Con le ultime partite disputate, anche la Serie A chiude la sua stagione ed emana gli ultimi verdetti. Detto che il campionato ha un vincitore assoluto da molto tempo (la storia dice che Milan ed Inter sono le avversarie per eccellenza della Juventus e, mancando loro, quest'ultima domina da 9 anni). Non deve ingannare il distacco di un misero punto o che con i due punti avremmo avuto un vincitore diverso, perchè la squadra di Sarri andava superata quando c'è stata l'occasione, ed invece gli scontri diretti sono finiti a suo favore. Successivamente ha solo amministrato e, nei momenti di crisi, gli altri non ne hanno approfittato.

Dietro alla Juventus è arrivata l'Inter di Conte Il suo arrivo doveva mettere le basi per iniziare un ciclo vincente. La squadra ha conquistato 82 punti, era dai tempi di Mou che non raggiungeva questo risultato e, dopo tanto tempo ed ha migliorato la sua posizione di classifica rispetto agli anni precedenti. Nonostante il secondo posto conquistato (ma per Conte il secondo posto è il primo dei perdenti), la società neroazzurra, ed i suoi tifosi, hanno dovuto ascoltare le parole del Conte...statore. Le dichiarazioni di oggi rassicurano la permanenza del tecnico pugliese anche per la prossima stagione, ma non so perchè c'è odore di Allegri nell'aria. Sembra di esser ritornati al 2014 quando Massimiliano è subentrato al suo posto nella Juventus.

La zona Champions è composta di chi ha provato a contendere lo scudetto ai bianconeri, scavando un fosso tra loro ed il quinto posto. L'Atalanta per il secondo anno di fila parteciperà alla competizione europea più importante e tra qualche giorno potrebbe continuare a scrivere la storia visto che giocherà per l'accesso alla semifinale contro il Psg. Anche quest'anno il team di Gasperini ha prodotto risultati e bel gioco, una vera macchina da gol lì davanti che impensierisce qualsiasi difesa. Ed in Champions, pur non avendo il favore del pronostico potrebbe regalare comunque l'ennesima perla europea. Ma il Gasp ci ha riservato così tante sorprese, tanto è vero che sta diventando un modello da copiare anche per altri allenatori.

Dopo molto tempo ritorna in Champions anche la Lazio. La squadra di Lotito, Tare ed Inzaghi (un triunvirato di tutto rispetto) fino a prima della sosta ha alimentato la speranza di poter lottare fino alla fine per la vittoria dello scudetto. Ma la ripresa post covid ha penalizzato i biancocelesti, allontanandoli sempre più e relegandoli alla fine al quarto posto. Un risultato dà non buttare via, che ha premiato anche Immobile divenuto capocannoniere della competizione, eguagliando anche il record di Higuain come miglior marcatore di sempre del torneo. Se ad inizio anno avessero detto a Inzaghi di mettere una firma per il quarto posto credo lo avrebbe fatto, ma per come si erano messe le cose aumenta il rammarico e la recriminazione per quello che poteva essere e non è stato.

Ed ora arriviamo alle posizioni per l'Europa League. La vittoria in Coppa Italia del Napoli aveva assicurato da tempo un posto in Europa (con accesso diretto ai gironi ai partenopei) e le partite di campionato dovevano essere uno stimolo per fare bene e provare nell'utopica impresa di arrivare al quarto posto. Utili anche per arrivare pronti per la grande sfida europea contro il Barcellona, con la possibilità di andare avanti nella competizione approfittando della crisi di risultati (chissà se i problemi in seno ai rapporti tra allenatore e giocatori sono stati superati) dei blaugrana.

Per quanto riguarda le altre squadre in lotta per un posto in Europa League, la Roma da tempo aveva preso vantaggio rispetto alle contendenti. Doveva solo conservare la posizione raggiunta che le assicurava di non dover affrontare i preliminari. Pian piano tutto era stato rimesso in gioco grazie al Milan che ha fatto una lunga rincorsa, arrivando a ridosso dei giallorossi fino alla penultima giornata. Alla fine il campo ha premiato la Roma, mandando il Milan in Europa ma non dalla porta principale.

Proprio i rossoneri sono la bellissima notizia di questo periodo. Se ci fosse un titolo di campione d'estate il Milan potrebbe fregiarsi di questo, perchè capace di fare più punti rispetto agli altri. È riuscito a mantenere inviolata la casella delle sconfitte. Nove vittorie e tre pareggi sono lo score della banda di Pioli, che grazie al carisma di Ibrahimovic ha evitato l'ennesimo ribaltone in panchina, con conseguente ennesimo progetto daccapo con cui ripartire. Invece l'allenatore è stato bravo a creare gruppo (tutti hanno giocato per lui) e a valorizzare la rosa che aveva a disposizione. La rosa del Milan non è solo cresciuta per via dei risultati conseguiti in questo periodo, ma anche per il valore di alcuni suoi giocatori. Era questo che chiedeva la società, cercare di crescere sia sul piano sportivo che in quello economico, con un bilancio a cui dare sempre la giusta attenzione, ma con l'entusiasmo di chi vuole ripartire da dove ha appena finito. Da tifoso, pur vivendo con gioia ed entusiasmo il cammino di queste dodici partite, aggiungo che questi risultati non devono comunque ingannare. Sono figli anche di una serie di combinazioni che solo il futuro potrà svelare. Perchè, entrando nello specifico, rispetto allo scorso anno la squadra è giunta una posizione sotto (passando dal quinto al sesto posto), e per poco non riusciva a confermare la posizione dello scorso campionato. Ma è anche vero che la squadra allenata da Gattuso è arrivato ad un solo punto dalla zona Champions, mentre quest'anno il distacco è stato di dodici punti. Un solco maggiore, figlio anche di una falsa partenza e di un girone di ritorno non all’altezza. Al Milan servirà aggiungere ancora qualità nella sua rosa perchè altrimenti non sarà facile ambire alle posizioni che i rossoneri meritano. Serviranno un terzino, un vice Hernandez, un centrale di difesa, un centrocampista che possa evitare a Kessiè e Bennacer di giocarle tutte, un vice Ibra e un esterno alto. Maldini e Massara sono già all'opera per accontentare Pioli ma, in questo momento la cosa che preme di più e trovare l'intesa con Ibra e soprattutto trovare la quadra per il rinnovo di Gigio. E servirà tenere alto questo entusiasmo che ha contagiato squadra e tifosi e, le vendite relative alla nuova maglia, sono il termometro di questo. Assegnati i posti in Europa, dimenticavo il Milan ha ancora una chance di qualificarsi direttamente alla fase a gironi. Questo può avvenire solo se la Roma vincesse l'Europa League e, di conseguenza, lascerebbe il posto al Milan per passare direttamente in Champions League. Siamo nella fase de "i sogni son desideri", ma sperare di questi tempi non costa nulla.

Dicevo assegnati i posti in Europa, una menzione di merito va a due squadre in particolare: Sassuolo e Verona. I primi allenati da De Zerbi (l'allenatore tra poco rinnoverà con il Sassuolo, ma il suo nome gira nei taccuini della Catalogna) hanno fatto un campionato interessante e hanno cercato di vincere giocando bene. Stessa cosa per il Verona allenato da Juric che era partito per salvarsi, invece per un certo periodo ha contrastato il Milan per un posto in Europa League ed ha valorizzato tanti giovani (Kumbulla, Pessina, Amrabat) che difficilmente rimarranno in Veneto.

E poi c'è la terra di mezzo, quella delle squadre che si trovavano nell'oblio e altre che dovevano giocarsi la permanenza in Serie A. Tra questi la Fiorentina che, grazie ad un buon finale di stagione chiude decima. Commisso ha appena confermato Iachini e prepara la nuova stagione sempre con il dilemma Chiesa resta o meno. O il Cagliari che, per bocca del suo presidente, sognava un campionato diverso anche alla luce della festa per il centenario, e invece chiudendo quattordicesimo, viene superato anche dall'Udinese che, per non rimanere invischiata nelle parti basse della classifica, ha dovuto lottare più del dovuto. Una lezione per gli isolani che hanno salutato allenatore e direttore sportivo e stanno affidando la panchina a Di Francesco (si parla di un biennale), anche lui alla ricerca di riscatto dopo la non felice parentesi in blucerchiato.

E veniamo alle note dolenti. Detto che Spal e Brescia avevano salutato da alcune giornate la Serie A (un augurio sportivo per una pronta risalita) bisognava decretare chi fosse l'ultima squadra a prendere l'ascensore verso la serie cadetta. Alla fine il Genoa ha avuto la meglio sul Lecce e, solo dopo un anno, i salentini salutano la massima serie. Il Genoa aveva a disposizione il pallino del gioco e le bastava una vittoria per raggiungere l'agognata salvezza per non dipendere dal risultato di Lecce-Parma. Già nel primo tempo i liguri avevano messo in cassaforte la permanenza in A, salvandosi per l'ennesima volta all'ultima giornata. Il club di Preziosi dovrebbe far tesoro di questo, invece ogni anno si ritrova a riparare la stagione per non finire in B. Peccato per un club che meriterebbe posizioni di classifica più consone a quella che è la sua storia sportiva, ritrovandosi invece in un valzer di allenatori che ogni anno si alternano in panchina alla ricerca di risultati migliori. In bocca al lupo a Liverani che a Lecce ha provato fino alla fine ad agguantare la salvezza che probabilmente avrebbe meritato.

Ora è arrivato il momento dei saluti. Quelli da fare a questo campionato che, per molti, non doveva neanche ripartire. Tanti erano i dubbi di chi avrebbe voluto fare come in Francia e fermarsi, ma la ripartenza della Bundesliga, della Premier e della Liga sono stati il traino per proseguire anche noi. Alla fine ha vinto il calcio, o quello che si è provato a fare, perchè giocare ogni tre giorni non era il massimo e lo spettacolo ne ha risentito. È stata brutto vedere gli stadi vuoti, senza i tifosi che, ad ogni gara, accompagnano le squadre e le incitano a tirare fuori il massimo. Ma a noi che lo amiamo così tanto possiamo solo ringraziare chi è sceso in campo e lo ha fatto dando sempre il massimo e anche da casa il sostegno verso la propria squadra del cuore non è mai mancato. Il mio è solo un arrivederci al massimo campionato, sperano che il futuro riservi momenti migliori, a tutti noi, rispetto alla situazione che il mondo sta vivendo. E per questo abbiamo bisogno anche dello sport quello sano, quello vero.

Arrivederci Serie A.

A presto!

P.S. Visto che siamo ai saluti finali un ringraziamento particolare va a Giacomo Bonaventura che sabato ha disputato (salvo ripensamenti) l'ultima gara con la maglia del Milan. A fine partita la sua commozine solitaria in mezzo al campo è l'immagine dell'uomo che ha dato tutto per la maglia e che meritava sicuramente l'ultimo tributo da parte dei suoi tifosi.

Grazie Jack... Buona fortuna!