Esattamente 8 mesi fa, alla fine di gennaio, l'Inter comunicava di essersi assicurata le prestazioni di Christian Eriksen. La maggior parte di coloro che seguono il campionato di Serie A ha etichettato tale operazione come un incredibile colpo di mercato. I tifosi interisti si sono ammassati sotto la sede del Coni per inneggiare al giocatore ancora prima della firma del contratto, i tifosi di Lazio e Juventus (che al momento della conclusione dell'affare erano appaiate in classifica ai nerazzurri, punto più punto meno) avranno avuto pensieri di sconforto pensando al colpo incredibile con cui l'inter ha provato a dare lo sprint per lo scudetto, e gli appassionati disinteressati hanno festeggiato per il ritrovato vigore che stava acquisendo il campionato italiano, con gli arrivi di CR7, Lukaku, De Ligt, Ibrahimovic e, appunto, il danese. Peccato che poi tra una panchina e una prestazione deludente, la pausa causata dalla pandemia, il feeling non sbocciato con Conte, Eriksen ha performato poco e male. E le attese per il nuovo campionato sono simili, perché il sistema di gioco del tecnico salentino non prevede un elemento come lui.

Al momento della conclusione della trattativa, il valore attribuito da Transfermarket al giocatore era di 100 milioni di euro, 10 in più dell'asso portoghese della Juventus, il che lo rendeva il calciatore di maggior valore della intera Serie A. La pandemia ha abbattuto i valori di tutti i cartellini, e il trattamento riservato da Conte al danese lo ha abbattuto ulteriormente. Ora io mi chiedo, vista anche la frenata nella corsa a Tonali e la messa sul mercato di Brozovic (il giocatore più incompatibile con Eriksen), incentrando le ricerche di mercato su giocatori più fisici e di sostanza che tecnici, se nel patto di villa Bellini non sia stato chiesto ad Antonio Conte di rivalutare Eriksen a tutti i costi. Alla fine, se è vero che le società di calcio sono delle aziende, e che gli asset posseduti da una azienda ne determinano il capitale, mi sembra cosa parecchio grave far perdere milioni e milioni di capitale alla propria azienda per non voler sfruttare una risorsa pregiata messa a disposizione dalla dirigenza, bella o brutta che sia agli occhi di qualsiasi dipendente.