L'arbitro fischia, con un trillo secco ed imperioso, solleva il braccio con la mano alzata e, indicando il centrocampo, scatta indietro di corsa. 

Il portiere "caduto alla difesa ultima vana, contro terra cela la faccia...".

I tifosi sugli spalti, liberano al cielo il loro delirio festante ...

Ma, di colpo, ... il giudice di gara pare concentrarsi nell'etere. Le mani davanti alle labbra, gli occhi attenti, baratta pareri vocali per interfono non si sa bene con chi ... poi tentenna, ferma la sua corsa, ritorna indietro, ed assegna una punizione in area di difesa alla squadra soccombente al (non più) gol.
Le parti si invertono; la gioia diventa dolore e viceversa; dagli spalti si levano cori a indirizzi invertiti ...

Il VAR ha colpito ancora. Gol annullato da un "silent check" che pochi si attendevano e nessuno in campo aveva ipotizzato.

Non datemi del visionario. Non attribuitemi volontà oscurantiste, ma talora, "anche" questo è divenuto, oggi, il calcio professionistico: gol annullati inopinatamente te, calci di rigore inattesi, falli re-interpretati.
Il gol, soprattutto gioca cattivi scherzi sugli spalti: l'apoteosi del gesto atletico, la finalità prima del gioco, il gesto trionfalmente liberatorio, la libera espressione di uno pseudoorgasmo collettivo, deve oramai rimanere sospesa nell'aria, per un momento eterno, prima di conoscere e far conoscere a tutti la sua realtà, la sua essenza, il suo peso. 

Il VAR DEVE CONTROLLARE CHE NON VI SIA MARGINE DI ERRORE.

Il mio intendimento, sia ben chiaro, non vuole essere una opposizione al Var.
Chiunque abbia qualche capello grigio in testa non può aver dimenticato le crociate della "Bandabiscardi".
Chiunque possieda un minimo di buon senso non può essere in  qualche modo favorevole alla "grande innovazione", attesa per anni e sparsa oggi a macchia di leopardo, fra i vari tornei.

Forse, però, la sua complessità operativa era sfuggita a molti (me compreso) e la sua applicazione andrebbe secondo me  rivista.

Chiunque non sia nato ieri e possieda un minimo di onestà intellettuale non può aver dimenticato esempi  di errori clamorosi : (dal gol fantasma di Hurst nel 1966 alla finale dei mondiali, alla "mano de Dios" di Maradona vent'anni dopo, al (non) Gol di Muntari a San Siro del 2012).
Il Var sarebbe stato sicuramente in grado di correggere questi errori madornali.

L'odierno sistema, d'altra parte si fonda una antica sinergia fra tecnologia e sport, che  data da tempi remoti e coinvolge non solo il calcio, ma moltissime altre discipline (atletica, tennis, sci, rugby, nuoto,  basket)

Evidente resta il suo limite:  l'input elettronico offre i suoi servigi inappuntabili solo laddove sia chiamato a valutare un elemento oggettivo (gol line technology, off side del calcio, "falco" del tennis), mentre diventa ingestibile ed inutile nelle altre accezioni.
Ciò che desidero sottolineare, nell'uso che se ne fa oggi, è una sensazione fastidiosa, più impalpabile, più umorale che mi tormenta come tifoso.
Da quando esiste il Calcio (credo) in campo, come giudice, scende un Ufficiale di gara, coadiuvato de due - tre collaboratori. La buona fede e la professionalità degli addetti  (pur trattandosi, tecnicamente di dilettanti) sono  fuori di dubbio, altrimenti cadrebbe ogni discorso sensato.

Orbene, il vedere che la (qua) terna arbitrale, anche in casi apparentemente lineari, incontestati, trasparenti a tutti, PRIMA di qualsivoglia decisione debba attendere il beneplacito del giudizio VAR, mi pare francamente ridicolo.
Nella preparazione seria di un arbitro è compreso anche l'addestramento a cimentarsi in decisioni fondamentali in tempi rapidissimi, esattamente  come per un pilota, o per  un paracadutista, o per un neurochirurgo o per un istruttore di sci alpino ...

Se io fossi un arbitro, considererei addirittura offensiva la gestione attuale.
"Può sempre essere sfuggito qualcosa a prescindere "...  tuoneranno i più radicali ...
Ma, in tutta onestà,  siamo così  certi che alla "commissione" di fronte agli schermi non sfuggirà  mai nulla?

E se, per maggiore ulteriore certezza, allora fosse meglio affidarsi, in un tempo ancora successivo,  ad una TERZA commissione, cui magari si forniscano immagini tridimensionali?
Sarebbe una spirale infinita.

E, soprattutto, tesa a dimostrare cosa? Che si è  raggiunta la perfezione? Che non esiste più margine di errore?
L'infallibilità è solo divina e il buon  Dio non gioca a Calcio.
Noi tifosi non andiamo sugli spalti per cercar giustizia ad ogni costo.

Noi andiamo per tentare di divertirci, con quello spirito libero, allegro, appassionato, caloroso che ci spinge a sostenere la squadra del nostro Cuore, nei limiti della civiltà  sportiva.
Partecipiamo,  come possiamo, a quello spettacolo meraviglioso che è il Calcio, con le sue regole, le sue contraddizioni, i suoi "furti" di oggi, che speriamo saranno ripagati da "doni" di domani.

La nostra partecipazione è e deve essere immediata, viscerale, completa.
Le nostre emozioni sono e saranno genuine, sincere, pronte, istintive.
Io penso che non meritino di essere represse, che non meritino di scatenarsi ad orologeria.