E se De Laurentiis avesse avuto ragione? E se il segreto di questo Napoli non fosse tanto cambiare gli effettivi, ma soltanto il loro condottiero?
Anche se il campionato è lungo, la prima uscita ha dato ampiamente ragione al presidente, vista l'ottima prestazione dei partenopei che hanno battuto la Lazio all'Olimpico con un bel 2 a 1 in rimonta.

La mano di Ancelotti si vede e in questa vittoria c'è tutta l'intelligenza del mister emiliano. Perchè avendo in mano una squadra che si conosce a memoria non ha pensato di stravolgerne il gioco, ma è ripartito dagli schemi di Sarri, come a dire "dove eravamo rimasti? Bene ricominciamo da lì!" 

L'obiettivo di questo Napoli è vincere, perchè il ruolo dell'eterna incompiuta ha dato noia persino ai tifosi più innamorati. La squadra c'è. Il gioco pure. Forse mancava solo quel quid in più necessario a dare carattere e cattiveria ha una squadra che comunque già era ben impostata. Magari quel quid in più non era il nome ad effetto. Magari quel quid in più era un Mister d'esperienza che sapesse dare colore ad una squadra con i contorni già ben definiti.

Non ce ne voglia Sarri, il cui valore non si discute. Ma uno che quando già sa che sta per andar via abbandona la truppa ponendosi come a dire "Più di questo, non so che dare!" Ecco, uno così, lo lasci andare perchè capisci che ha ben altre ambizioni nella testa. Gli auguri tutto il bene del mondo e Amen. Perchè tu, Napoli, il definitivo salto di qualità lo vuoi fare. Ed hai tutte le ragioni del mondo per volerlo fare.

E così arriva uno come Ancelotti, stimolato dal desiderio di fartelo fare quel benedetto salto di qualità. Che si mette a lavoro con serietà per fare più grande un Napoli che è già grande lo è. E che non fa questioni se non gli compri questo o quel grande nome. Pensate la felicità di De Laurentiis ad avere uno che non solo non gli chiede la luna, ma nemmeno uno dei satelliti. E che dice "Tranquillo, presidente! Ce la metto tutta. Possiamo fare grandi cose anche così!" Per De Laurentiis, un orgasmo! Qualche dubbio possiamo averlo giusto per la panchina un pò corta. Desta qualche preoccupazione in un campionato lungo e parecchio impegnativo. Ma Ancelotti troverà la quadra anche lì.

Ieri sera si sono visti subito l'entusiasmo e la fame di una squadra che una voglia pazza di crescere e migliorarsi. Se sei già forte, l'unico modo per farlo è vincere, oltre che convincere. Perchè il vecchio Napoli, al contrario, spesso convinceva proprio quando non vinceva. E alla fine gli scudetti li vinci quando fai più punti degli altri. Non quando ti dicono che sei più bello di loro. 

Ancelotti questo lo sa e sta già lavorando in tal senso. E' furbo e quindi ieri sera nessuno stravolgimento. Ma una sana partenza da quel "dove eravamo rimasti!"che ha fatto sorridere persino i più scettici.

Sul match che dire!? Ottimo Milik, nella speranza che gli infortuni che lo hanno tormentato siano finalmente soltanto un lontano ricordo. Bene Insigne che quando c'è da fare gol si fa trovare sempre pronto. Da rivedere Hamsik, non certo nel potenziale, ma nella posizione e ruolo in campo. Dove Ancelotti dovrà lavorare e inventare qualcosa di nuovo è infatti proprio il centrocampo. La partenza di Jorgihno, si è fatta sentire, eccome se si è fatta sentire. Ma per il resto niente da dire!

Sulla Lazio, invece, un po' di delusione è venuta palesemente a galla. E' vero che certe partite le decidono gli episodi e se quel palo non avesse fermato il tentativo di Acerbi, forse  staremmo a raccontare tutta un'altra storia. Ma rispetto alle attese quella di ieri sera non è stata una grande Lazio. Spettacolare la rete di Ciro Immobile. E buonissimo l'esordio di Acerbi in difesa. Lo guardavi giocare e ti domandavi "De Vrji, chi?" visto come sembrava un veterano sia nel fraseggio che nella personalità. Ma il centrocampo è tutto da rivedere! Milinkovic, il più atteso, sembrava l'ombra del campione che è stato il sogno d'estate di mezzo mondo. Non un guizzo. Non un passaggio vincente. Non una geometria che fosse degna del suo nome.

Chissà cosa avrà pensato Lotito, ricordando a quanti soldi abbia rinunciato non cedendo alle lusinghe di mezza Europa pur di sparare cifre folli e ostinarsi a fare muro con richieste che definire esagerate è soltanto un eufemismo. E tutti oggi a chiedersi dove fosse Milinkovic con la testa mentre la sua squadra stava giocando. Perchè lui non era in campo, ma forse altrove. Insomma, grande lavoro per Inzaghi, nelle prossime settimane. E non solo sul gioco della sua Lazio.

Ma intanto per un Lotito che rimugina, c'è un De Laurentiis che gongola. Niente niente che alla fine dei giochi il vero stratega di questo mercato non sia stato proprio lui?