Ho preso la decisione di scrivere sul blog di VivoPerLei per capire, magari, grazie all'aiuto dei tanti utenti collegati, il motivo reale che spinge una persona a criticare le decisioni altrui senza sapere il nesso che c'è sulla decisione di un calciatore di lasciare il posto di lavoro e quindi l'Italia, per andare a passare la quarantena nei loro posti natali insieme alle famiglie, ovviamente a campionato fermo interrotto per questa pandemia...

Durante questo periodo, mi sono soffermato a leggere quotidiani sportivi e non, e sono rimasto basito sulle tante critiche piovute sui giocatori.
Premesso che avranno ricevuto il benestare delle società calcistiche a partire, ma chi è un giornalista o un lettore che si permette di decidere o interferire nella decisione della vita di un essere umano in un momento cosi inaspettato e drammatico? 

In tutti i settori chiusi per forza maggiore dal governo e il calcio è compreso, i datori di lavoro hanno permesso ai dipendenti di trascorrere la quarantena dove meglio credessero.
Ora, non è perché il sig. Ronaldo decide di avvicinarsi alla madre, anche per le condizioni di salute dopo un intervento chirurgico subito, nella sua terra natale, in Italia deve sollevarsi un polverone mediatico dove critici, giornalisti e tifosi lo crocefiggono per mancato attaccamento alla maglia. A mio modesto parere queste critiche derivano dal fatto che la nostra mentalità non è ancora pronta ad accettare che una figura come il calciatore, fortunato ma anche bravo (perchè diciamolo, se arriva a certi livelli diamogliene anche dei meriti) abbia dei privilegi che la gente comune non ha.

Se si vuole più attaccamento alla maglia, ai colori sociali, allora signori meglio tornare indietro quando gli stranieri si contavano su due dita. Ma qui si parla di nostalgici e ahimè tutto passa, tutto cambia e ce ne dobbiamo fare una ragione. 
Mdn