Dopo la sconfitta in zona Cesarini contro il Crotone, e il pareggio a reti inviolate con il Pisa, Alessandro Nesta inizia ad essere al centro delle critiche.
Ma è davvero giusto criticare quello che finora il Frosinone ha messo sul piatto?

Un progetto inadatto

Quello che tutti stanno imputando ad Alessandro Nesta, è di segnare pochi goal, mettendo inoltre in campo un modulo inadatto alla rosa, il 3-5-2.  In questo c'è qualcosa di vero, visto che i goal segnati sono solamente ventidue. Ma le colpe si possono davvero imputare all'allenatore? O forse bisognerebbe accusare la società, colpevole di aver messo sul piatto una campagna acquisti totalmente inadatta, soprattutto per quanto riguarda centrocampo e attacco: partito inizialmente con un 4-3-1-2, l'allenatore, dopo dei risultati altalenanti, è passato a un 3-5-2, nonostante gli interpreti inadatti, per via della pessima campagna acquisti. Ghiglione è tornato al Genoa, e a destra Paganini è costretto a fare l'esterno di un centrocampo a cinque, coprendo anche la fase difensiva. A centrocampo è stato venduto Chibsah, provando a rimpiazzarlo con Rohden del Crotone e il prestito di Haas dall'Atalanta, ma con pessimi risultati. Il primo sta soffrendo dei soliti problemi fisici che lo avevano messo in cattiva luce nella passata stagione, mentre il secondo si sta rivelando utile più come mezz'ala che nella fase di impostazione del gioco. Risultato? Un centrocampo frettoloso, con poche idee e troppi errori. Per quanto riguarda l'attacco invece, è stato ceduto Daniel Ciofani alla Cremonese, portando a Frosinone Andrija Novakovich a titolo gratuito dal Reading. L'americano è un giovane talento, una scommessa, che sicuramente tra qualche anno farà parlare di se, ma per adesso non sta rendendo come in molti speravano, contribuendo alla scarsa vena realizzativa della squadra. Insomma, dalle cessione sono stati ricavati 1,6 mln di euro, mentre per gli acquisti sono stati spesi 1,4 mln. Una politica ben bilanciata, peccato che abbia indebolito la squadra.

La sfortuna

Nel calcio, spesso, si tende a dover trovare ad ogni costo, un colpevole, con la ghigliottina che nella maggior parte dei casi ricade sulla figura dell'allenatore. Mai come nel nostro paese oltretutto, visto che a paragone con Inghilterra, Germania e Spagna, siamo la nazionale con il più alto tasso di esoneri tra i campionati principali, che comprendono Serie A e Serie B. Ma se quello del " dare sempre la colpa all'allenatore" è un altro discorso decisamente molto ampio per essere affrontato ora, si può condannare Alessandro Nesta al netto di episodi, anzi errori, riconducibili solo ed unicamente ai giocatori stessi? Il goal sbagliato - anzi mangiato - da Federico Dionisi a tu per tu con Cordaz, l'estremo difensore del Crotone, ne è la prova. Se l'attaccante ciociaro avesse scaraventato in rete quel pallone, magari la sua squadra avrebbe portato a casa i tre punti,  e si sarebbe parlato di una situazione completamente differente (complice la cortissima classifica della Serie B). L'equilibrio tra le responsabilità di squadra e quelle del mister è davvero troppo sottile, soprattutto in Italia.

Un anno di transizione

Alzi la mano chi è che non vorrebbe vincere ogni domenica. Non credo che ci sia qualcuno che non voglia tornare a casa sempre con i tre punti, di vedere la propria squadra del cuore segnare sempre un goal in più degli avversari. Ecco, ora prendete questa voglia di vincere, e aggiungetela a quella di rivalsa, che tutti i tifosi del Frosinone covano dal termine della scorsa stagione, che ha visto la squadra di Maurizio Stirpe retrocedere della Serie A al campionato cadetto. Risalire è il sogno di tutti i tifosi, e sicuramente anche l'obiettivo della società, ma se ciò non dovesse concretizzarsi, si potrebbe davvero parlare di fallimento? O forse un anno di transizione potrebbe giovare a tutto l'ambiente? Soprattutto in una stagione difficile come questa, dove tutte e tre le squadre provenienti dalla massima serie stanno trovando difficoltà: Empoli e ChievoVerona ad esempio, se la stanno passando anche peggio del Frosinone.

Le responsabilità

Ventisette punti in diciannove partite, sette vittorie, sei pareggi e altrettante sconfitte; bottino che attualmente vale la sesta piazza della classifica, ad appena sette lunghezze di distanza dal secondo posto, e a sette dal ventesimo, che vorrebbe dire Serie C. Un campionato strano, privo (se togliamo il Benevento) di certezze, quelle stesse certezze che inevitabilmente dovranno arrivare lungo il girone di ritorno. All'interno di una situazione tale, si colloca il primo anno di Alessandro Nesta in un campionato "vero", difficile, dopo l'esperienza di rodaggio con il Perugia. Un allenatore giovane, che ha davanti a se un'intera carriera. E allora, se mettiamo insieme tutti i pezzi del puzzle appena descritto, come si può condannare un professionista che da tutto ciò, è riuscito forse a ricavare il massimo?