Due filosofie diametralmente opposte tra loro potrebbero contendersi il futuro del Napoli.

Nel capoluogo campano, tra i tifosi, impazza una voce: Antonio Conte prossimo allenatore del Napoli! 
Semplici rumors di mercato, nulla di confermato per ora, poiché sino a giugno Maurizio Sarri resterà il punto fermo, il fulcro della società azzurra, quest’ultima concentrata su quella tanto microscopica quanto flebile speranza di agguantare il sogno Scudetto. Sul tecnico di Bagnoli, tuttavia, incombe la celeberrima clausola rescissoria… ed irrisoria, specialmente per le big europee, positivamente colpite dal gioco espresso dal Napoli nel corso degli ultimi tre anni.

Chelsea, Arsenal, PSG, Real Madrid e chi più ne ha più ne metta. Chiacchiere da bar, il club fa muro. A stagione ultimata si faranno i conti, inizieranno trattative serrate, e solo allora si potrà davvero capire che aria tirerà sul golfo napoletano: prolungamento del ciclo o rifondazione? Proviamo ad immaginare l’emigrazione del sarrismo verso altri lidi (come detto stranieri); quale filosofie potranno mai rimpiazzare il pensiero di Mister 33 schemi?

Archiviando i sogni Klopp – vecchio pallino di De Laurentiis – ed Ancelotti (incredibilmente ancora sul mercato) ecco che la logica porta a Unai Emery: 3 Europa League consecutive con il Siviglia, 1 Ligue 1, 2 Coppe di Lega francese, 1 Coppa di Francia e 2 Supercoppe di Francia con il PSG; nonostante il palmarès del tecnico basco parli da sé, i transalpini a fine stagione vireranno su un profilo alternativo. Fu proprio il suo il primo nome della lista stilata da ADL nel 2015 per il post-Benitez ed è lo stesso nome di Rafa Benitez ad essere tornato prepotentemente a circolare nell’ambiente partenopeo negli ultimi giorni: che avvenga il ritorno del figliol prodigo dopo la sfortunata parentesi madrilena e l'immediata rinascita in quel di Newcastle? Poco probabile: De Laurentiis non gradisce particolarmente i ritorni, ma mai dire mai.

Dunque Conte. Antonio Conte. Al presidente piace: verace come Sarri, forse meno morbido di Sarri. Un martello che assilla, assilla di continuo i suoi uomini affinché portino a casa il risultato. L’orchestra sinfonica ideata del maestro tosco-napoletano rischierebbe, tuttavia, di trasformarsi in una rock band di duri a morire, protagonisti assoluti a suon di ritmi aggressivi in quelle partite cosiddette sporche, in cui la melodia ed il fraseggio del tiki taka sarrista non troverebbero spazio sufficiente per primeggiare. Il nuovo spartito, inoltre, richiederebbe note piuttosto corpulente e tutt’altro che minute, magari correndo il rischio – piuttosto elevato – di apparire più macchinosi del solito: chissà quali rivoluzioni potrebbero avvenire all’interno della rosa azzurra. Chissà se la personalità dell’ex Juve influenzerà il gruppo.

Chissà se davvero Conte sarebbe disposto ad accettare un’eventuale offerta del Napoli. Chissà se la tuta di Sarri, ad agosto, sarà blu o Blues. Chissà. L’asse immaginario creatosi tra le pendici del Vesuvio ed il Big Ben avrà davvero motivo di esistere? Lo scopriremo solo vivendo. Il tam-tam sui social, intanto, è iniziato.