“Se le estati volano, gli inverni invece camminano”, così ci deliziava il mitico Charlie Brown, ormai chissà quanto tempo addietro, in quella che potremmo definire la fotografia ideale della vita di un essere umano. 
Fin dai tempi della scuola, (anche se in epoca di pandemia è sparita anche questa), si contavano le settimane mancanti all’estate, e sembrava che ci volesse un’eternità prima che finalmente giugno arrivasse. E così anche oggi, attendiamo con impazienza la bella stagione, quella che metta la parola fine a questo terribile virus, e che possa svilupparsi all’insegna della rinascita sociale ed economica.
Ma l’attesa non sarà breve, ormai sono assodate le problematiche attorno al tema legato ai vaccini, ma forse, anzi sicuramente è meglio non soffermarsi troppo su quello che in fin dei conti si conosce poco. 
Piuttosto, dall’alto della mia incompetenza medica, consiglierei di aggrapparci momentaneamente alla fantasia, per mettere da parte per un istante i cattivi pensieri e lasciarci andare al flusso dei ricordi, e chissà magari anche di prospettive future.
Ripensare all’estate, personalmente mi fa venire in mente uno dei momenti più caldi dell’anno, ma non tanto perché le temperature sono intorno ai 40 gradi, ma soprattutto perché ci si prepara alla tanto famigerata asta del fantacalcio.
Insomma, bisogna ammetterlo senza riserve, noi italiani siamo letteralmente matti per questo gioco, attribuendogli spesso e volentieri l’importanza che meriterebbero altri aspetti della nostra vita, magari trascurati puntualmente. 

Ma una passione così rovente non deriva mica dal caso, infatti è innegabile che sia legata a due fattori di essenziale importanza: l’imprevedibilità del campionato, sempre ricco di sorprese, a prescindere da chi trionfi alla fine, e poi il celebre fattore C, la “fortuna”, amica o nemica degli uomini, a seconda delle situazioni specifiche.
Il fantacalcio è quindi un agglomerato di casualità unite a tempistiche che si incastrano come i pezzi di un puzzle, che poi alla fine incoronano un campione, il quale spesso è stato soltanto più fortunato degli altri. Al vincitore però non si può obiettare nulla, poiché quest’ultimo dall’alto della sua campagna vittoriosa, inizierà a parlare di competenze che solo egli possiede, e di grandi virtù inaccessibili agli altri comuni mortali.
Insomma, ormai non è più soltanto un gioco, è una questione di “vitale” importanza, ecco perché l’estate rappresenta il periodo di maggiore riflessione, essendo la fase di “studio”, preparatrice sapiente alla battaglia dei voti, e dei colpi di fattore C.
Per tale ragione, quest’oggi ho pensato di proporvi la classifica dei primi 7 bomber (dalla stagione 2010/11 ad oggi), che pur militando in una neopromossa hanno fatto sognare amanti del fantacalcio e non solo.
Al settimo posto c’è un calciatore di quest’anno, il gigante nigeriano del Crotone, specialista dal dischetto e nel colpo di testa: Simeon Nwankwo, classe 1992, a quota 12 goal in campionato fino a questo momento. Meglio conosciuto con l’appellativo di Simy, l’attaccante africano ha già battuto il suo precedente record di reti in serie A (7), e sta cercando di fare il possibile e l’impossibile per trascinare la squadra calabrese verso la salvezza, e chissà se alla fine riuscirà nella stessa impresa della stagione 2016/17.

Al sesto posto si presenta un centravanti brasiliano, non molto celebre sicuramente, ma che sbloccherà un dolce ricordo a tutti gli amanti del fantacalcio: Paulo Sérgio Betanin, detto Paulinho. Segnalato dall’ex nazionale verdeoro Branco alla dirigenza del Livorno nel 2004, venne acquistato dai toscani per una cifra intorno ai 100 mila euro. Ma l’amore tra il brasiliano e la squadra granata stenta a sbocciare, così l’attaccante ex Juventude viene mandato in prestito, prima al Grosseto e poi al Sorrento. Tornato a Livorno al termine della stagione 2010/2011, esplode definitivamente: sono ben 56 le reti segnate con la maglia dei toscani, con il picco dei 15 goal realizzati nel 2013/14, l’ultima del Livorno in serie A. Dotato di un’ottima tecnica individuale, capace di spendersi in ogni ruolo dell’attacco, il suo fu uno dei nomi più caldi dell’estate successiva, quando alla fine decise di trasferirsi ad una società Qatariota, l’Al-Arabi Sc.

Al quinto posto c’è un attaccante argentino, classe 1981, un eroe appartenente all’umile passato dell’Atalanta, divenuta ormai una grande del nostro calcio: German Denis. Soprannominato “el tanque” per la sua ineguagliabile forza fisica, realizzò ben 16 reti nella stagione 2011/12, l’anno del ritorno della Dea in serie A; in quasi 10 anni di massima serie, la società bergamasca è cresciuta esponenzialmente, tanto da poter vantare tra le proprie fila tanti profili di prestigio internazionale, eppure sarà impossibile dimenticarsi di lui. Infatti, una cosa è scendere in campo a fianco di Gosens, Ilicic, Hateboer e via dicendo, un’altra è essere il leader di una squadra in cui i tuoi compagni si chiamano Raimondi o Schelotto, con tutto rispetto per questi due professionisti.
In realtà però il primato del tanque è condiviso da altri 3 calciatori, che come lui segnarono ben 16 reti in campionato, seppur la propria squadra fosse “solo” una neopromossa, troppo spesso considerata erroneamente una delle cenerentole della massima serie.

Seguendo un ordine temporale bisogna tornare alla stagione 2013/14, quella dell’esordio in serie A del Sassuolo del compianto presidente Squinzi: si tratta di Domenico Berardi e della sua straordinaria annata da 16 reti, contributo essenziale per la storica salvezza neroverde, che anche in questo caso ha aperto le porte ad una crescita strepitosa per il club. Dotato di un sinistro eccezionale, il talento di Cariati è il miglior marcatore della storia dei neroverdi, e con il suo carisma all’età di 26 anni, rappresenta l’attuale colonna portante della formazione allenata da Roberto De Zerbi. Le 11 reti messe a segno in questo campionato lo avvicinano al suo record personale, chissà se riuscirà a piazzarsi oltre.

In ex aequo con l’attaccante del Sassuolo ci sono poi Marco Borriello e Francesco Caputo: il primo militava tra le fila del Cagliari nella stagione 2016/17, e qualcuno ricorderà la sua scommessa con Bobo Vieri, che lo vide vincitore. Mentre per quanto riguarda Caputo, si tratta della stagione 2018/19, quando con il suo Empoli, sfiorò la salvezza in un match al cardiopalma contro l’Inter a San Siro, che vide i toscani battuti per 2 a 1. Eppure nonostante la retrocessione della sua ex squadra, l’attaccante barese ha continuato a calcare il palcoscenico della massima serie, trasferendosi al Sassuolo nell’estate successiva. Rapido, abile nel cercare la profondità, Caputo rappresenta un po’ il concetto opposto di centravanti di peso tipico del gioco di Borriello, con i due attaccanti che però condividono un impatto notevole in chiave fantacalcio, poiché acquistati per pochi spiccioli, si rivelarono ben presto veri e propri tesori.
E così siamo giunti alla fine di questa particolare classifica, con la prima posizione dominata per distacco da uno dei bomber più popolari del calcio italiano degli ultimi 20 anni, forse anche per la sua beffarda esultanza, che ci capitava spesso di vedere e quindi imitare: stiamo parlando di Luca Toni.
Classe 1977, all’età di 36 anni sembrava ormai terminata la sua brillante carriera all’insegna del goal, ma nell’estate del 2013 l’Hellas Verona lo cerca per un’ultima avventura in serie A. Sono ormai pochi a credere nelle capacità dell'ex nazionale azzurro, troppo avanti con gli anni secondo la maggior parte degli appassionati, nonché per alcuni esperti che lo considerano un tentativo disperato di vivere nella nostalgia.  Eppure a dispetto delle critiche e dello scetticismo generale, il gigante ex Bayern torna da vero e proprio dominatore dell’area di rigore, segnando a raffica come un ragazzino nel fiore dei suoi anni. Alla fine saranno 20 le reti realizzate in quel magico campionato, in cui l’Hellas si ritroverà a gestire una rosa di assoluto valore anche e soprattutto in chiave mercato.  A sole due lunghezze dal capocannoniere Ciro Immobile (22 reti), Luca Toni chiude quell’annata ricordando alla platea di fantallenatori, che il suo peso specifico in merito alla questione +3 era ancora da top assoluto.

Ed ecco la classifica al completo, di quelle che potremmo considerare le sorprese più dolci che si possono assaporare in questo gioco strano, ma coinvolgente, in cui si può giungere addirittura ad esultare per un goal subito dalla propria squadra del cuore.