Ieri sera il Milan è sceso in campo, sapendo di essere condannato dallo 0-0, contro una squadra che in campionato ha un'infinità di punti in più e senza i 2 titolari più forti, Si prospettava quindi una dura punizione per i derelitti rossoneri, tanto è vero che Sarri ha detto ai suoi di chiudere subito la partita. Per il principio dei vasi comunicanti, quando la squadra più forte attacca, quella meno forte retrocede e fa quadrato in attesa che il furor degli avversari si attenui. E' quello che ha fatto il Milan, portando tutti i suoi uomini in copertura, tranne il focoso Rebic, Tutto nella norma, quindi.
Intorno al quarto d'ora, tuttavia, in piena melée nell'area di rigore, Conti vedeva schizzare la palla alle sue spalle e, cercando di girarsi più velocemente possibile, sfiorava la palla col gomito. Questa veniva poi stoppata di mano da Ronaldo, che non riusciva a concludere. Orsato andava al VAR e, dopo aver sfiorato la comica ostentando una crisi di coscienza, fischiava il rigore per i bianconeri. Sacrosanto per i commentatori della Rai, che non si sognerebbero mai di lodare la potente società rossonera contro la derelitta Juventus. Mai! Vogliamo scherzare? Deve essere bello per i tifosi bianconeri vedere la propria piccola e simpatica società tutelata a livello mediatico contro i poteri forti.
Sulla battuta del penalty, Donnarumma costringeva Ronaldo ad angolare troppo la palla, che finiva sul palo. Peccato che sul contropiede Rebic, preso dalla foga, andava con la gamba tesa e molto alta. Era il classico intervento in cui, quando non si colpisce l'avversario, viene fischiato il gioco pericoloso, mentre se lo si colpisce è fallo con cartellino. Quale? Ieri sera Rebic ha colpito l'avversario sulla parte esterna del braccio e, anche se il bianconero ha fatto il morto, non gli ha fatto alcun danno. Era cartellino giallo e, infatti, Orsato ha tirato fuori quello. Poi ci ha ripensato e deve essergli venuto lo scrupolo di favorire la strapotente società rossonera contro la piccola e simpatica Juventus, una realtà che, per il bene del calcio, non deve trovarsi schiacciata dai poteri forti. Cartellino rosso e semifinale, di fatto, assegnata alla Juventus con il caloroso plauso dei commentatori Rai.

Tutti, me compreso, si aspettavano che le squadre andassero al riposo almeno sul 2-0 per i bianconeri, che continuavano a spingere. Come Foreman contro Alì nel Rumble in the Jungle del 1975, tuttavia, gli juventini colpivano solo le braccia dell'avversario chiuso a riccio. Un segno di soprendente e inaspettata impotenza.
Nell'intervallo, il gran consiglio dei competenti RAI decretava che una meravigliosa Juventus aveva fatto quello che voleva contro il Milan e che le decisioni di Orsato erano state sacrosante, risparmiandoci, bontà sua, la boutade che l'arbitro avesse anche favorito i rossoneri (visti i tempi che corrono, ci sarebbe stato da aspettarsi anche quello).
Nel secondo tempo la Juventus ha ricominciato ad attaccare per chiudere il match, ma a parte rispondere a qualche telefonata, Donnarumma è rimasto inattivo. I rossoneri, in 10 per un'ora complessiva, hanno anche provato a pungere con 2 colpi di testa (Chala e Kijaer) che, però,  hanno creato più effetto che danno. Non c'erano i margini, con assenze gravi e in 10, per fare di più. I rossoneri potevano solo guadagnarsi l'uscita dal campo con l'onore delle armi e lo hanno fatto.

L'onore delle armi lo ha reso prima di tutto Sarri, quando a metà del secondo tempo è stato inquadrato mentre andava nervoso su e giù per il campo e controllava il cronometro. Tremare così di fronte a un avversario debole come il Milan attuale, privo dei suoi giocatori migliori e in 10 dopo 15 minuti... equivale a una resa morale. Per la resa effettiva, la vittoria del Milan, non c'erano i margini.
Non so, poi, se considerare come una resa morale il fallo laterale non dato al Milan al 92°, perché si vedeva che Cuadrado aveva toccato di testa la palla, poi finita fuori. Forse Orsato era stanco e forse lo era anche il guardalinee. Forse erano tutti stanchi. Fatto sta che l'ultima chance, sia pure molto teorica, per i rossoneri è sfumata.
Di certo l'onore delle armi lo ha dovuto rendere la Rai alla fine del match, quando i commentatori sono stati costretti cambiare tutti i giudizi dati alla fine del primo tempo, parlando  di un Milan in balia dei bianconeri e dimenticando che il calcio prevede anche la difesa, se ordinata come quella rossonera. Se, tuttavia, l'emittente di stato ha cambiato giudizio, è stato per merito di un signore che ha fatto la storia del calcio: Paolo Rossi. Di fronte ai tentennamenti altrui, ha avuto il coraggio di dire che i rossoneri avevano fatto una signora partita. Lo ha fatto con tale decisione che gli altri, non molto contenti per la verità, ci si sono dovuti accodare.

Ora, è probabile che alla Juventus  mancasse di un po' di velocità, che acquisterà forse più avanti. Ma considerando le condizioni complessive del Milan, divenute improbe a partire dal quarto d'ora, direi che la Signora ha tutti i motivi per dover essere imbarazzata. Ha raggiunto il risultato, che come ha detto l'imparziale Marocchino a fine partita, è l'unica cosa che conta. A essere logici, tuttavia, non vedo come sarebbe potuto sfuggirgli.
Il Milan ha avuto il torto di entrare troppo carico nei primi minuti, come testimoniato dalla generosità di Conti e Rebic. Ma ha avuto il merito enorme di calmarsi, piuttosto che innervosirsi, dopo l'espulsione del croato. I giocatori rossoneri hanno fermato i bianconeri senza praticamente fare più falli, sempre in anticipo, subendone anche diversi che avrebbero meritato decisioni più severe. Cosa potevano fare di più?
In realtà, a essere realistici, il Milan avrà molte più difficoltà a Lecce, perché lì si pretenderà che attacchi e, data l'assenza di Ibrahimovic, si rischierà di farlo a vuoto, cosa che favorirà i salentini, a caccia della salvezza.
Kijaer e Romagnoli sono stati eccellenti. Donnarumma ha, invece, mostrato molta freddezza sul rigore di Ronaldo.
Chiedo, comunque, a tutti i commentatori Rai di ieri, tranne a Paolo Rossi, di rivedersi e risentirsi, per poi guardarsi allo specchio. A mio avviso, per come intendono loro il commento sportivo, non si va da nessuna parte. Ma tant'è, ognuno la vede a modo suo e la realtà, purtroppo, va presa per quello che è.