È morto Maradona. Scompiglio, emozione, commozione, polemiche, veleno, amore, disprezzo, tristezza, lacrime e parole, tante parole. Eh, però adesso basta parlare di Maradona.
Sì, va bene, ma sono giorni che si parla solo di Maradona. E ancora: comunque è un’ingiustizia, proprio nella giornata contro la violenza sulle donne, per uno così poi! Alle tante persone che lo hanno condannato come misogino o violento, alla calciatrice spagnola che si è seduta e girata durante il minuto di silenzio, non si può far altre che dire che se è quello che sentono va bene così, che mostrino pure il loro dissenso come meglio credono.

Però avrei suggerito di leggere l’intervista di Cristiana, la madre di Diego Jr. Non c’è davvero mai stato per lei, ma le ha comunque riempito la vita. Tutte le donne, le ragazze di cui si parla, non lei in particolare che lo ha sicuramente anche amato, sono state circuite? O anche loro cercavano qualcosa in lui e magari qualcuna di loro lo ha più usato che il contrario?
Illuse, quello sicuro, ma il primo illuso era lui stesso, cosa potevano sperare loro? E Rocio, l'ultima fidanzata che, pare, pubblicò il video di un’aggressione domestica fatta con il telefono. Anche lei è andata a piangerlo alla Casa Rosada ma è stata respinta dalla famiglia, però sul suo profilo social c'è una foto con lui, abbracciati. Anche lei scrive "mi hai cambiato la vita".

Giudichiamo. Senza averne diritto, o titolo, giudichiamo tutti. Ma chi può davvero permetterselo poi? Negli ultimi 10 o 15 anni giravano solo foto e video di Diego drogato o ubriaco. Ne ricordo uno in Russia in tribuna ai mondiali, o alle partite dei suoi club in Argentina... o quello in cui ballava in casa e che si chiudeva mentre lui si abbassava i pantaloni. Dopo che ha smesso di giocare ha generato più compassione che affetto, mi pare. E adesso, ignorando totalmente quelli che puntano il dito sui suoi fantasmi e poi magari sniffano nascosti nelle loro case da manager, tra i milioni di persone che lo piangono, a Buenos Aires come a Napoli, qualcuno ha pensato che forse si poteva fare qualcosa di più, prima? Ho letto che le ultime foto di Diego le ha fatte un drone fatto volare sopra la casa presa in affitto a Tigre da un giornale argentino. Cosa hanno visto? Un uomo solo e depresso nel giardino di casa. Ma davvero non si poteva fare di più? Non parlo dei medici che lo hanno operato ad inizio novembre e nemmeno di chi lo ha dimesso e di chi non si è accorto che stava rapidamente peggiorando. Per tutti loro la gogna mediatica e le indagini della giustizia ordinaria sono già partite.
Il dottor Luque, mentre faceva colazione con la famiglia, ha sentito la porta spalancarsi con un botto e in pochi minuti aveva la casa piena di militari. Se sia colpevole o no mi sembra sia già stato deciso, la mia opinione non vale nulla ma a me sembra davvero che lui volesse bene a Diego, i suoi racconti sono plausibili, Maradona non era facilmente gestibile.

Ma tutti gli altri, la moglie Claudia, i figli legittimi, quelli riconosciuti e quelli che vogliono essere riconosciuti ora.
A parte preoccuparsi nelle chat di WhatsApp che Diego avesse mangiato i gamberi all’aglio e vomitato, qualcosa di più per evitare che un cuore che pompava più di 130 battiti al minuto lo stroncasse, potevano farlo? Dov’erano quando è morto? Se guardi le foto ed i video che circolano da metà degli anni novanta fa impressione notare come Diego sia passato dall'essere giovane a vecchio in 2 giorni. Un giorno era giovane, con il mondo ai suoi pedi, il giorno dopo vecchio, grasso, alcolizzato. E solo. Soprattutto molto solo.

La gente ti ha amato Diego, perché venivi dalla strada ed hai regalato sogni, spesso non solo quelli. E ora tutti ti piangono perché si rendono conto che si è chiusa una parte della loro vita, quella in cui hai permesso ad una città come Napoli e ad un intero paese come l’Argentina di sognare, seppur per poco, e di sentirsi, una volta tanto, meglio degli altri. Però, perdonali perché non ti hanno voluto bene davvero non come ad un figlio o ad un padre perché altrimenti ti avrebbero aiutato a salvarti, quantomeno ci avrebbero provato sul serio. Adesso che è finito tutto davvero, chi ti voleva bene porterà sempre il tuo ricordo nel cuore. Sicuro tanti napoletani, e milioni di Argentini, li hai visti. Al S. Paolo che prenderà il tuo nome, alla casa Rosada e anche nel percorso verso il cimitero.
Ovunque. Ma ancora penso che si potesse fare di più, come hai fatto tu con i sogni di tanti, rendendoli unici ed immortali. Come vedi Diego anche io, senza averne titolo, forse sto giudicando qualcuno.
Però, scusa se forse ora mi espongo un pochino troppo.. devo anche dirti che, in qualche modo e fatte le dovute proporzioni, ho vissuto qualcosa di simile alla tua scomparsa nella mia vita. Mio padre era una persona con un cuore grande come il tuo ma caratterialmente difficilissimo da gestire. Quando ebbe l’emorragia cerebrale che poi lo portò alla morte fu difficilissimo portarlo in ospedale ed i tantissimi mesi che passarono prima che morisse davvero molto ma molto duri. Eppure non fu mai solo, né di giorno né di notte, mai. Io, i miei fratelli, le nostre famiglie, ci siamo annientati per cercare di fare qualcosa per lui, senza riuscirci. E come noi, sai in quante famiglie è successo qualcosa di simile? E allora sai, credo che la risposta alle mie domande sia NO!
Probabilmente non si poteva fare di più per te.
Avevi diverse persone tra moglie e compagne, tanti figli, avvocati e medici personali, fratelli, amici di qua e di là dell’oceano, però sei morto solo in una casa che non era nemmeno la tua.
Certo che non si può fare un paragone tra la tua vita esagerata e quella di una persona “normale”, ma anche tu in fondo eri solo un uomo. Famoso, un calciatore unico e geniale conosciuto in tutto il mondo, ma pur sempre un uomo ed una persona come le altre.
Forse, sei stato troppe volte sospeso tra la vita e la morte, forse i tuoi cari ad un certo punto hanno un po’ mollato la presa, forse si sono arresi prima che lo facessi tu?
Quindi, perdonami davvero, ma credo che dovesse proprio andare così.
Sai cosa Diego, io penso che probabilmente sei morto già 15 anni fa, il giorno stesso in cui sei diventato vecchio di colpo ma la tua famiglia, la tua “gente” se ne sono accorti solo adesso, in un mercoledì di Novembre di tanti anni dopo.
E allora ognuno ora potrà fare quello che vuole con il tuo ricordo, per me sarai sempre quello che è uscito sul campo salendo le scale del S. Paolo e che per anni ho avuto appeso in camera sul poster del Guerin Sportivo.
Quello al quale da ragazzo ho cercato di somigliare perché la natura mi aveva dato i capelli come i tuoi e allora, per assecondarla, giocavo con le cavigliere anche se mi fermavano il sangue nei piedi e mettevo le tue stesse scarpe.
Nei miei ricordi, ed in quelli dei ragazzi della mia generazione, resterai quell’immagine sul muro che guardavo dal mio letto, tutto il resto sono solo cose che succedono nella vita delle persone, di quelle famose e di quelle normali.
Ciao Pibe.