Con l’arrivo di CR7 in bianconero, o forse sarebbe meglio dire con l'avvento del nuovo Messia – visto che a volte sembra quasi di parlare di un'entità ultraterrena del pallone – mi ero subito chiesto: e ora Paulo Dybala che fine farà? Mi aspettavo il peggio e, purtroppo, come avevo previsto, le cose per l’argentino non si stanno mettendo affatto bene.

L’involuzione del 'nostro' numero 10 appare evidente, anche solo facendo un rapido confronto con l’inizio dello scorso campionato, segnato dalle prestazioni super della Joya. Basti pensare alla quarta giornata della stagione passata. Era il 17 settembre 2017, e per uno starno scherzo del destino, la Juve affrontava proprio la trasferta di Reggio Emilia, contro il Sassuolo – quest'anno si è giocata a Torino – e un iperbolico Dybala spazzava via, da solo, l'intera squadra neroverde con una tripletta. Una prestazione maiuscola la sua, così come strepitoso fu l'inizio di campionato: 8 gol in 4 partite, e 10 gol stagionali in totale – considerando pure i due in Supercoppa Italiana. La Joya la metteva dentro in ogni posizione e ogni palla toccata era un pericolo per le difese avversarie. Quella contro gli emiliani fu anche la sua 100esima presenza in maglia bianconera, ed in un colpo solo segnò i gol numero 50, 51 e 52.

A fine campionato segnò 22 goal, un bottino niente male per un giocatore che non è certo una prima punta, ma lo definirei più un fantasista. Risultando, peraltro, decisivo nella corsa scudetto con le sue giocate sublimi da top-player autentico.

Un fuoriclasse in ascesa con le stimmate del predestinato: gol e giocate da stropicciarsi gli occhi! Pennellate d’autore che disegnano affreschi tanta è la bellezza. Un giocatore che può – o poteva? – iscriversi di diritto nel pantheon dei più grandi. Solo il magnifico Sivori – che ricordi! – ha impiegato meno gare per segnare 50 gol con la maglia bianconera indosso, ed entrare così nella storia juventina, insieme a Charles, Platini, Borel e Hansen...

Dopo un’estate da comparsa con l’Argentina, ed un inizio di certo non da Oscar con la Juventus, per Paulo il futuro si prospetta tutto in salita. Ancora fermo al palo in quanto a gol fatti, ha giocato la prima col Chievo, la seconda con la Lazio l'ha guardata dalla panchina, col Parma è entrato al minuto 80, col Sassuolo ha giocato bene ma non ha inciso, col Valencia ancora panchina per tutta la partita. Esiste, pertanto, un caso Dybala?

Ecco che stasera si aggiungerà un ulteriore tassello al puzzle, e avremo una prima risposta. Nella gara di Frosinone, infatti, la Juventus dovrebbe scendere in campo con un possibile 3-5-2, e, come affermato dallo stesso Allegri, durante la conferenza stampa pre-match, l'argentino giocherà finalmente titolare al fianco di Ronaldo, in un inedito tandem d'attacco. Peccato che si tratti della partita con la matricola Frosinone, che, con tutto il rispetto per la compagine ciociara, non può rappresentare un vero banco di prova per testare intesa e possibilità di coesistenza tra i due giocatori. Nonostante le dichiarazioni del tecnico livornese – da sempre abituato a mettere le mani avanti – sulla carta, di fatto, l’avversario è troppo debole e non dovrebbe creare nessuna difficoltà a una Juventus capace di vincere in 10 uomini in Champions per 2-0, fuori casa per giunta.

La società con l'acquisto di CR7, a mio avviso, ha creato più che un sensazionale duo offensivo, un pericoloso dualismo! Un rischio che forse non aveva del tutto calcolato. Ma se Dybala, come poc'anzi scrivevo, è in ascesa e nel pieno della sua maturità calcistica, e quindi con una radiosa carriera davanti a sé, Ronaldo è agli ultimi anni di una brillante storia nel mondo del calcio, non alla Juventus però. A mio modo di vedere, e non solo il mio, le caratteristiche di gioco dell’argentino mal si conciliano con quelle del portoghese, a cui piace giocare in un tridente, o largo a sinistra, o prima punta – anche se ha visto sulla sua pelle che giocare centravanti in Italia è più difficoltoso che in Spagna.

Il 4-2-3-1 era un vestito che stava a pennello sulle spalle e sui piedi dell’argentino, ne esaltava in pieno le caratteristiche di 10 puro, con possibilità di svariare a piacimento dietro la punta. Allora basterebbe proporre questo modulo e tutti felici e contenti? Non proprio, perché il portoghese è un accentratore e quindi tutti i palloni vuole che passino da lui. Ed una volta che ha palla, difficilmente la passa ad un compagno meglio piazzato, ma preferisce sempre e comunque tentare la conclusione a rete per la propria gloria personale, non di squadra. Inoltre il 4-2-3-1 è un modulo che richiede grossa applicazione tattica soprattutto agli esterni del tridente offensivo per scalare a centrocampo per non farlo andare in affanno. Ma così facendo si snaturerebbero le caratteristiche del portoghese: non è certo venuto per inseguire l’avversario in fase difensiva! Sicuramente non lo può fare Dybala, che ha ben altre caratteristiche fisiche e tecniche. Il 4-3-3 con Dybala a sinistra e Ronaldo centravanti si è visto che non dà frutti.

Adesso ci 'ritroviamo' con un giocatore che a 25 anni ha sì l’etichetta di campione, ma, per ora, ancora potenziale. Questo doveva essere l’anno decisivo per far il definitivo salto di categoria, per diventare una stella planetaria. La Joya deve, invece, scalare le gerarchie di squadra, e se prima la panchina era un’eccezione adesso è una regola. Fatica da prima punta come ha anche spiegato Allegri e soffre ancora di più da esterno. Come un gregario qualunque, deve sfruttare ogni occasione, anche contro un non trascendentale Frosinone!

Non posso, dunque, che censurare la politica miope della società: comprare un campione a 33 anni suonati, ormai a fine corsa, il cui apporto sul campo è tutto da dimostrare; spendere 100 milioni e dare al portoghese uno stipendio equivalente a quello di tre top-player. Il tutto in contrapposizione con la recente storia vincente bianconera, fatta di cessioni illustri al primo segno di usura.

I dirigenti, con l'assenso di Allegri, hanno puntato tutto su CR7, sacrificando persino il miglior cannoniere degli ultimi tre anni: Gonzalo Higuain. Hanno deciso di mettersi al servizio del portoghese, e con loro l'intera rosa. Perché, come dimostrano tutti gli anni di carriera di Cristiano – per carità ad altissimo livello – il suo ego, il suo bisogno di primeggiare, oscura gli altri giocatori, e diventare meri camerieri al suo servizio. Il primo fu Kakà, fresco di Pallone d'Oro, che appena approdò al Real non ne azzecco più una fino a terminare la sua carriera in maniera veramente ingloriosa per un campione trasversale come il brasiliano. Di recente è capitato anche a Bale. Il gallese, oltre a non andare d'accordo col portoghese fuori dal campo, non è riuscito a legare neanche sul prato verde tanto da dover 'accontentarsi' della panchina per evitare di oscurare il Fenomeno. Come sta dimostrando questo inizio di stagione, Garet non è per niente un brocco, anzi sta facendo la differenza, e si sta pian piano prendendo – o riconquistando? – la scena e i riflettori che la prima donna Ronaldo voleva solo per sé. Adesso tocca a Dybala!

Stiamo, dunque, assistendo all’eclissi di una stella? Ma quando la luce di Cristiano si inizierà a spegnere cosa ne sarà rimasto dell'asso argentino? Non sarebbe meglio fare le opportune riflessioni per tempo. Si cerchi di mettere Paulo nelle condizioni ideali affinché una giovane stella come lui possa completare il suo processo di maturazione. Stavolta Juve hai toppato! A questo punto meglio cedere Dybala immediatamente. Farlo ora che si può spuntare un prezzo alto. Perché una Joya senza gioia non serve a nessuno.