Non tutti hanno ben chiaro il motivo per cui la UEFA non intende concedere al Milan il settlement agreement (più o meno un patteggiamento di sanzione). L'esposizione debitoria dei rossoneri, dite? Nein! Il beneficio del patteggiamento verrà concesso a società indebitate quanto e più del Milan.

Per comprendere i motivi che spingono la UEFA a essere così severa, dovete partire da questa domanda, che pochi si sono posti negli ultimi 20 mesi, mentre avrebbero dovuto porsela tutti: "Come mai un signore in Cina che ha un patrimonio di £ 100 si espone per £ 100 acquistando una società di calcio che, stime alla mano può valere al massimo £ 50?".

Fra i pochi che si sono posti tale domanda ci sono anche i signori della UEFA, che noi italiani abbiamo sempre avuto la mania di snobbare, ma che a mio avviso, con tutti i loro difetti, ragionano usando un minimo di sano senso comune. E forse all'inizio il massimo organismo europeo si è detto che YongHong Li aveva raccolto soldi altrui, ma così facendo si è posto una seconda domanda: "Chi ha dato a quel signore in Cina i dindi o gran parte di essi per mettere insieme un'operazione che appare quantomeno azzardata?". L'assenza di risposte a questo legittimo quesito non ha contribuito a rendere la cosa più chiara agli occhi della UEFA.

Poi la società rossonera si è impegnata molto per irritare coloro che nel calcio contano:

1) una campagna acquisti da imperatori romani interamente con soldi presi a debito;

2) immagini diffuse sul web in stile parata del 1° Maggio sulla Piazza Rossa di Mosca, coi dirigenti rossoneri che guardano sereni il radioso sole dell'avvenire;

3) una prima proposta di accordo con la UEFA che solo eufemisticamente si potrebbe definire demenziale (centinaia di milioni di introiti di marketing dalla Cina, che nessun club al mondo, Real e Manchester United compresi, ha mai fatto);

4) l'atteggiamento di sufficienza con cui la dirigenza rossonera ha presentato alla UEFA il progetto di accordo di cui al punto precedente, quasi gettandolo sul tavolo dicendo "Uè baluba, noi siamo fuori a berci un caffé, quando avete firmato dateci un fischio, ma fate presto che abbiamo l'aereo";

5) le miniere di capicchio o di capocchio sbandierate come fiori all'occhiello del signore in Cina, ma che con quel signore in Cina non avevano niente a che fare;

6) le attività del signore in Cina che falliscono nell'indifferenza della dirigenza rossonera, come se le vicende economiche del loro datore di lavoro fossero affari altrui e non anche loro;

7) il continuo parlare di nuovi acquisti a fronte di previsioni fuori della realtà, quanto a incassi dalle cessioni;

8)  la ricerca spasmodica di un finanziamento per pagare debiti di società e proprietario.

Sono questi i fattori che hanno fatto girare i santissimi ai signori della UEFA, che non conosco, ma che non devono essere dei fessi, se sono arrivati a ricoprire certe cariche. Anzi, come ho scritto nel titolo, il diniego di settlement agreement suona proprio come un: "Signori del Milan, noi non siamo una manica di fessi!".

E se Fassone si lamenta che la UEFA ha danneggiato l'immagine del Milan, sbaglia. E' il Milan stesso che, visti i 7 punti di cui sopra, ha danneggiato la propria immagine. E lo ha fatto con la colpevole complicità di chi finora ha fatto passare a questa proprietà e dirigenza ogni cosa, anche e soprattutto dal punto di vista mediatico.
La UEFA ha una notevole discrezionalità nel concedere il settlement agreement e uno dei parametri che valuta è l'affidabilità dell'interlocutore. Se andate al punto 8, vi renderete conto che si fa fatica a concedere fiducia a chi per pagare un debito deve ricorrere ad altri debiti.
Del resto, proprio dopo Milan - Fiorentina, Mirabelli aveva tirato fuori un'altra delle affermazioni che lo hanno reso celebre, trovando positivo che adesso si sappia di quali giocatori ha bisogno il Milan... peccato che lo sfizio di saperlo sia costato 220 milioni! Una proprietà seria l'avrebbe già accompagnato alla porta (per usare un eufemismo). Il problema, tuttavia, è anche stabilire se questa è oppure no una proprietà seria.

E poi, scusate, se Fassone e Mirabelli hanno lasciato l'Inter senza che nessuno si strappasse i capelli, un motivo ci sarà, no? Sono venuti da noi, perché il Milan è parecchio interessato alle cose formali.
E passando alle cosa formali, è possibile che la UEFA non voglia comunque infierire sui rossoneri e si limiti a limitare la rosa utilizzabile in coppa, impedendo ai nuovi acquisti di giocarvi, infilando per buona misura fra il tergicristallo e il parabrezza una sostanziosa sanzione. Arrivati a questo punto, comunque, prenderei in considerazione l'ipotesi che il Milan salti per la seconda volta una Coppa Europea per decisione UEFA. Se accadesse, sarebbe un provvedimento meritato.

Vabbuono, come si diceva un po' di mesi fa? Ah sì, è indispensabile che si arrivi al closing, perché altrimenti il Milan non uscirà mai dalla crisi. Sì, occorreva arrivare al closing...