Magari, la maggior parte dei tifosi bianconeri, vedendo giocare Dybala ritiene che il fuoriclasse argentino sia l’erede di Alex Del Piero invece a me ricorda Michel Platini e, per il suo modo di concepire il calcio e stare in campo penso che Paulo sia più completo rispetto al genio francese perché difende oltre a costruire, ispirare e segnare. Pur vivendo un calcio diverso rispetto a Platini, Dybala mi ricorda “Le Roi” per come vive il suo essere fuoriclasse: reputa il calcio uno sport collettivo di conseguenza, le esigenze della squadra sono prioritarie rispetto ai suoi interessi, è estremamente intelligente perché, in campo riesce sempre a trovare la posizione giusta: all’occorrenza agisce da regista, ispiratore e finalizzatore. E’ un “artista concreto”, perché non ama le giocate fini a sé stesse (devono essere funzionali alle esigenze della squadra), ha sempre il pallone incollato ai piedi, ama giocarlo di prima, è leggero, raffinato; alla tecnica unisce imprevedibilità e tiro da fuori. Ecco perché è un leader assoluto con un carisma notevole. Si sa, oggi Dybala non è opportunista come lo è stato Platini, è ancora troppo altruista però non bisogna dimenticare che il ragazzo è un classe 1993 quindi, avendo appena 23 anni possiede ampi margini di miglioramento e tutto il tempo per diventare più freddo sotto porta; tuttavia, nonostante questa lacuna è più completo rispetto a Platini perché difende oltre a costruire, ispirare e segnare. La “Joya”, rispetto a “Le Roi” evidenzia una maggiore attitudine al lavoro sporco, di conseguenza, grazie a Dybala il gioco della squadra migliora sotto tutti gli aspetti e,considerando che, a seconda delle necessità l’argentino agisce da mediano, regista, trequartista, centravanti nasconde anche alcune carenze della rosa come la mancanza di un regista classico.