Buon giorno a tutti i frequentanti della community VivoXLei di calciomercato.com,
questo è il mio primo, unico e credo ultimo intervento, leggo sempre con piacere gli articoli soprattutto quelli riguardanti il Milan, ma non avendo nessuna informazione diretta non ho mai scritto nulla.
Ecco oggi, invece, ho deciso di farlo (complice la quarantena forzata) per cercare di fare chiarezza sulla situazione e sui piani di Elliott e Gazidis per il Milan.

Sono ormai due mesi che, complice lo stop del campionato, si parla di ciò che verrà e delle intenzioni della proprietà. Si spazia dal progetto u25, al tetto ingaggi di 2 mln, fino al futuro di Donnarumma, Romagnoli, Ibrahimovic, Maldini, al toto allenatore da Pioli a Rangnick, passando per Spalletti (alcuni aggiungono pure De Zerbi, Gasperini) e chi più ne ha più ne metta.
Io mi vorrei concentrare soprattutto sul futuro della panchina perché è da qui che si può capire già in anticipo cosa ne sarà del Milan. Per parlare di ciò bisogna fare un passo indietro e tornare a maggio 2019, al giorno dopo SPAL-Milan, quando nonostante la vittoria, la squadra allora guidata da Gennaro Gattuso non riuscì a centrare per 1 punto la qualificazione alla Champions League e soprattutto i suoi 50 milioni di incassi garantiti.
Fu in quel momento che l’AD scelto (e lautamente pagato) dal Fondo Elliott, insediatosi a dicembre 2018, Ivan Gazidis decise che tutta la parte sportiva (non scelta da lui) doveva essere ridisegnata. Fu allora che Gazidis immaginò Ralf Rangnick come futuro plenipotenziario della parte sportiva in veste di allenatore e direttore sportivo, condividendone i metodi di lavoro (squadra giovane e auto sostenibile) che avevano fatto la fortuna del gruppo RedBull soprattutto al Lipsia. Eliminati agevolmente Leonardo e Gattuso a Ivan Gazidis rimaneva l’ultimo ostacolo quello dell’ex capitano nonché bandiera Paolo Maldini. Il licenziamento di Maldini era chiaramente una mossa troppo rischiosa soprattutto agli occhi di tifosi e opinione pubblica cosi Gazidis gli propose un progetto complicato (budget ridotto per acquisti, budget ridotto per l’allenatore, limiti di età sugli acquisti e necessità di fare plusvalenze) convinto cosi di invogliare Maldini a lasciare. Dopo un periodo di riflessione però l’ex capitano spiazzò l’AD decidendo di assumere il ruolo di DT e convincendo l’amico Boban ad affiancarlo in questa avventura impervia, confidando di riuscire, dall’interno, a rendere più flessibili i paletti imposti da Gazidis.

Ovviamente la realtà è stata ben diversa, ad ottobre il Milan navigava in cattive acque e Maldini fu costretto a rinnegare Giampaolo e cercò di sostituirlo con un profilo “usato sicuro” come Luciano Spalletti. Spalletti prontamente venne bocciato da Gazidis che, trincerandosi dietro agli alti costi di stipendio, ovviamente continuò a cercare di mettere in difficoltà sempre maggiore una parte sportiva di cui lui non si fidava palesemente e arrivò dunque con contratto semestrale Stefano Pioli. Col tecnico parmense le cose non migliorarono affatto e il 22/12/2019 in quel di Bergamo avvenne una delle umiliazioni più grandi della storia del Milan, un 5 a 0, una manita, rifilata dall’Atalanta che evidenziò in maniera imbarazzante tutte le crepe della squadra rossonera. Fu in quel momento che Ivan Gazidis ruppe gli indugi e contattò direttamente (con l’avallo di Elliott) Rangnick, strappando praticamente quasi un accordo (alcuni parlarono addirittura di contratto scritto). La notizia prontamente uscì grazie all’ottimo lavoro della redazione di Calciomercato.com e se non sbaglio del giornalista Dario Donato che firmò il pezzo, confermato poi successivamente dalla Bild e dell’Equipe.
A quel punto Gazidis per salvare il Milan dalla retrocessione acconsentì all’ingaggio, sempre per 6 mesi, di Zlatan Ibrahimovic, sforando cosi i limiti di età precedentemente imposti, anche se obbligò nel contempo la dirigenza sportiva ad eliminare varie zavorre come Piatek, Suso e compagnia sostituendoli esclusivamente con profili in prestito semestrale come Kjaer, Begovic e Co.
Purtroppo per Gazidis, l’impatto di Zlatan sulla squadra fu dirompente e, a discapito dell’età, il fuoriclasse svedese non solo allontanò il pericolo retrocessione ma mise la squadra sulla giusta carreggiata confermando le idee di Boban e Maldini sulla necessità di elementi esperti in rosa. Gazidis preoccupato di perdere credibilità agli occhi della proprietà fece uscire spifferi ad altre emittenti e giornali(Sky, Gazzetta ed altri) confermando comunque la posizione di Ralf Rangnick per il futuro, e fu proprio allora che prima Maldini e poi Zorro Boban scoperchiarono il vaso di Pandora sulla evidente divergenza all’interno del club e stroncando pubblicamente la figura di Rangnick attaccarono indirettamente pure Gazidis, a differenza di Paolo però il dirigente croato usò toni ancor più schietti permettendo all’AD sudafricano di sfruttare ciò per licenziarlo per giusta causa, generando così una risposta legale di Boban (che visto lo scoppio della drammatica pandemia di Covid19 non è ancora iniziata).

Dal licenziamento di Boban, la linea mediatica però inspiegabilmente cambiò, poiché Boban affermò che Gazidis in maniera inelegante scavalcò la parte sportiva accordandosi con Rangnick già a dicembre, quasi la totalità dei media (tranne Calciomercato.com che ha mantenuto coerentemente la sua posizione) iniziò ad affermare che le voci su Rangnick erano poco più che boutade, che non c’è nessun accordo scritto, fino ad affermare ( la Bild e Sky.DE) che il manager tedesco avesse subito rifiutato la proposta del Milan in quanto la sopraggiunta pandemia gli impedisse di fare mercato e dunque di costruire la squadra secondo il suo volere.

Personalmente credo che la situazione attualmente sia un po’ diversa, la pandemia ha sicuramente scombussolato le certezze del mondo (pallonaro e non solo), però credo che più che il tempo effettivo per fare mercato, in realtà, Ralf Rangnick, che è in contatto continuo con Gazidis , da navigato dirigente, chieda (per lasciare il sicuro posto da direttore della sezione calcio della RedBull) all’AD rossonero una prova di fiducia nei sui confronti ovvero di licenziare Paolo Maldini che lo aveva precedentemente definito inadatto, poiché così facendo anche il futuro dello stesso Gazidis sarebbe in mano a Rangnick, che avrebbe a quel punto la certezza di poter lavorare con il supporto al 100% di tutte le componenti del club.
Qui arriva il nocciolo della questione, a Gazidis interessa sicuramente poter avviare il progetto che desidera, ma ancor di più interessano i 4 mln netti che riceve annualmente, sa benissimo che un fallimento di Rangnick sarebbe agli occhi di tutti il suo fallimento e sicuramente la fiducia incondizionata che Singer ha nei sui confronti quantomeno vacillerebbe, ecco perché il suo desiderio sarebbe quello che Paolo Maldini si allontanasse spontaneamente dal club togliendo a lui stesso l’ingombrante etichetta “ di colui che ha eliminato il simbolo del Milanismo dal Milan”.
Praticamente siamo tornati alla stessa situazione del Maggio 2019, dopo SPAL vs Milan.

Se volete una mia opinione, anzi un mio presagio, è che Gazidis non licenzierà mai Maldini, non ne ha il coraggio, a questo punto mi auspico, per il bene del Milan e di Maldini stesso, che sia proprio Paolo a lasciare.
Vi spiego meglio, nel caso in cui Maldini resti sono convinto che Ibra rinnoverebbe per un anno ma Gazidis imporrebbe gli stessi paletti dell’estate 2019 in più obbligando Paolo a tenere Pioli e a cedere Donnarumma non acconsentendo al rinnovo a 6 mln o più. Con queste premesse la situazione del Milan sarebbe la stessa di quest’anno con un decimo posto in classifica o giù di lì e Gazidis con il solito parafulmine da spendere di fronte alla proprietà, a rimetterci sarebbe come sempre il Milan e i suoi tifosi con il club che rimarrebbe nel limbo delle due anime divise e spaccate che lo accompagna fin dal duo Galliani Barbara, cioè dal 2012 in poi.
Nel caso in cui invece Maldini seguisse Boban e non rimarrebbe allora Gazidis darebbe il via al suo rischiosissimo progetto, e qui può capitare di tutto, può andare bene come col Lipsia e quindi andare in UCL oppure una mediocre metà classifica oppure ancora una clamorosa retrocessione. Nel primo caso beh, il progetto Gazidis verrà giudicato positivamente e il Milan ripartirebbe, nel secondo caso e soprattutto nel terzo invece ci sarebbe il fallimento senza appello dell’AD sudafricano e di Elliott che sarebbero obbligati dunque, per evitare guai economici ed ambientali peggiori, a lasciare il Milan a chi veramente è interessato a riportare il club nella sua vera dimensione.
A mio parere alla fine si resterà nel solito limbo, con Maldini che resterà (quindi Rangnick non arriverà) Pioli verrà confermato per un'altra stagione e ci sarà un mercato povero, con al massimo 2/3 acquisti che sostituiranno 2/3 partenti e purtroppo sarà l’ennesima stagione anonima, stressante e inconcludente.

So di essere stato un po’ prolisso, spero che abbiate il tempo di leggere tutto fino alla fine e di darmi la vostra opinione, sulla situazione del nostro Milan, sotto nei commenti.
Un abbraccio a tutti voi e un augurio di riprendere presto una vita normale.




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