Nell'undicesimo appuntamento della rubrica "Storie di calcio", vi racconto la storia di un allenatore che ha dedicato la sua vita nel mondo del pallone, sto parlando di Eugenio Bersellini.
Eugenio nasce il 10 giugno del 1936 a Borgo Val di Taro, un piccolo paesino di 6.794 abitanti situata nella provincia di Parma in Emilia-Romagna. Soprannominato Il sergente di ferro per i suoi duri metodi d'allenamento, si segnalò come un cultore di una "inflessibile" etica lavorativa, nonchè per una "profonda conoscenza" dei suoi giocatori. Ne derivò un credo calcistico, il cosiddetto "pragmatismo", con formazioni dall'atteggiamento "sparagnino" e dal gioco "muscolare e spigoloso" nel solco di un calcio all'italiana "ruvido dietro e armonioso davanti". Insieme a Osvaldo Bagnoli, Giovanni Trapattoni e Ottavio Bianchi divenne uno dei maggiori teorici in panchina.

Nel corso della sua carriera calcistica ha vestito per le maglie di Brescia, Monza, Pro Patria e infine con il Lecce con la quale ha concluso la sua avventura da calciatore. La prima esperienza da allenatore, ebbe con il Lecce per le ultime nove partite di campionato in Serie C. Dopo due stagioni in terra salentina, venne ingaggiato dal Como in Serie B. Nel 1973 si trasferisce a Cesena che in quell'anno militava in Serie A, vi rimase fino al 1975. Poi passò alla Sampdoria dove vi rimase per due annate. Nel 1977 arriva la svolta, il presidente dell'Inter Ivanoe Fraizzoli lo scelse come nuovo allenatore dei neroazzurri; saranno stagioni di intense gioie per il tecnico emiliano, il più vittorioso nel corso della sua carriera. Vincerà uno scudetto e due Coppe Italia. Terminata l'esperienza nerazzurra, Bersellini si trasferì prima al Torino e poi fece ritorno alla Sampdoria dove vince la sua terza Coppa Italia (il primo con i blucerchiati nonchè il primo della società genovese). Altre stagioni seguirono per il tecnico emiliano nel massimo campionato tra cui, con la Fiorentina, Avellino e Ascoli. Nell'annata 1990-1991, fece di nuovo ritorno a Como in Serie C1 per poi sedersi sulle panchine di Modena, Bologna e Pisa in Serie B e infine di nuovo in Serie C1 al Saronno. Eugenio Bersellini ebbe anche delle esperienze all'estero, tra cui quella da commissario tecnico con la Libia e nei due club libici (Al-Ahly Tripoli nel 2001 e Al-Ittihad Tripoli nel 2002); con i Tehaa vince il campionato libico allenando tra l'altro il figlio di un celebre presidente che governò per ben 42 anni il paese, il suo nome è Saadi Gheddafi. Ritorna in Italia nel 2006 dove viene chiamato nel Lavagnese in Serie D; la squadra stava rischiando la retrocessione ma grazie al suo lavoro, la squadra centra i play-out e con la vittoria contro la Narnese, il Lavagnese si salvò. Infine ebbe un ultimo incarico, quello di direttore sportivo del Sestri Levante nell'annata 2006-2007 in Serie D, che chiude di fatto la sua esperienza da allenatore.

Morì il 17 settembre 2017 all'età di 81 anni a Prato. Per molti tifosi dell'Inter è un stato un allenatore che ha sempre portato rispetto. Il suo lavoro lo ha reso, appunto, uno dei migliori tecnici in circolazione nel nostro calcio.

Un abbraccio Il Tifosino