La storia del calcio ci ha insegnato una cosa precisa, e cioè che ogni squadra ha un suo DNA, una precisa filosofia o mentalità, che dir si voglia. Ad esempio, se pensiamo a quali squadre abbiano sempre voluto creare gioco, un gioco tecnico, propositivo, di livello superiore, fatto di possesso palla, tocchi di prima, dove il comando del gioco era una loro prerogativa, sicuramente viene in mente il Barcellona, il Milan dell'era Berlusconi, l'Ajax. Se pensiamo invece a squadre quadrate, solide, pratiche salta in mente la Juventus il Bayer Monaco. Mentre le inglesi sono sempre state etichettate come squadre che fanno dell'agonismo, della velocità della forza atletica le loro doti principali. Ciò che mi chiedo, e non riesco a darmi una risposta, è se fosse possibile cambiare il DNA di una squadra.

Dopo le chiacchiere su Guardiola, negli ultimi giorni, sta prendendo sempre più piede la possibilità che il nuovo allenatore della Juventus possa essere Maurizio Sarri. L'ex Napoli ora al Chelsea che mercoledì si giocherà la finale di Europa League contro l'Arsenal, sembra essere in pole position per subentrare ad Allegri. E questa scelta, qualora fosse confermata, mi intrigherebbe parecchio, ma allo stesso tempo mi preoccupa un po'. Sarri è diventato famoso per il suo gioco, bello e divertente, definito un gioco di posizionamento, dove ogni giocatore è una pedina con compiti precisi, chiari. Dove le sue squadre si vedono muovere all'unisono. Un metodo il suo che si è meritato, anche, di vedere coniare il vocabolo "Sarrismo". Mentre la Juve, da sempre, fa volentieri a meno di un gioco, l'importante è sempre stato vincere. Da sempre, soprattutto sotto il comando del presidente Boniperti, la filosofia della vittoria viene marchiata a fuoco a qualsiasi giocatore e tramandata da sempre. Il famoso motto bonipertiano "vincere non è importante, è l'unica cosa che conta" la dice lunga su quale sia la mentalità bianconera. Difatti, Allegri, dopo cinque anni di successi è stato allontanato dalla squadra, non tanto perché non ha vinto la Champions, o perché il suo gioco da alcuni tifosi veniva criticato, ma più semplicemente per divergenze con la società, o più precisamente con parte di essa.

Ora immaginare che la Juve voglia, oltre che vincere, farsi anche bella mi puzza un pochino. La scelta di Sarri, apre un mondo di considerazioni alle quali non è facile dare una giusta lettura. La prima che mi viene in mente è, la società e i tifosi sono pronti a questo cambiamento? Perché sia chiaro che per i cambiamenti ci vuole tempo e pazienza, non esiste la bacchetta magica, non è in possesso Sarri né Guardiola né Kloop, nessuno. Ci sarà da lavorare e non è nemmeno detto ci si riesca a mantenere i risultati ottenuti fino a qua da Allegri, e impreziosirli con un bel gioco. È probabile che andremo incontro a qualche sconfitta in più, qualche passo falso non previsto, è probabile che lo scudetto non lo vinceremo ad ottobre, e alla fine con venti punti di distacco, può darsi che staremo nelle prime posizioni ma non la prima.

Ed è qui che entriamo in scena noi tifosi. Saremo in grado di sostenere squadra e società in questo percorso inevitabile? O arriveranno puntuali le vedove di Allegri e quelli che... Allegri vinceva. Se il progetto è serio e voluto, io sono il primo tifoso che rimarrà vicino alla squadra e all'allenatore, perché se veramente si vuole voltare pagina, lo dobbiamo fare tutti. Personalmente Sarri come persona non mi è mai andato a genio. Troppo polemico sul nulla, orari partite, ore di recupero, altezza dell'erba ecc... ma forse faceva parte del copione partenopeo affidatogli dal presidente del cinema azzurro. Però come allenatore non posso dirgli nulla di negativo, spero veramente di vedere la mia Juve giocare come il suo Napoli e in più vincere, se verrà veramente. Però so che non sarà per niente facile. Lui dovrà essere bravo e intelligente, come lo fu Allegri, ed entrare in questo contesto in punta di piedi senza stravolgere da subito tutto, e un po alla volta mettere del suo. In un meccanismo così oliato e preciso, come quello juventino, è molto semplice spostare l'equilibrio sbagliato e tutto potrebbe saltare. In questo confido molto nella società e sul sostegno che certamente non gli farà mancare. Volevamo il cambiamento, forse sta arrivando, ora dobbiamo essere pronti noi però. Perché sono convinto che cambiare il DNA di una squadra sia molto, molto complicato. FinoAllaFine