Con profonda amarezza spengo il televisore sulle ultime immagini di una trasmissione di calciomercato. Ho sperato sino all’ultimo che l’affare Pastore andasse in porto, ma non è successo. Ora, il rammarico non è tanto per il giocatore in sé, quanto per il segnale che hanno dato i proprietari cinesi. Ma perché non sono rimasti a casa loro, insieme a Thoir? Che diavolo ci sono venuti a fare in Italia, ma soprattutto perché hanno comprato l’Inter?

Pensavo tristemente ai tempi di Moratti, che forse avrà gestito l’Inter non in maniera manageriale, ma ci ha portato sul tetto del mondo; anche quando non vincevamo mai eravamo sempre protagonisti. Ci faceva sognare perché era un tifoso vero, e ci ha regalato giocatori fantastici: Ronaldo, Ibra, Eto'o, Baggio, Vieri, Roberto Carlos, il capitano, e ne potrei citare tanti altri. Forse non vincevamo (all’inizio), ma sentivamo che al vertice c'era prima un tifoso, che viveva le nostre stesse emozioni.

Ora siamo in mano ad un signore che ci chiama INDA. Ma se andassi in Cina, quanto potrei appassionarmi al tennis da tavolo (il loro sport nazionale)? Come possiamo pretendere che questi provino emozioni per l’Inter? Mi domando se conoscano la regola del fuorigioco, o quanti giocatori possono scendere in campo. Penso agli anni luminosi in cui vedevo i tifosi di altre squadre lamentarsi di presidenti che prima pensavano ai loro interessi e poi alla squadra, tipo la Fiorentina in mano ai Della Valle, o il Torino di Cairo, il Bologna di Saputo, la Lazio di Lotito, o la stessa Roma di Pallotta. Ora anche noi siamo in mano a personaggi del genere.

Con profonda amarezza non seguirò più la mia amata Inter almeno fino a che non tornerà un presidente tifoso, e se ciò non accadrà mai mi consolerò ripensando ai giorni di gloria del Triplete.