Ci siamo: è arrivato il momento in cui ci si toglie la maschera, si apre il sipario, viene tolto il velo indossato per mesi. Il famoso “Progetto Elliott” (non) si sta concretizzando. Dimostrando che non esiste. O meglio, esiste, ma non nella misura in cui è stato pompato e osannato da ambienti Milan e non in un anno di supposizioni, di rassicurazioni, di “vedrete, torneremo sul tetto del mondo” (ciao core!).

 Il “Progetto” dovrebbe trasformare il Milan - una delle società più titolate al mondo, ça va sans dire - in una nuova Atalanta. Anzi, forse sto esagerando nelle mie sfrenate fantasie; più realisticamente il modello di riferimento potrebbe essere l’Udinese. L’ambiziosissimo programma a stelle e strisce per rilanciare il brand e i ricavi consisterebbe unicamente nello scovare talenti giovani da rivendere ad un prezzo più elevato per ottenere plusvalenze, vero e proprio mantra di Aivan Il Terribile.

Insomma, il grande bluff del Mega Galattico Ultrapotente fondo americano, quello che non ha paura di far la guerra all’Argentina intera, quello che può mangiarsi l’intera Uefa in un sol boccone (maddechèe!) attuerebbe semplicemente  il sogno dell’ultimo decadente Milan berlusconiano: una squadra forzatamente “giuovane”, anche se non necessariamente italiana. Noi tifosi non credevamo di tornare a quei  tempi, anche se recenti, e dopo tre cambi di proprietà in due anni siamo stremati, esausti, sfiniti e sfibrati. L’ultimo macigno sono le dimissioni di Leonardo, a cui evidentemente erano state fatte delle promesse che non sono state mantenute, o a cui nessuno ha illustrato in tempo l’irresistibile attrazione per gli under 23 poco costosi del futuro AD (a proposito, sarà l’ennesimo mercato iniziato in ritardo, arrancando, fatto in fretta e furia e quindi male. Stringiamoci forte fratelli rossoneri).

Ultima chiosa su Paolo Maldini. Il Capitano ha sempre sostenuto che sarebbe tornato solo per sposare un progetto serio e ambizioso; il fatto che ora, secondo le ultime news, sia orientato ad abbandonare e non metterci più la faccia ( e fa bene!) ,non lascia dubbi. Il progetto non è né serio né ambizioso. Sillogismo perfetto.

Se l’uscita di Leo è un macigno, quella di Paolo è un asteroide che potrebbe far estinguere anche i tifosi più ottimisti. Il Milan glorioso tornerà, forse non in questo millennio, ma tornerà. Amen.