La perfezione non è di questo mondo, è un fatto appurato. Ma Ciccio Caputo ci va molto vicino. Pensateci, il bomber nato in un paesino pugliese che con i suoi gol cerca di salvare la squadra in cui gioca e quella di tutti i fantallenatori che hanno deciso di puntare su di lui.
Aggiungeteci il fatto che produce una birra tutta sua, fermentata con pane di Altamura DOP.

Se questo non è l’uomo perfetto…

Ho sentito parlare per la prima volta di Ciccio Caputo quando militava nel Bari, città in cui sono nato ma di cui – onestamente – non sono tifoso. Tuttavia, in un ambiente innamorato di calcio come quello barese, era impossibile non sentire i pareri dei tanti tifosi da bar. L’esperienza di Caputo al Bari è controversa. I primi anni di militanza biancorossa sono sbalorditivi: il bomber segna con frequenza, diventando sempre più idolo dei tifosi e nel 2012 assume perfino il titolo di capitano della squadra.

Ma poi qualcosa si rompe.
Nel 2014 infatti, Caputo è accusato di essere coinvolto, seppur non in maniera attiva, nella vicenda del calcioscommesse. Ha inizio un vero e proprio calvario che lo tiene lontano dai campi per un anno intero. Torna a giocare nella stagione 2014/15, ma le cose sono cambiate. I tifosi non riescono a perdonare il tradimento del loro capitano e Caputo finisce sempre più spesso in panchina

Pochi gol e prestazioni deludenti, tanto da valergli l’appellativo di “Ciuccio Caputo”.
Giocare per la squadra della propria città è sì motivo di orgoglio personale, ma spesso comporta una pressione eccessiva.

Dal 2015 però le cose iniziano a migliorare. Ciccio passa alla Virtus Entella, viene assolto da ogni accusa di calcioscommesse e – soprattutto – riprende a fare valanghe di gol. Con la maglia della squadra ligure va vicino alla qualificazione playoff e, desideroso di puntare alla promozione, decide di cambiare casacca.

Nel 2017 si trasferisce all’Empoli, portando in dote i 35 gol segnati in 82 presenze con la squadra di Chiavari. Al termine della stagione 17/18 l’Empoli viene promosso in Serie A. Il suo bomber? Ciccio Caputo, ovviamente. In quell’annata mette la palla in rete per 26 volte, vincendo perfino il titolo di capocannoniere. A 31 anni suonati, l’attaccante altamurano può finalmente cimentarsi nel calcio che conta.

Cambiamo punto di vista.

Estate 2018. Asta del Fantacalcio. Ho pochi crediti e mi manca un solo attaccante per completare la rosa. Leggendo la lista dei giocatori, mi accorgo che nessuno ha deciso di puntare sul centravanti dell’Empoli. “Qualcuno vuole Caputo?”. Nessuno risponde, lo prendo io a 1 credito.

È proprio nella stagione 2018/19 che sboccia l’amore che unisce – in maniera unilaterale – me a Ciccio Caputo. 16 gol in 38 partite. Non bastano a evitare la retrocessione per la squadra toscana, ma sedici centri non sono pochi, specialmente se hai 31 anni e giochi in una neopromossa. Specialmente se ti ho pagato appena 1 credito.
Ma soffermiamoci sull’altro numero della statistica che ho riportato poco fa. Perché sì, avete letto bene, 38 partite. Le gioca tutte, senza essere sostituito tra l’altro! Un vero stacanovista.

Estate 2019. Asta del Fantacalcio. Le cose sono cambiate: il bomber altamurano, passato ormai al Sassuolo, è un attaccante brevettato per la nostra Serie A, quindi è impossibile comprarlo anche questa volta a 1 credito. Me ne servono più di 60 per strapparlo alla concorrenza, ma sono certo che li valga tutti.
Il campionato è tutt’ora in corso, ma Ciccio Caputo continua a segnare a raffica. In nove partite giocate, ha raggiunto 5 reti e 3 assist, con un rapporto di un gol ogni 132 minuti di gioco.

Certo, non è più il perno inamovibile della squadra, complice un infortunio che gli sta dando qualche fastidio, però continua a garantire gol e spettacolo. Inoltre, in area è praticamente infallibile: in due anni di Serie A, il centravanti di Altamura ha siglato tutti i 22 gol dentro l’area di rigore.

Il motivo per cui amo così tanto questo giocatore?
Perché si tratta di un attaccante completo, con una buona tecnica individuale e che non rinuncia a utilizzare entrambi i piedi. Abile nel dribbling nello stretto e capace di corse a perdifiato per sviluppare contropiedi che il più delle volte si concludono con un gol o un assist per un compagno.
Come si fa a non amare un bomber di provincia che nel corso della sua vita è caduto tante volte, ma che ha avuto sempre la forza di rialzarsi e di mettere la palla in rete?

...e che tra l’altro produce anche birra.