Elliott revolution. Il nuovo corso americano potrebbe iniziare con una autentica rivoluzione. Sarebbe molto coraggioso da parte del nuovo patron fare questo, dimostrando una personalità non indifferente volendo dare un taglio netto con la precedente gestione e dare un imprinting personale al nuovo corso prendendosi le responsabilità di tutte queste nuove scelte.

Ivan Gazidis, Gandini, Giuntoli, Conte. Sono questi i nomi che girano per il nuovo management rossonero. Marco Fassone non sarà più l'ad del Milan.

Gazidis è il direttore esecutivo dell'Arsenal (squadra tifata da Paul e Gordon Singer) ed è uno dei manager più pagati della premier league  (prende circa 1,2 mln di euro). Leonardo divide in due la tifoseria, ha esperienza come dirigente avendo lavorato nello stesso Milan, a fianco di Adriano Galliani, e contribuendo in maniera determinante agli acquisti di Kaka, Thiago Silva e Pato, e essendo stato ds nel Psg.

Umberto Gandini è già stato nel Milan come ministro degli esteri e tessitore dei rapporti per il Milan con il governo del calcio. Grave errore averlo lasciato andare via. Attualmente lavora per la Roma, ma può tornare.

Cristiano Giuntoli è il ds del Napoli. Ha fatto un ottimo lavoro a Napoli. Precedentemente aveva lavorato per lo Spezia e per il Carpi. Secondo me questo profilo non sposta molto, non cambia molto tra lui e Mirabelli, che personalmente terrei ma sotto la supervisione di Leonardo, magari come capo scouting, ruolo che aveva nell'Inter. Sono meriti suoi, di Massimiliano Mirabelli gli arrivi di Perisic e Brozovic all'Inter. Prese anche Gabriel Jesus per 11 milioni dal Palmeiras ma l'Inter gli boccio' l'acquisto.

Antonio Conte non ha bisogno di presentazioni. È il 'Serial Winner'. Coach dalla personalità debordante e molto forte caratterialmente, un po' fumantino ma una garanzie  in termini di risultati e di vittorie.

Una rivoluzione spiazzerebbe i più, ma al tempo stesso va anche detto che sarebbe un modo per il nuovo proprietario del Milan di presentarsi alla piazza volendosi prendere delle responsabilità, dando una propria impronta al proprio progetto e dimostrando di tenere al club e  di essere voglioso di fare le cose per bene.

Una rivoluzione dimostrerebbe ancora di più la voglia di Elliott di voler gestire il club per più tempo di quanto si possa pensare. Sarebbe un messaggio forte da parte della nuova proprietà rivoluzionare. Dispiacerebbe per Gattuso, ma una rivoluzione ha una sua logica. Ci sta che un nuovo patron decida di dare un suo imprinting alla società di cui è a capo scegliendo lui stesso gli uomini da mettere a gestire il club anziché accettare gli uomini scelti dalla precedente gestione. 

Elliott prepara la rivoluzione. Il nuovo corso rossonero potrebbe avere tanti volti nuovi.