Il Barcellona ieri sera ha incontrato una, se non la peggiore, serate della sua storia. La sconfitta nei quarti di finale di Champions League contro il Bayern Monaco è andata oltre ad una sconfitta "larga", è perfino andata oltre ad una sconfitta con un punteggio tennistico, è stata una umiliazione, una vergogna. Ci sono modi e modi di vincere, ma anche modi e modi di perdere, e quello di ieri sera è un modo inconcepibile e inaccettabile, e che deve per forza di cose essere considerata un capolinea per molte persone, allenatore, giocatori e dirigenti.

Il Bayern Monaco è sicuramente una grande squadra capace di rifilare otto gol, in due partite anche al Chelsea, ma quella di ieri è stata una vittoria che ha avuto un compito ben preciso. Scrivere marchiando a fuoco la fine dell'era blaugrana del suo leader indiscusso Leo Messi. A dire il vero il Barcellona non è nuovo a subire in maniera abbastanza inerte delle rimonte, sempre con la sua punta di diamante puntualmente risucchiata in quelle debacle senza mai un cenno o un tentativo di caricarsi la squadra sulle spalle per portarla in salvo dall'alto della sua immensa classe e bravura. Un limite quello di Messi che da sempre lo ha fatto stare un gradino sotto a quei fenomeni che prima di lui o durante la sua carriera, hanno avuto invece oltre alle classe, quel carattere e quel carisma necessario per "salvare" molte volte le proprie squadre con la sola forza di volontà e agonismo quando le serate si mettevano male.

Non ho la minima idea di criticare Messi, non sono così pazzo, ma bisogna ammettere che nei momenti di crisi e difficoltà importanti del Barcellona e della nazionale Argentina lui non c'è mai stato e mai una volta è riuscito ad imporsi grazie alla forza interiore, quella forza che i più grandi hanno avuto e messo in campo, come Pele', Maradona e il rivale di sempre Ronaldo. Partendo dal 2009 quando iniziò l'era Guardiola con la vittoria in finale contro il Manchester United, ripetuta due anni dopo sempre contro gli inglesi, nei successivi nove anni la squadra blaugrana ha subito ben cinque rimonte o sconfitte clamorose. Nel 2012/13 i catalani hanno incassato ben sette col tra andata e ritorno sempre contro il Bayern Monaco senza riuscire a segnarne uno in semifinale. Nella stagione 2016/17, subirono una brutta e inaspettata sconfitta per tre a zero a Torino contro il Juventus senza poi riuscire nemmeno a segnare un gol nella gara di ritorno al Camp Nou. L'anno successivo stagione 2017/18, dopo un tranquillo tre a zero in casa contro la Roma, riesce nell'impresa di lasciarsi sorprendere all'Olimpico nella gara di ritorno da un'altro secco tre a zero e relativa eliminazione. Ma l'escalation continua e riesce a migliorarsi, l'anno scorso stagione 2018/19 semifinale contro il Liverpool, tre a zero secco in casa nella partita di andata, e tonfo clamoroso per quattro a zero nella partita di ritorno ad Anfield dove il Liverpool ha Klopp mette in ginocchio Messi&Co in una serata da favola. Ma se il massimo del peggio sembrava essere stato raggiunto l'anno scorso ad Anfield ieri sera si è toccato il fondo di un fondo che lascerà ferite aperte per diverso tempo, otto gol incassati in una partita sono la fine di tutto. E sapete quale è stato il filo conduttore di tutte queste disfatte? Cosa accomuna una ad una queste sconfitte? L'assoluta assenza, mancanza o defilata presenza di Messi in campo. In tutte queste deludenti serate che ha incontrato il Barcellona, non ce n'è stata una che sia una che il capitano e leader sia stato in grado, non solo di risolvere la serata, ma nemmeno di un piccolo guizzo o gesto tecnico e di finire tutte queste serate con umiliante e deludente zero sulla casella dei gol fatti.

Se poi passiamo alla nazionale Argentina i risultati anche se meno roboanti non sono mai stati all'altezza della sua genialità. La prima delusione con la selezione maggiore risale a 13 anni fa, nel 2007, sempre in Coppa America, quando l'Albiceleste era stata sconfitta in finale per 3-0 da un Brasile senza stelle. Poi, la disperazione per la finalissima di Coppa del Mondo persa contro la Germania ai supplementari nel 2014, senza dimenticare la doppia debacle del 2015 e del 2016 nelle finali di Coppa America, perse entrambe contro il Cile. Infine, seppur in semifinale, il ko per 2-0 contro il Brasile. In passato Lionel se l'era presa con il c.t. di turno, poi aveva fatto trapelare qualche insofferenza nei confronti di compagni di squadra non giudicati sempre all'altezza. O come in Russia colpa magari di una rosa non fortissima. Anche se ormai, sembrano più evidenti anche le colpe di Messi. Incapace di guidare e spronare la sua Nazionale, e spesso anche il Barcellona, nonostante sia uno dei più grandi giocatori della storia del calcio.

Sotto il profilo dei trofei personali nulla da dire, palloni d'oro, scarpa d'oro, ecc ecc....miglior realizzatore della storia del Barcellona e della nazionale Argentina, ma a volte i numeri contano fino ad un certo punto. Segnare quattro gol in una partita magari di una importanza relativa non può essere messo a paragone con tutte le partite importanti e decisive concluse con le mani ai fianchi la testa bassa lo zero assoluto e reiterato sulla lista dei marcatori. Ronaldo che tecnicamente è stato dotato molto meno da madre natura, ha sempre saputo caricarsi le sue squadre sulle spalle nei momenti difficili da quasi sempre uscendo da vincitore o comunque a testa alta in caso di sconfitta o eliminazione, come quest'anno contro il Lione o l'anno scorso contro l'Ajax, sapendo di essere stato l'unico a tenere testa agli avversari e a segnare tutto il possibile, in questo caso è il gruppo che ha mollato il leader. È riuscito a far trionfare anche la sua Nazionale, che certamente non è all'altezza di quella Argentina, eppure almeno una volta c'è riuscito. Maradona aveva nella grinta e nel carisma, oltre alla indiscutibile grandezza, o suoi punti forti che gli hanno permesso di caricarsi il peso delle responsabilità sulle spalle e portare le sue squadre ai massimi vertici sperati. Il campionato del mondo dell'86 è il simbolo della sua grandezza, oltre a ciò che ha fatto a Napoli.

Messi è un grande, grandissimo, forse il più grande quando tutto va bene, quando la serata è giusta e la squadra gira bene, ma quando deve caricarsi le responsabilità sulle spalle, tirare fuori qualcosa in di diverso dalla sua tecnica, allora li crolla il castello. E insieme a lui crolla tutta la squadra che ovviamente è costruita secondo la sua genialità, e le sue richieste. Una partita storta, una serata nera capitano a chiunque, sono capitate anche ai Maradona e Ronaldo, ma una serie così reiterata nasconde, a mio avviso, una debolezza mentale, una incapacità di reagire alle difficoltà del campo e a farsi carico delle responsabilità che il suo nome deve pretendere , che non possono essere non prese in considerazione e non può essere un caso. Mettere la faccia davanti ai microfoni dopo una vittoria è semplice, ma dopo certe serate? Leo dove sei?