In Spagna, da ieri, c'è un uomo capace di mettere d'accordo tutti: madrileni e catalani tutti uniti nel saluto a uno dei centrocampisti più forti al mondo, un visionario che ha permesso a Guardiola di creare il suo famoso tiki-taka e a Messi di diventare un cinque volte Pallone d'Oro. Dal gol al Chelsea in Champions League all'ultimo in finale di Copa del Rey contro il Siviglia, passando per il gol decisivo nella Finale degli Europei. Un centrocampista con tanta qualità e anche senso del gol.

Non a caso è anche il calciatore più titolato al Mondo: 36 trofei, 31 in azulgrana e 5 con la nazionale spagnola. Don Andrès ha regalato a tutti gli appassionati di questo sport momenti indimenticabili, anche se non si tifava con lui, nei momenti di particolare tensione bastava dare la palla a lui, calma e pragmatismo. Una lentezza apparente coniugata ad un intelligenza tattica sopraffina gli permettevano di essere al posto giusto al momento giusto e poi... quegli assist tra i difensori: sublimi.

Ma Iniesta non è solo il campione che noi tutti conosciamo, è anche un uomo, fatto di sofferenze e dolori, come lui stesso ha raccontato nella sua biografia. Nel 2009 il momento più difficile: "Mi stavo svuotando dentro, non riuscivo a capire cosa avevo", poi la morte dell'amico Dani Jarque:  "Ho pensato: stavolta non posso farcela". a testimonianza del fatto che fama e successo non regalano anche quella tranquillità mentale di cui tutti abbiamo bisogno.

Dagli inizi nell'Albacete, al passaggio nella cantera del Barcellona, fino a diventare uno dei pilastri dei blaugrana. Lo stesso Xavi, per anni compagno di reparto ha detto: "Se sono in difficoltà passo la palla a Iniesta". La frase che ne sintetizza l'essenza, un calciatore simbolo di un calcio che sta scomparendo, pronto a nascere con una nuova linfa, a cui mancheranno però Uomini come Don Andrès Iniesta. A noi resta il privilegio di aver assistito alle sue giocate, un uomo che nell'ombra ha fatto grande Messi e il Barcellona e potremo raccontarlo ai nostri figli per insegnarli la passione per quello che qualcuno ancora definisce semplicemente "sport".