Fine Giugno.
Eccoci qua, alle porte dell'estate in senso assoluto e all'inizio ufficiale del calciomercato. Tante chiacchiere sono già state fatte, più di qualche operazione imbastita e qualcuna addirittura chiusa con tanto di visite mediche. Siamo esattamente in quel momento dell'anno dove la voglia di vedere la propria squadra rinforzata fa perdere lucidità. 
Cominciano i calcoli, lo svilimento per un mercato che non va nella direzione immaginata, si valutano con fare certosino le pedine mosse sullo scacchiere dalle altre squadre:

-L'Inter ha preso Lukaku e sta chiudendo per Dybala e Bremer 
-Il Milan ha preso Origi
-La Juve ha preso Pogba e Di Maria
e vai di depressione perché: 'ma noi non prendiamo nessuno?'.
Che poi è per tutti così: anche i tifosi di società che hanno chiuso operazioni o fatto passi decisivi, vivono uno stato di febbrile impazienza e ne consegue che "è tutto sbagliato, tutto da rifare", come diceva il grandissimo Gino Bartali
Ma poi va così, di ora in ora.
Al pomeriggio esce fuori che la Roma sta prendendo Ronaldo:
• signori, fiato alle trombe!
Alla sera:
- Non è vero, per CR7 solo fuffa, siamo su Lukic e vendiamo Zaniolo alla Juve:
• Per favore, passami il flacone di Rivotril. 
E questi umori non puoi scrollarteli di dosso, li vivi in un modo o nell'altro, perché ovunque sei, in qualsiasi posto localizzabile o meno nel mondo, ci sarà sempre qualcuno che ne parlerà.
Chi non ha almeno un gruppo whatsapp con amici che condividono la tua stessa fede? (malattia)
Io ne ho due: dico Due!

Sono giorni che si vive sulla giostra Cristiano Ronaldo; le montagne russe più alte di questo emisfero sarebbero una pianura a confronto. Avrò ricevuto un terabyte di audio che annunciano l'imminente arrivo di 'siiiiiiiiuu' alla Roma.
Dannate fake news. Era meglio il mondo fatto solo di carta stampata? 
Non saprei dirlo con certezza. Certo ora si ha il beneficio (semmai lo sia) di avere notizie aggiornate h24, il che rende gli stessi quotidiani al limite dell'obsoleto; però che bello era scendere in spiaggia giornale alla mano e spulciarsi gli articoli uno per uno? 
Le notizie erano quelle, non sacrosanta verità, ma almeno erano quelle, stavi in pace quantomeno fino a sera, quando qualche programma alla tivù ti faceva sperare o meno che il giorno dopo fosse quello giusto.
Per non parlare poi dei social: caterve di utenti che si improvvisano 'insider' di calciomercato e spiattellano frottole su frottole alla ricerca di interazioni, like e followers, giocando con i sentimenti dei tantissimi appassionati, persino ridendoci alle spalle.
Di fatti è inevitabile; ci caschi, perché vorresti che fosse così, che arrivi il giocatore che manca, l'uomo della svolta. Vorresti la squadra pronta, forte a combattere per tutto, smaniosa e con il sangue agli occhi già dai primi allenamenti in ritiro, e quindi chiunque si prende briga e gusto di prenderci in giro, finiamo per assecondarlo, anche sapendo che il pluriabusato 'è fatta', è palesemente una corbelleria.
Per carità, è anche il bello di questo periodo. Piace a tutti sognare. In effetti se non fosse che siamo 40/50 milioni di malati di calcio, non ci sarebbe neanche questo giro enorme di falsi scoop o di gente che si improvvisa 'del campo'.
Abbiamo la famelica necessità del 'ci stiamo muovendo'; il tifoso vuole sentire che la propria squadra è regina degli affari e che si lancia in spese folli e sconsiderate pur di raggiungere la vittoria.   
Che poi qualche tempo fa era così.
La serie A li prendeva tutti.
Adesso? Tocca sbavare per un trentasettenne, sapendo che in ogni caso farebbe una differenza enorme nel nostro campionato; tocca muoversi per prestiti con diritto di riscatto. Si muovono i soldi con quelle che adesso chiamano 'operazioni di economia fantasiosa', ossia acquistare i diritti sportivi di un atleta su più sessioni di mercato, inserendo contropartite o prestiti a 7 anni, tipo quando vai a comprare un auto in concessionario: scegli il leasing e giovi di un prestito a lungo termine, oppure acquisti in finanziamento, e la macchina diventa tua quando l'unica cosa che puoi fare è portarla allo sfasciacarrozze.
E ne deriva che adesso non siamo solo tifosi, ma anche economisti; conosciamo organigramma societario, uomini di potere o meno all'interno della stessa, direttore sportivo, area scouting, direttore generale, direttore del marketing e qualcuno non escludo che conosca pure gli steward con contratto a tempo determinato.
Una volta si conosceva il nome del presidente e forse la formazione a memoria. Bei tempi devono essere stati quelli. Purtroppo non mi è capitato di viverli e forse non saprò mai davvero cos'era il calcio.   
Qualche amico con più anni alle spalle, mi racconta che in ritiro si camminava insieme ai calciatori. Capitava di mangiare insieme, o anche semplicemente bere un caffè, o scattare una foto; ma che bello doveva essere? Sentirsi così vicini a quegli uomini che ti facevano sognare ogni domenica dagli spalti o alla radio?
Ritrovarsi a camminare fianco a fianco con Bruno Conti, Falcao, o per un interista condividere un momento con Boninsegna, Altobelli, uno juventino al bar con Platini, un milanista che si ritrovava a bere un caffè accanto a Van Basten, un tifoso viola che semplicemente chiedeva un autografo a Baggio o Antognoni, e chi ne ha più ne metta, senza far torto a nessuno. 
Una lacrima solo a scriverlo.
L'ultima volta che ho avuto possibilità di seguire un ritiro della Roma, i calciatori erano praticamente inavvicinabili; per una foto (divisi dalla recinzione del campo) o un autografo dovevi correre e metterti in fila sperando di essere tra i "fortunati" che riuscivano nell'impresa.
E sarà sempre così, si sarà sempre nostalgici di tempi non vissuti, perché quel che libri o interviste tramandano è davvero bello, ed oggi la mia Roma guai a chi la tocca, però viviamo in un mondo dove al dialogo si preferisce un tweet e alla carta stampata le fake news; non è tutto da buttare tornando alla citazione di sopra, però sicuramente qualche vecchio uso non sarebbe male che fosse ancora tra noi.
L'unica cosa che non cambierà mai è l'amore per i colori del nostro club del cuore, la passione con cui ci esaltiamo per le vittorie e ci avveleniamo per le sconfitte. Ritrovarsi quando è possibile con gli amici, i fratelli che condividono la nostra stessa fede e gioire a prescindere dinanzi ad una buona birra o ai sapori di tutta Italia, e alla scoperta di pietanze europee quando capitano le trasferte di coppa.
Siamo fanatici, ultras, se non nei comportamenti nell'animo con cui viviamo il nostro rapporto con il calcio, e di conseguenza vivremo il calciomercato ogni giorno come se fosse quello che cambierà il prossimo futuro sia che ci porti a dar fiato alle trombe, sia che ci porti a mettere gocce di rivotril nel bicchiere.

E allora avanti così, tre giorni all'inizio ufficiale delle danze, sperando di arrivarci vivi visto il vociare che si fa intorno al giorno 29 giugno, ergo domani (oggi); un giorno che a sensazione passerà come il 21 dicembre 2012, ovvero totalmente incolumi alla famigerata profezia Maya sulla fine del mondo; in caso contrario, beh, prepariamoci quantomeno a quella della capitale.
Ronaldo alla Roma, per quanto totalmente insensato in quanto fuori dai parametri economici della società, sia per l'ingaggio da garantire al portoghese, sia dal punto di vista della commissione corposa che sicuramente bisognerebbe garantire a Mendes, significherebbe portare ai giallorossi un autentico simbolo mondiale del calcio; una spinta netta verso la globalizzazione del brand As Roma, un po' quel che è stato LeBron James per i Cleveland Cavaliers, franchigia sicuramente da rispettare, ma che ha avuto una crescita esponenziale di tifosi e di visibilità proprio grazie all'avvento in maglia Cavs del più forte giocatore di basket dell'era moderna. Inoltre, cosa non meno importante, porterebbe ulteriore entusiasmo in una città dove già non manca a prescindere, e che dopo l'avvento di Mourinho e la conseguente vittoria della Conference League, aspetta l'arrivo di un colpo ad effetto per sfondare definitivamente il muro dei quarantamila abbonati.
Insomma, se sarà lo scopriremo a breve, almeno a detta dei fenomeni del web e anche di qualche giornalista che ha dato la notizia in diretta nazionale; come direbbe Lucio Battisti: "lo scopriremo solo vivendo".