Non che con l’impresa di martedì sera la Juventus si sia garantita l’accesso alla finale di Champions League, ma la stratosferica gara con cui gli uomini di mister Allegri hanno letteralmente annientato e spazzato via l’Atletico Madrid lascia ben sperare i tifosi bianconeri riguardo la tanto agognata coppa dalle grandi orecchie.

Gli ottavi di finale appena disputati hanno infatti sancito piuttosto sorprendentemente l’eliminazione di grandi club quali Real Madrid, Atletico Madrid, PSG e Bayer Monaco, annoverati come grandi protagonisti della massima competizione continentale. Due di essi, Real Madrid e PSG, ad inizio stagione venivano addirittura considerati dalla maggior parte degli esperti come i principali favoriti per la vittoria finale. Hanno invece avuto accesso ai quarti di finale squadre quali Ajax, Porto, Tottenham, non certamente annoverate tra le favorite, così come il Manchester United, che dopo il fallimento della gestione Mourinho culminato con il suo allontanamento dal club avvenuto lo scorso mese di dicembre, pareva destinato all’ennesima stagione interlocutoria, molto distante dalle grandi stagioni dei Manchester dell’era Ferguson.

Oltre alla vecchia signora quindi, soltanto il Barcellona di Leo Messi, il Manchester City di Pep Guardiaola e il Liverpool tutto pressing e verticalizzazioni del martello tedesco Jurgen Klopp hanno sinora rispettato i pronostici che li davano come grandi protagonisti di questa edizione della Champions League.

Molti affermano che nello sport la buona sorte non esista, ma è inutile negare che la dea bendata, almeno per quanto riguarda gli accoppiamenti giochi un ruolo alquanto importante. Checché se ne dica, ciò che venerdì 15 marzo a Nyon uscirà dall’urna di Champions, quanto meno indirizzerà in un senso piuttosto che in un altro l’esito finale della manifestazione. Ogni partita in Europa è durissima, non esistono partite facili, e le imprese di Ajax e Manchester United lo dimostrano. Ma solo uno sprovveduto o chi non capisce di calcio può affermare che giocarsi un quarto di finale al Camp Nou di Barcellona o all’Anflield Road di Liverpool sia cosa analoga che andarselo a giocare in altri campi. I valori tecnici, la qualità dei calciatori, l’esperienza a giocare certe partite, la storia dei club, sono dei valori oggettivi, che non possono essere messi in discussione, pur con tutto il rispetto possibile per la squadra di Conceicao e per i lancieri olandesi che giocando un ottimo calcio (l’Ajax più che il Porto) hanno meritato l’accesso a questi quarti di finale. Ecco perché siamo più che convinti che venerdì prossimo dall’incantevole cittadina svizzera del Canton Vaud uscirà qualche indicazione in più riguardo il destino di questa Champions 2019. Anche considerato che, per la prima volta in assoluto nella storia di questa competizione, non verranno sorteggiati solo gli accoppiamenti dei quarti di finale (senza testa di serie) ma verranno già stabiliti anche quelli per le due semifinali in programma dal 30 aprile al 8 maggio prossimi.

La gara disputata quarantottore ore fa a Torino ha dato alla truppa bianconera importanti certezze, e soprattutto la consapevolezza di potersela giocare contro chiunque, dal momento che la Juventus a detta di tutti è stata la squadra che da ogni punto di vista, tecnico, caratteriale, d’intensità, ha più ha impressionato nelle gare di ritorno, soprattutto in rapporto al livello degli avversari, dal momento che il 7 a 0 che il City ha rifilato allo Schalke 04 fa poco testo considerata la pochezza tecnica dei tedeschi.

Certo che, riuscire ad evitare incroci con i Blaugrana di Catalogna e i Citizens di Manchester male non farebbe alla Juventus. Il Barcellona di Valverde sta facendo benissimo nella Liga spagnola. Primo in classifica con sette punti di vantaggio sull’Atletico Madrid e dodici sul Real con solo due sconfitte sinora rimediate, sessantanove reti segnate e solo ventisei subite con una differenza reti positiva di + 43, testimoniano di quanto la squadra stia bene in questo momento. Anche in Champions il cammino del Barca sta procedendo alla grande, non avendo subito ancora nessuna sconfitta. Il City dal canto suo, primo in Premier League con un punto solo però di vantaggio sul Liverpool è squadra devastante nella fase offensiva (79 le reti segnati in Premier) anche se qualche piccola lacuna nella fase difensiva l’ha più volte dimostrata, avendo però un più che ragguardevole + 58 come rapporto tra reti fatte e reti subite.

Subito dopo queste due corazzate, siamo certi che mister Allegri farà gli scongiuri per non incontrare il granitico Liverpool, squadra che nella prima parte di questa Champions si ha palesato più di una difficoltà rimediando anche tre sconfitte ma che il 3 a 1 rifilato al Bayern Monaco all’Allianz Arena di ieri sera, ha rilanciato a pieno titolo verso la ripetizione del percorso fatto nella passata edizione di Champions, quando riuscì ad arrivare in finale contro il grande Real di CR7.

Sorteggi sicuramente più abbordabili dovrebbero essere quelli con le due formazioni inglesi del Tottenham e del Manchester United. Gli inglesi di Pochettino, che nel girone avevano eliminato l’Inter senza entusiasmare troppo, hanno giocato un grande ottavo di finale contro il Borussia Dortmund ma in Premier League non stanno andando a gonfie vele, soprattutto nell’ultimo mese in cui hanno collezionato ben tre sconfitte e un pareggio. L’United da parte sua pur rinvigorito dalla cura dell’ottimo Solskjaer che gli ha consentito la clamorosa rimonta con il PSG anche senza il suo giocatore più prestigioso, il campione del mondo Paul Pogba, ha dimostrato in più occasioni gravi lacune soprattutto per quanto riguarda la fase difensiva, dando l’impressione di non essere squadra particolarmente solida e affidabile.

Sorteggi graditissimi, anche se da non sottovalutare dal momento che non esiste club in Europa che possa accedere ai quarti di finale di Champions senza avere grandi qualità sarebbero quelli con Ajax e Porto. Nonostante la stupefacente prestazione dei giovani “olandesini” a Madrid e al di là di alcune importanti individualità dal grande futuro quali il centrale difensivo De LIgt, il regista De Jong e il trio d’attacco composto da Ziyech, Tadic e Neres la squadra nel suo complesso pare essere abbastanza vulnerabile dal punto di vista difensivo soprattutto considerata la caratura di Cristiano Ronaldo e compagni. Discorso analogo per i portoghesi del Porto, che senza la generosità dell’arbitro Cakir probabilmente oggi non sarebbero tra le otto squadre più forti d’Europa.