Un’annata senza precedenti per l’attaccante egiziano: 43 goal stagionali, più di Messi e CR7.

 

Mohamed Salah: il primo degli umani, il terzo degli extraterrestri. Al momento. Sì, al momento, lasciateci il beneficio del dubbio, perché Momo nel corso di questa stagione sta stupendo davvero tutti. Nessuno, a metà 2017, avrebbe puntato un euro sulla repentina trasformazione del talento di Basyoun: da giocatore “spacca-partite” tra le file della Roma ad indispensabile macchina da goal nell’armata rossa di Jürgen Klopp il passo è davvero breve. I circa 50 milioni di euro spesi dal Liverpool l’estate scorsa appaiono ora come una cifra del tutto irrisoria se si giudica il rapporto qualità/prezzo offerto dall’esterno africano, giunto a quota 43 goal stagionali – più di Messi, oltre Cristiano Ronaldo – con ancora due gare di Premier League, una semifinale ed un’eventuale finale di Champions League a disposizione per rimpinguare il bottino.

Ogni record è pronto per essere stracciato, Momo ne è consapevole. Così com’è conscio delle sue doti: velocità, dribbling, tecnica sopraffina e scatto da fuori serie, alle quali si è aggiunta, per l’appunto, una straordinaria freddezza sotto porta, caratteristica che in Italia ha solo lasciato intravedere. L’esplosione alla corte dei Reds è frutto dell’impegno e delle esperienze vissute tra Firenze e Trigoria, ambienti capaci di rivitalizzare un calciatore che, una volta traslocato dalla fredda Basilea alla grigia Londra sponda Chelsea, si era un po’ perso tra panchina e prestazioni scialbe.

Salah si è preso la sua rivincita mediante l’inserimento in un cosmo tattico apprezzato e stimato da tutta Europa, quel meraviglioso gioco strategico ma mai noioso targato Klopp, coach frizzante e spumeggiante, proprio come le magie sul campo spontaneamente prodotte dal classe ‘92. L’eletto dal destino, l’eletto dal popolo in occasione delle presidenziali egiziane del marzo scorso in seguito alle quali l’ala faraonica ha ottenuto oltre 1 milione di voti pur non essendo candidato: il singolare ringraziamento nei confronti di un idolo, capace di caricarsi sulle spalle la propria nazionale sino a farle ottenere il pass per Russia 2018, a distanza di 28 anni dall’ultima partecipazione dell’Egitto ad un mondiale.

Ma per i sogni di mezz’estate c’è ancora tempo, il presente si chiama Liverpool, con una coppa dalle grandi orecchie all’orizzonte. Dopo aver vissuto una Premier League strapazzata dal guardiolismo ma comunque più che esaltante, Salah è chiamato ad archiviare la pratica Roma, che da buon ex ha già punito nella semifinale d’andata siglando due goal ed altrettanti assist nel 5-2 di Anfield; l’occasione di presentarsi a Kiev, presumibilmente contro il sempiterno Real Madrid, è troppo ghiotta per essere gettata al vento: qualora il Liverpool dovesse conquistare la finale e vincere eventualmente la Champions League, Salah meriterebbe di diritto il Pallone d’Oro.

La fine del dualismo Leo-CR7, l’attacco ai marziani, un erede al trono: Salah potrebbe modificare le gerarchie del calcio europeo e post-moderno anche in ottica Scarpa d’Oro, riconoscimento individuale per il quale sono in corsa lo stesso Salah, Messi ed Immobile, autore di un magnifico campionato con la Lazio. Il finale di stagione può riservare ancora tante sorprese, ma Salah – una creatura quasi divina, metà uomo e metà alieno – resta il favorito. Ad maiora, Momo!