagliari), Marco Silvestri (Hellas Verona). Più indietro Alex Meret, spodestato da Ospina nel Napoli di Rino Gattuso. Straordinario il campionato del “Gollo” così come quello dell’uomo c(ragno), e di Silvestri. Che l’esperienza acquisita in Champions con l’Atalanta, possa aiutare il numero 95 nerazzurro nella scalata verso Euro2021?

Intricata, maledettamente intricata la questione difesa. Chi sono già certi del posto? Alessandro Florenzi, Leonardo Bonucci, Francesco Acerbi e Emerson Palmieri. Il terzino ex Roma sta ben figurando e sorprendendo gli addetti ai lavori al PSG, titolare inamovibile e autore di prestazioni di livello assoluto. Calciatore ritrovato, dopo la fine della storia d’amore con Paulo Fonsèca e con la sua Roma. Così come pare certa la presenza del centrale della Juventus, sinonimo di affidabilità e di costruzione dal basso, un regista aggiunto insomma, e sappiamo quanto conti, nel calcio attuale, possedere difensori dai piedi educati. Premiato certamente anche Francesco Acerbi, leader indiscusso di una Lazio che denuncia gravi lacune difensive. Ci sarà anche il terzino del Chelsea, cambio di passo, velocità e tecnica le sue armi migliori. In netta risalita le quotazioni di Davide Calabria nel ruolo di terzino destro, che se la giocherà con Di Lorenzo. Campionato straordinario quello dell’esterno del Milan, pronto a strappare una maglia ai suoi colleghi e perchè no, ambire alla titolarità. Ne ha tutte le carte in regola. Eccezionale anche la stagione (fin qui), di Lenoardo Spinazzola, autentica spina nel fianco, per tutte le difese della Serie A. Esterno di centrocampo nel 3-4-2-1 di Fonsèca, ma bravo anche da terzino. Quantità e qualità per il nativo di Foligno, pronto ad arare la fascia sinistra anche con la maglia azzurra. Più complesso chiudere il cerchio per quel che concerne il pacchetto dei difensori centrali: come dicevamo pocanzi, sicuri del posto, al netto di infortuni, saranno Bonucci e Acerbi. Il CT spera di aggregare ed aggiungere anche Giorgio Chiellini, autentico baluardo nonchè colonna portante nella Juventus di Andrea Pirlo e non solo, ma i troppi infortuni e la carta di identità (che dice 35), non depongono a favore del centrale toscano. Duello Mancini-Romagnoli, con il giallorosso favorito sul capitano del Milan. Certo del posto sarà invece Alessandro Bastoni. Crescita esponenziale per il “predestinato”, parola di Gasperini. Piede mancino, forte fisicamente, esperienza acquisita al fianco di Milan Skriniar e Stefan De Vrij. L’Inter di Antonio Conte punta dritta al tricolore, basta questo dato per giustificarne la presenza?

Settore nevralgico, nonché pomo della discordia (da sempre), è il centrocampo: cerniera già formata. Jorginho, Verratti e Nicolò Barella in rampa di lancio. Centrocampo di tecnica, muscoli, visione e geometrie. Se per il centrocampista del Chelsea e quello del Psg non c’è tanto da aggiungere, lode meritevole di applausi è quella per il centrocampista cagliaritano dell’Inter. Motore dell’Inter di Conte, Nicolò ha tutto: corsa, grinta, tiro, sacrificio. Chi quasi certamente arricchirà questo settore sarà Manuel Locatelli. Il numero 73 neroverde, alla luce del lavoro maniacale di Roberto De Zerbi è esploso, in tutto il suo splendore, tanto da far drizzare le antenne ai top club europei. Mancini lo stima, e lui nelle gare di qualificazione ha sempre risposto presente. Dovrebbe, ma il condizionale è d’obbligo esserci spazio anche per Lorenzo Pellegrini, attuale capitano della Roma. Autentico jolly, in grado di ricoprire più posizioni nel centrocampo giallorosso e azzurro, con qualità ed abnegazione. Siamo convinti che Mancini non vi rinuncerà. Apertissima la lotta per il sesto slot utile, in piena bagarre ci sono: Gaetano Castrovilli, Sandro Tonali, Roberto Soriano e Matteo Pessina. Ci sentiamo di escludere i primi due, talentuosissimi ma discontinui, più veritiera la lotta intestina tra il centrocampista della Dea e il numero 21 rossoblù, alla corte di Sinisa Mihajlovic. Chi la spunterà?
Riepilogando..
3 portieri, 8 difensori, 6 centrocampisti. Se la matematica non è un’opinione restano gli ultimi 6 slot, per gli attaccanti ovviamente.
Qui ci sbilanciamo.
Lorenzo Insigne, Federico Chiesa, Ciro Immobile, Andrea Belotti. Tutti d’accordo? Crediamo proprio di sì.
Imprescindibile il numero 24 partenopeo, fino a questo momento autore di 13 reti e 5 assist in campionato, siamo alla 26^ giornata di Serie A. Estro, inventiva e classe per Lorenzinho, in grado di alzare i giri del motore e fornire assist illuminanti ai suoi compagni di squadra.
Giunto con la spada di damocle sul groppone (60 milioni di euro il valore del suo cartellino), Federico Chiesa sta convincendo gli scettici. Autentico trascinatore nella Juventus di Cristiano Ronaldo, l’ultimo ad arrendersi. Spirito battagliero per l’ex Viola, la fascia destra verrà presumibilmente occupata da lui.
Nel ruolo di punta centrale, pochi i dubbi a riguardo: staffetta Belotti-Immobile. Più indietro tutti gli altri. Re Ciro, ha guadagnato il posto di diritto, conquistano la scarpa d’oro lo scorso anno, a discapito di Robert Lewandowski. Agguantato il record del Pipita Higuain in campionato: 36 le marcature. E quest’anno è a quota 19, tra Serie A e Champions League. Sicuro del posto anche il Gallo Belotti. Generoso, combattivo, mai domo. Mancini è innamorato del suo atteggiamento. Anche per lui parlano però i numeri: 11 reti e 5 assist in campionato con la maglia granata, in un Torino invischiato nelle sabbie mobili della classifica. Un quesito è lecito? Quanti goal potrebbe realizzare il numero 9, se giocasse in un top club di Serie A? Di diritto e con pieno merito, farà parte della spedizione.
Due ancora i posti liberi: da monitorare il finale di stagione di Mimmo Berardi, capitano e scudiero del Sassuolo di Roberto De Zerbi. E’ alta la stima e la considerazione che ha di lui il CT azzurro. Ma a conti fatti, due potrebbero essere le sorprese, le chicche, i botti finali: due i nomi sul banco, uno è quello di Nicolò Zaniolo, l’altro è quello di Moise Kean. Il numero 22 giallorosso sta recuperando dalla rottura del crociato, patita a settembre contro l’Olanda. Mancini lo aspetterà fino all’ultimo, statene certi.
Similitudini? Roma-Empoli, anno 2006, Italia campione del mondo. Attore protagonista? Francesco Totti. Sappiamo tutti com’è iniziata quella storia.
Occhio alla forza fisica, alla velocità e alla duttilità di Moise Kean. Tante le gare da titolare quest’anno per il classe 2000 sia in Ligue 1, sia in Champions League. Punta centrale e all’occorrenza esterno. E’ lui la nostra scommessa.

Indipendentemente dalla lista ufficiale che verrà poi diramata, l’Italia anzi gli italiani chiedono ai loro beniamini onore, impegno, appartenenza. Noi siamo orgogliosi di voi, voi invece rendeteci orgogliosi di voi. Fateci sognare ad occhi aperti, l’Italia, gli italiani hanno bisogno di felicità, di calore per risollevarsi dalle tenebre di quest’ultimo anno horribilis.
In bocca al lupo azzurri.