No, non è stato un errore di battitura. Con un pizzico di sarcasmo, ho voluto sostituire la "e" di Agente - inteso come procuratore calcistico - con il simbolo dell'€, perché mi sembrava più appropriato per descrivere una situazione ormai incontrollabile. Dopo mesi di estenuanti trattative e di pedante tamtam mediatico, lo svincolato ventiquattrenne Emre Can ha finalmente apposto la propria firma sul contratto che lo legherà alla Juventus per i prossimi 5 anni. Quando si dice svincolato, viene automatico pensare che la società acquirente non debba pagare alcunché oltre lo stipendio pattuito. Ma l'acquisto di Emre Can sfugge sinistramente a questa sacrosanta regola.  

Lo sappiamo tutti, ormai è diventato il segreto di Pulcinella: il calcio moderno è in mano ai procuratori. Il caro vecchio parametro zero ha lasciato posto alle arcinote commissioni, ossia molto prosaicamente i soldi che finiscono nelle tasche dei procuratori. I quali hanno scalato nel tempo ogni tipo di gerarchia sociale, arrivando a guadagnare cifre da capogiro. Un esempio su tutti? Il mitico ex pizzaiolo italo-olandese Mino Raiola ricevette 20 milioni nella trattativa che riportò Paul Pogba a Manchester. Una somma esagerata, che si avvicina a quella altrettanto assurda intascata dal procuratore di Emre Can, il famigerato Reza Fazeli, che di milioni ne incasserà 16. Ma chi è costui? È la punta di diamante della Internacional Soccer Agent GmbH, società di agenti di calcio con sede a Düsseldorf che annovera tra i suoi assistiti altri giocatori con origini mediorientali, tra i quali spiccano Mahmoud Dahoud - acquistato la scorsa estate dal Borussia Dortmund - e Nuri Sahin. Insieme a questi una miriade di calciatori iraniani. Anzi, praticamente tutti. Si può affermare senza possibilità di smentita che Reza Fazeli abbia totalmente in pugno il calcio a Teheran e dintorni. Tanto che in occasione dei Mondiali in Germania del 2006 gli venne concessa la straordinaria (proprio nel senso di "non ordinaria") possibilità di assistere da bordocampo agli allenamenti della Nazionale dell'Iran, situazione mal digerita dagli stessi giocatori. Così come mal digerita fu la sua intromissione in faccende poco chiare - oserei dire farudolente - che comportò anche la separazione nel 2007 da Mesut Özil, il top tra i suoi assistiti. Un tipo losco, ma ambizioso: di lui dicono che ad uno sconosciuto chieda quale sia il suo lavoro e di cosa si occupi, prima ancora di dirgli "ciao" e presentarsi. 

Emre Can passa alla Juventus a titolo gratuito, ma 16 milioni di euro in operazioni accessorie verranno intascate da questa società di calciatori di sede a Düsseldorf, con la fetta più grande della torta che andrà a Fazeli. A pensar male degli altri si fa peccato, ma spesso ci si indovina dice il celebre detto andreottiano. E infatti maliziosamente siamo indotti a pensare che parte di quella cifra andrà a rimpinguare lo stipendio del tedesco, visto che inizialmente chiedeva di più. Una sorta di compromesso, dato che le commissioni non vengono tassate dal fisco italiano. Il ragazzo guadagnerà 6 milioni annui, posizionandosi al terzo posto - a pari merito con Douglas Costa - nella classifica dei più pagati in casa Juve, dietro a Dybala e Higuaín. Uno sproposito, visto che stiamo parlando di un buon centrocampista centrale, che né al Bayer Leverkusen, né al Liverpool ha fatto poi tutta questa differenza. Prendendo in considerazione età e potenziale potrà diventare un grandissimo, ma al momento è tutto fuorché un campione. Nel comunicato del club piemontese viene posto l'accento sulla sua propensione al gol, definito un vero e proprio "vizio", ma le sole 14 reti in 150 presenze ad Anfield inducono a pensarla diversamente.

I romantici e i nostalgici si mettano il cuore in pace: il calcio che conoscevano non esiste più. Il calcio degli albori, delle inossidabili "bandiere", quello delle spensierate domeniche pomeriggio allo stadio, è morto. Anzi, è stato ucciso. E l'assassino non è il maggiordomo, come nei Gialli che si rispettino, ma l'agente dei calciatori.