Ci troviamo in Belgio, regione delle Fiandre, nei pressi della cittadina di Ypres.
“È accaduto qualcosa di straordinario. Un tedesco gridò di volere un giorno di tregua. E così, con molta cautela, uno dei nostri uomini si alzò in cima al parapetto e vide un tedesco fare lo stesso.”
Riporto qui l’incipit di una lettera scritta da un graduato britannico a sua moglie, dove spiega come ebbe inizio la tregua di Natale del 1914 nel bel mezzo della Prima Guerra Mondiale.
Il conflitto, all’epoca senza precedenti, iniziato nel luglio di quello stesso anno, imperversava in Europa affliggendo città e uomini, si stava combattendo una guerra ingiusta scoppiata per il capriccio dei potenti. In territorio belga, tedeschi da un lato e inglesi dall’altro si fronteggiavano in una estenuante guerra di logoramento nelle trincee.

Documentazioni dell’eccezionale accadimento furono lettere, corrispondenze private e diari personali dei soldati che ci confermano che la pace scoppiò durante la notte del 24 dicembre, quando d’improvviso lungo le linee di trincea tedesche comparvero luci ed alberi di Natale improvvisati. Se in un primo momento i britannici si allarmarono, temendo di cadere in qualche trappola tanto diabolicamente studiata, in seguito, al sentire il nemico cantare Silent Night ruppero di indugi e con coraggio si avventurarono nella terra di nessuno per accordare il cessate il fuoco.
Grazie al cessare delle ostilità alle prime luci dell’alba fu possibile recuperare i corpi dei caduti e celebrare cerimonie religiose per le sepolture.
La ritualità del giorno fece sì che non mancassero episodi di solidarietà dal clima tipicamente natalizio; bottiglie di whiskey, sigarette e tabacco, tavolette di cioccolato e altri generi alimentari erano i doni che i soldati si scambiarono seguendo alla bell’è meglio la tradizione cristiana.
Durante la giornata del 25 le truppe tedesche ed inglesi abbassate le armi, condivisero un momento davvero singolare ed uno scenario totalmente differente prese luogo: un pallone da calcio diventò protagonista del Santo Giorno rotolando per ore e ore sul terreno ghiacciato.
Una sorta di anteprima assoluta di tutti i match che si sarebbero disputati tra la nazionale di calcio inglese e quella tedesca; avremmo dovuto aspettare 52 anni per il primo incontro ufficiale, ossia la finale del campionato del mondo 1966, disputatasi in UK e vinta dalla formazione padrone di casa, capitanata da Bobby Moore, che assegnò, tra le polemiche di un goal fantasma, la coppa Jules Rimet al team dei ‘Tre Leoni’.
Nella gara di Ypres si rispettarono le regole convenzionali, senza il bisogno di un arbitro, testimonianze storiche ci dicono che non si contavano le reti, altre raccontano il contrario celebrando come vincitori l’una o l’altra ‘nazionale’, ma quel che è certo è che, per un momento, questi uomini tentarono di scordare gli orrori ai quali il destino gli aveva condannato ad assistere.
Abbiamo avuto un esempio di come il fascino del calcio sia universale e di quanto potesse essere, già nei primi anni della sua diffusione, un mezzo che trascende lotte mortali, rendendo amici i tanto odiati nemici e riuscendo ad interrompere, seppur per un breve lasso di tempo, la guerra.
Sentimenti di fratellanza e cameratismo pervasero gli animi di quegli uomini che riconobbero, nell’avversario unicamente persone con le loro stesse paure e che condividevano la stessa finale speranza di tornare a casa ad abbracciare i propri cari. L’esempio di umanità e decenza non si sarebbe ripetuto in tale forma nei successivi quattro anni del massacro, si voglia pensare per la condanna, da parte dei vertici militari di entrambe le fazioni, dell’armistizio non autorizzato o per l’eccessivo furore ed inumanità a cui portò il proseguire del conflitto.
La UEFA nel 2014 per celebrare il centenario dell’evento commissionò la realizzazione di una scultura che celebrava la tregua di Natale e girò un cortometraggio, dal grande impatto emozionale, con protagonisti grande figure del calcio europeo.

Invito i lettori alla ricerca, alla visione e alla condivisione del filmato disponibile sul sito della federazione, per non dimenticare come il gioco del calcio, in ogni sua sfaccettatura, e la sua magia possano aver aiutato il mondo a superare i momenti più duri.
Approfitto, infine, dell’occasione per augurare a tutti quanti un felice e sereno Natale!