Per apprezzare la giocata di André Silva sul goal di ieri, è necessario fermare il filmato nel momento in cui il compagno entra in possesso della palla sulla fascia.
In quel momento il portoghese è almeno 3 metri indietro, ma con notevole intuito si stacca dal mucchio, si sposta parallelamente alla porta verso il primo palo e detta il cross.
Il colpo di testa è bello, ma la cosa migliore André Silva la fa smarcandosi e offrendo un valido punto di riferimento alla squadra.

Diciamo la verità: fino a quel momento il povero Silva era stato il solito lezioso, evanescente e inutile gingillo di sempre, quello che vuole la palla precisa e dolce sul piedino o la testina. E ciò ha portato diversi commentatori a far notare che, in fondo, il giocatore ha fatto solo un goal e che è da vedere se poi questo è l'inizio della sua affermazione.
E' una posizione che condivido, ma in maniera molto moderata, nel senso che non siamo noi che discutiamo quelli che determinano il successo o meno di un calciatore, ma è il giocatore a guadagnarsi con le sue prestazioni il favore dei commenti.
In tal senso, sta a lui far vedere che può giocare in un campionato meno pulito, tecnicamente parlando, di quello portoghese, ma più complesso tatticamente. 
Io non ho preclusioni e ieri Silva ha segnato un punto pesante a suo favore. Continui così.
Del resto, il goal di ieri ha reso palese che Silva è una prima punta e che chi non lo considera tale lo fa perché confonde il ruolo di centravanti con la stazza fisica, sulla base dell'equivalenza seguente: attaccante brevilineo == seconda punta.

E' un evidente errore, considerando che Paolo Rossi e Romario sono state due notevoli prime punte senza essere marcantoni.
Ora che si vada a Londra per qualificarsi, se non altro servirà a evitare la débacle che sarebbe riservata a un Milan demotivato.