In considerazione della mia insonnia mi capita, anche prima dell'alba, di andare a controllare le notizie fresche di giornata sperando non tanto in "buone nuove" quanto in "speriamo non sia successo niente".

La vendita di Vlahovic è stato come quando entri in doccia la mattina e ti sei dimenticato di selezionare "il pallino rosso" dell'acqua calda. Essendo un tifoso di vecchia data ne ho viste, purtroppo, tante. Da Baggio a Chiesa un film lungo trent'anni di gioie ma anche di molte, troppe sofferenze. La sentenza Bosman ha cambiato il calcio e di questo, sembra paradossale, chi ci ha rimesso di più è stato quel bimbo in Curva Fiesole.
Quale bimbo? - direte - Come quale, non riuscite a vederlo?
Se nemmeno lo immaginate vuol dire che state dietro più a una trattativa da partita doppia piuttosto che a una partita oppure a un calcio di rigore invece che a un calcio ai sentimenti.
La coda ai botteghini, gli allenamenti del martedì e la rifinitura del giovedì. L'adrenalina del sabato vista proprio come la poesia che, immancabilmente, bisognava sapere a memoria. E poi la domenica; la sciarpa, il ritrovo, la pizza fredda e i fumogeni prima della formazione. Stop. Finito.
Rewind che in questo calcio non devono più esistere
. Al solo pensiero del celo, manca dei doppioni delle figurine, adesso impraticabile e improponibile per il mercato di gennaio, il cuore si stringe e, abdicando, dice di voltare pagina.

Il problema non è vendere il miglior centravanti da Batistuta in poi alla nemica, calcisticamente parlando, per eccellenza. Nel calcio, così come nel lavoro, tutto è plausibile se esiste la gestione del dettaglio.
Fondamentale. Non bisogna, fosse anche solo per un dovere morale, illudere il tifoso perché è l'entità principe della sopravvivenza della società stessa. Il tifoso che con sacrificio di gioia paga l'abbonamento, paga la trasferta, paga il parcheggio la domenica, paga la pay TV, paga la maglia nuova a luglio. Paga. Paga sempre. Se mi vedeste in quei novanta minuti vi accorgereste che anche il mio fegato piuttosto che i Santi del Paradiso, in funzione del dio calcio, sarebbero in coda per pagare.

Andava venduto ma in altro modo. Non mandando Prade' un lunedì sera, come in una televendita, a dire: negozio aperto, non bussate, vi stiamo già aspettando. E poi il bla bla bla di tutte le parti in causa.
Programmare.
Programmare sempre. Perché poi succede che qualche scalmanato di turno mette uno striscione addossando colpe a un ragazzo, irriconoscente certo, ma entrato, come nel tritacarne, in un gioco troppo più grande dove, nel tempo, si accorgerà perché è stato dirottato ad andare solo alla Juventus come successe al "Divin codino".
Il calcio, in questo caso, c'entra relativamente. Ma questa è un'altra storia.

E noi? A noi chi ci pensa? Faccia una conferenza stampa Presidente non per dirci che ha comprato Cabral (ottimo giocatore) ma per ribadire che non sarà l'ennesima plusvalenza ma il nostro bomber del futuro. 
Il Sogno a volte è più importante di una vittoria. Ve lo dice uno che ha gioito poco ma ha fantasticato molto costruendo, a volte, castelli in aria.