Mancano poco più di 48 ore all'attesissimo derby d'Italia numero 236, ma nelle strade si sentono già aria di sfida, di duello, di calcio. 

L'INTER capolista, imbattuta, con la miglior difesa, solida, diligente, ospita la JUVE, regina incontrastata di questi ultimi 8 anni, che ha cambiato condottiero in panchina e modo di giocare sul campo, un pò più ballerina dietro ma sempre con tantissimi campioni.

Handanovic contro Szczęsny. Godin contro Bonucci. Higuain contro Lukaku. 

E Cristiano Ronaldo? Cristiano è di un'altra categoria, obiettivamente né Lukaku né Lautaro, seppur giovani e talentuosi, possono reggere il paragone con l'asso portoghese. Ma c'è un uomo nelle fila nerazzurre, uno solo, che domenica può compensare il gap col portoghese, Antonio Conte.

Sarà la prima di Antonio Conte contro la squadra di "casa sua", dove è stato giocatore, capitano, ultras e allenatore della rinascita bianconera. 
Proprio Conte che prima della gara di Barcellona, chiedeva "coraggio" ai suoi, domenica probabilmentà chiederà "rabbia". Quella rabbia scaturita da una partita persa immeritatamente contro Messi & Co., quella rabbia agonistica che le grandi sfide sanno darti, proprio come quella contro i bianconeri, quella rabbia unita al lavoro che proprio Conte ha fatto suo dogma. 

Conte ha dimostrato nella sua carriera, di saper entrare meglio di tutti nella mente dei giocatori, tirando fuori loro più di quello che avrebbero potuto dare. Lo ha fatto alla Juve, lo ha fatto in Nazionale e lo sta facendo ora all'Inter.

Si perchè l'Inter vista in Champions ha dimostrato intensità, carattere, personalità e compattezza. Tipico delle squadre di Conte, dove il gruppo è più importante del singolo, dove ognuno ha il suo compito e i movimenti sono provati e riprovati in allenamento fino allo sfinimento. E questo può fare la differenza, questo può colmare il gap con CR7 e compagni. Col lavoro, con l'attenzione ai dettagli, con la rabbia che solo Antonio.

La JUVE dal canto suo ha sicuramente una rosa più lunga, qualitativamente superiore e una consapevolezza ritrovata dopo il buon 3-0 al Bayer Leverkusen. 
Partita in Champions che ha visto i bianconeri subire il possesso palla tedesco ma senza mai andare in affanno, senza subire nemmeno un tiro nello specchio, quasi avesse giochicchiato pensando già a domenica e all'Inter. 

Sarri che sta vedendo crescere De Ligt, migliorare Cuadrado fra tutti, sta insistendo molto sul 4-3-1-2. Un po' per mancanze di alternative a Douglas Costa, un po' per esaltare l'uomo tra le linee (Ramsey?), ma soprattutto CR7, che cosi giocherebbe molto più vicino alla porta e non defilatissimo sulla sinistra nel tridente. 

Perchè questa Juve, seppur zeppa di campioni, non può fare a meno del killer-instinct del portoghese, del suo CR7.
Cosi come ora non può farne a meno nemmeno l'Inter, del suo. Antonio Conte.