Quando giocavo a calcio nei dilettanti di Seconda categoria le partite finivano quasi sempre undici contro undici. Quando veniva espulso un avversario ci si sentiva quasi in colpa di giocare in vantaggio numerico e non ad armi pari; quando invece veniva espulso uno dei nostri si moltiplicavano le forze. Oggi i giocatori cercano l'ammonizione dell'avversario, fingono, tardano a rialzarsi nella speranza che il fallo si tramuti in cartellino giallo o rosso, protestano se l'avversario non viene ammonito. Tutti hanno in mano il libricino delle regole, per cui in pratica ogni fallo diventa passibile di ammonizione.

Ma che gusto si trova, sul piano sportivo, a vincere undici contro dieci o undici contro nove? Secondo me il criterio guida dovrebbe essere quello di evitare il danno sportivo, come quando uno con il fallo evita un'azione veramente importante che potrebbe tramutarsi in goal, oppure danneggia fisicamente l'avversario, oppure fa sistematicamente fallo, come metodo di contrasto dell'avversario; al di là di questi casi si dovrebbe lasciar correre (in senso letterale) e non spezzettare continuamente il gioco. Purtroppo sono sempre meno quei calciatori che resistono al fallo, ma cercano di divincolarsi ugualmente e correre prepotentemente verso la porta. Rimpiango i John Charles e i Nordahl, che resistevano alle cariche con la loro potenza fisica con l'unico scopo di far goal.

Mi fanno tristezza poi quei rigori dati per falli magari sulla linea di fondo, con le spalle alla porta, dove non c'è alcun pericolo, ma ecco la magica espressione: "Il contatto c'è stato" e guai a chi non dà il rigore. Personalmente userei come criterio fondamentale il vantaggio acquisito con il fallo e l'intenzionalità evidente. Questo non vuol dire che sia contro la VAR; può essere utilissima per i fuorigioco e le sviste arbitrali, ma è l'arbitro che deve valutare l'intenzionalità, la pericolosità, la potenza del contatto scorretto, non agendo da burocrate del regolamento ma da giudice sintetico di tutti gli aspetti del fatto sotto osservazione, sempre con occhio di riguardo al vantaggio sportivo conseguito.